03-10-25 Dal mondo
3 Ottobre 2025 2025-10-03 8:0203-10-25 Dal mondo
Geopolitica
—Droni, Ucraina e beni russi: il vertice di Copenhagen è l’ennesimo flop
—Sapelli: la guerra con la Russia è più vicina, ma possiamo ancora evitarla
—I sondaggi shock in Ucraina: il primo problema è la corruzione
—Attentato alla sinagoga di Manchester, si indaga per terrorismo
—L’Europa intera in piazza in sostegno alla Flotilla
—Dopo il caso-Flotilla, la Turchia alza la guardia con Israele
—Il Dipartimento della guerra USA prende di mira Venezuela e Iran
—Retorica da guerra e tensioni con i vertici militari. Il “Gran Rapporto” di Hegseth letto da Caruso
—Il secolo indiano all’orizzonte?
–🇬🇧How the US and Ukraine Can Redefine Drone Deterrence
–🇬🇧Israel Intercepts and Stops 14 Gaza Aid Boats
–🇬🇧Netherlands Calls on EU to Sanction Houthis
–🇬🇧The Price of Unpredictability
–🇬🇧SHUTDOWN: Resources Available to Navy, Marines, Coast Guard and Civilian Workers
–🇬🇧Takeaways from Secretary Hegseth’s Quantico Meeting
–🇬🇧The U.S. Military’s Greatest Test
–🇬🇧Trump declares drug cartels operating in Caribbean unlawful combatants
Geoeconomia – Ambiente
—Il Trattato ONU sull’Alto Mare in vigore nel 2026
—De-dollarizzazione e multipolarismo: le nuove dinamiche dell’economia internazionale
—Affari USA. Accordi da 12 mld con Kazakistan e Uzbekistan
—Brasile. Procedono i lavori per “El Corredor Bioceánico”, che collegherà con il Cile
—Arbitrati marittimi: Londra resta leader, ma l’Asia avanza
Difesa
–🇬🇧French Military Board Suspected Shadow Tanker
–🇬🇧Sanctioned Tanker’s Captain Arrested in France as Danish Drone Mystery Deepens
–🇬🇧How America’s MQ-4C Triton Drone Could Change Naval Warfare Forever
Scenari Geopolitici
l 2 ottobre 2025 si è configurato come una giornata densa di eventi e dichiarazioni che hanno ulteriormente ridefinito il complesso mosaico geopolitico globale. Dalle tensioni militari nel Mediterraneo allargato alle strategie economiche nell’Heartland euro-asiatico, fino alle dinamiche nell’Indopacifico e nelle regioni polari, il quadro che emerge è quello di un mondo in rapida trasformazione, caratterizzato da competizioni tra grandi potenze e l’ascesa di nuove sfide, dalla sicurezza marittima alle tecnologie emergenti.
Evento Clou
L’evento clou della giornata è rappresentato dagli effetti della riunione che si è tenuta presso la Marine Corps Base di Quantico a fine settembre, dove il Segretario alla Guerra Pete Hegseth ha annunciato la trasformazione del Dipartimento della Difesa in “Dipartimento della Guerra”, accompagnato da una retorica marcatamente aggressiva e focalizzata su un conflitto imminente con Russia e Cina. Questa mossa, che ha generato una profonda spaccatura con i vertici militari tradizionali, suggerisce un cambio di paradigma radicale nella politica di difesa statunitense, privilegiando la preparazione a un conflitto diretto e una visione più isolazionista e focalizzata sulla sicurezza interna, a scapito della stabilità globale e della cooperazione internazionale. La preoccupazione principale è legata all’impatto di questa riorganizzazione sulla deterrenza globale e sulla capacità degli Stati Uniti di affrontare minacce complesse e multipolari, alimentando al contempo tensioni con alleati e avversari.
Conseguenze dei fatti accaduti il 1 ottobre
Conseguenze geopolitiche
La dichiarazione del Segretario Hegseth sulla trasformazione del Dipartimento della Difesa in “Dipartimento della Guerra” e la sua retorica aggressiva segnano un potenziale disimpegno degli Stati Uniti dalla leadership globale multilaterale in favore di un approccio più unilateralista e militarizzato. Questo potrebbe portare a un’accelerazione della corsa agli armamenti, specialmente nel settore dei missili e dei droni, come evidenziato dall’acquisto di droni ucraini da parte degli USA e dalla proposta di BAE Systems per grandi navi da guerra senza equipaggio.
La politica di Trump nei confronti del Qatar, tendente a favorire una maggiore cooperazione, si contrappone alle tensioni con Iran e Cina, dimostrando una strategia di “divide et impera” nel Golfo. La richiesta olandese di sanzioni UE contro gli Houthi rafforza l’immagine di un’Europa che cerca di proteggere i propri interessi marittimi e commerciali, ma che fatica a trovare una voce unita su questioni come il blocco di Gaza, dove le reazioni divergono, come dimostrano le proteste in Europa e la solidarietà italiana ai fermati, in contrasto con la rottura diplomatica della Colombia con Israele.
La competizione per le risorse, in particolare quelle energetiche e minerarie, si intensifica. La Russia, con l’annuncio del reattore a ciclo chiuso, cerca di affermare il suo primato tecnologico e la sua autonomia energetica, nonostante la paradossale carenza di benzina interna. Gli accordi USA con Kazakistan e Uzbekistan in Asia centrale riflettono il tentativo di Washington di contrastare l’influenza economica e politica cinese in una regione strategica. La Groenlandia diventa nuovamente un campo di battaglia per il controllo delle terre rare, cruciali per le tecnologie avanzate.
Il mondo sta assistendo a un riallineamento delle alleanze: il partenariato strategico tra USA e India nell’Indopacifico è un chiaro segnale di un tentativo di contenere la Cina, che a sua volta cerca di consolidare la sua leadership nelle energie rinnovabili, pur senza abbandonare il carbone. La cooperazione militare tra Stati Uniti e Finlandia nel contesto NATO sottolinea la crescente militarizzazione del confine orientale europeo.
La de-dollarizzazione, con la progressiva riduzione del ruolo del dollaro USA nelle riserve e negli scambi, indica un mutamento verso un sistema finanziario più multipolare, alimentato dalle tensioni geopolitiche e dalle sanzioni.
Conseguenze strategiche
L’annuncio del Segretario Hegseth di un “Dipartimento della Guerra” e la sua enfasi sulla preparazione a un conflitto con Russia e Cina suggeriscono una ridefinizione della dottrina militare statunitense, con un focus sul “letalità” che va oltre la capacità di uccidere, includendo efficacia tecnologica, rapidità decisionale e precisione. Questo implica un massiccio investimento in sistemi di droni, come dimostrato dall’interesse USA per i droni ucraini e l’introduzione di robot anti-droni autonomi come Bullfrog per gli operatori speciali.
La proposta di BAE Systems per navi da guerra senza equipaggio e l’operatività del missile Sea Venom per la Royal Navy mostrano come l’automazione sia ormai centrale nelle strategie navali. Il drone MQ-4C Triton e il P-8A Poseidon rafforzano il dominio marittimo, fornendo capacità ISR (Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione) avanzate.
La militarizzazione dell’Artico e del Nord Atlantico, con l’intensificazione della presenza americana in Groenlandia e le esercitazioni congiunte USA-Finlandia, riflette una crescente preoccupazione per la sicurezza dei confini settentrionali e il controllo delle risorse critiche.
La Turchia, con il dispiegamento di navi in risposta all’intervento israeliano a Gaza, dimostra una volontà di proiettare potenza marittima e difendere i propri interessi regionali e il suo ruolo di principale potenza nel Vicino Oriente.
La competizione tecnologica si estende all’energia nucleare, dove la Russia, con il suo reattore a ciclo chiuso, e gli Stati Uniti, con gli SMR, cercano di affermare il proprio primato, influenzando la sicurezza energetica globale.
La Cina, con i suoi impegni sulle energie rinnovabili, si posiziona come leader nella transizione energetica, con ricadute strategiche sulla sua influenza globale. La necessità di un “nuovo vocabolario di partnership” tra USA e India evidenzia una strategia di bilanciamento di potere nell’Indopacifico, che include co-produzione difensiva e cooperazione su tecnologie emergenti come l’IA.
Conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche
La de-dollarizzazione continua a progredire, con una riduzione della quota del dollaro nelle riserve valutarie globali e l’emergere di un sistema finanziario multipolare, spinto dai paesi del Sud globale e dai BRICS. Questo fenomeno, accelerato dalle sanzioni e dalle tensioni geopolitiche, come quelle tra USA, Cina e Russia, ha implicazioni significative per il commercio internazionale e la stabilità finanziaria.
Nel settore energetico, la competizione per il dominio nucleare è al culmine. La Russia ha annunciato il primo reattore a ciclo chiuso al mondo, promettendo una gestione più sostenibile delle scorie e rafforzando la sua posizione tecnologica. Gli Stati Uniti, d’altra parte, stanno investendo in reattori modulari di piccola taglia (SMR) per mantenere la loro leadership e garantire una fonte di energia pulita e sicura, con implicazioni per la riduzione della dipendenza da fonti fossili.
La Cina, pur annunciando ambiziosi impegni climatici e un massiccio investimento nelle energie rinnovabili, manca ancora di un chiaro impegno sulla riduzione del carbone, evidenziando il bilanciamento tra crescita economica e sostenibilità.
Le risorse minerarie critiche, in particolare le terre rare in Groenlandia, sono diventate un elemento chiave della competizione geopolitica e tecnologica, con gli Stati Uniti che cercano di garantirsi il controllo per la sicurezza nazionale e la supremazia tecnologica.
Gli accordi commerciali tra USA, Kazakistan e Uzbekistan per oltre 12 miliardi di dollari dimostrano l’intento americano di creare alternative economiche all’influenza cinese in Asia centrale, mirando a settori come energia, infrastrutture e tecnologia.
A livello tecnologico, l’accelerazione nello sviluppo e nell’adozione di droni e sistemi autonomi, come le navi da guerra senza equipaggio di BAE Systems e i robot anti-droni Bullfrog, sta trasformando le industrie della difesa e la guerra moderna, con un impatto sulla “letalità” e sull’efficacia operativa.
Il dibattito sulla legittimazione della Siria post-conflitto e il ruolo dei fondi sovrani del Golfo negli investimenti verdi indicano un cambio di paradigma verso la sostenibilità e la diversificazione economica.
Il blocco del governo federale statunitense (shutdown) e la conseguente allocazione di risorse minime per le forze navali, Marines e Guardia Costiera, evidenziano la fragilità delle strutture decisionali americane e le loro ripercussioni sulla capacità di spesa in settori chiave.
Conseguenze marittime
Le conseguenze marittime degli eventi del 2 ottobre 2025 sono di fondamentale importanza, delineando un quadro di crescente militarizzazione, competizione per il controllo delle rotte e l’emergere di nuove tecnologie che ridefiniscono la sicurezza e il commercio sugli oceani. L’intercettazione israeliana della flottiglia di aiuti a Gaza e la risposta della Turchia, con il dispiegamento di navi e l’intensificazione del monitoraggio marittimo, evidenziano la persistente volatilità del Mediterraneo orientale e la centralità della proiezione di forza navale nella regione.
Le operazioni delle forze francesi contro navi sospettate di traffici illeciti o appartenenti a “flotte ombra” al largo di Saint-Nazaire e nel Mediterraneo mostrano l’impegno europeo nel contrasto alle attività illegali e nella protezione delle rotte commerciali.
La richiesta olandese di sanzioni UE contro gli Houthi, in risposta agli attacchi nel Mar Rosso, sottolinea la vulnerabilità delle vie di navigazione strategiche e la necessità di una risposta coordinata per garantire la libertà di navigazione, un tema cruciale per il commercio globale.
Sul fronte tecnologico, la Royal Navy ha raggiunto la capacità operativa iniziale del missile antinave Sea Venom, ampliando le sue capacità di interdizione marittima. La presentazione di veloci imbarcazioni intercettori da parte di MST Group a SeaFuture 2025 indica una crescente domanda di mezzi agili per pattugliamento e interdizione costiera. L’attenzione di BAE Systems per una grande nave da guerra senza equipaggio e l’uso del drone MQ-4C Triton da parte della Marina USA e dell’Aeronautica australiana rivoluzionano la sorveglianza marittima, consentendo osservazioni continue su vaste aree oceaniche e rafforzando l’ISR. Il P-8A Poseidon si conferma la spina dorsale della strategia antisommergibile della Marina USA.
Il Trattato ONU sull’Alto Mare, giuridicamente vincolante dal prossimo gennaio 2026, rappresenta un passo storico per la protezione del 30% degli oceani, introducendo norme per la conservazione della biodiversità marina e regolamentando attività come pesca ed estrazione mineraria. Questo avrà implicazioni significative per tutte le nazioni e gli attori che operano negli spazi marittimi globali, promuovendo una maggiore sostenibilità e governance.
Infine, la crescente importanza dell’Asia negli arbitrati marittimi, sfidando la leadership di Londra, riflette lo spostamento del baricentro economico e commerciale globale verso l’Oriente.
Conseguenze per l’Italia
Nel Mediterraneo allargato, l’Italia, come attore chiave, è direttamente coinvolta nelle dinamiche di sicurezza marittima. L’intervento israeliano contro la flottiglia di aiuti a Gaza e le successive proteste in Europa, inclusa l’Italia, evidenziano una crescente sensibilità dell’opinione pubblica e la necessità di una posizione diplomatica chiara. Il Ministero degli Esteri italiano ha già annunciato il monitoraggio della situazione e la pronta assistenza consolare per eventuali cittadini coinvolti, dimostrando un impegno attivo nella protezione dei propri connazionali e nel rispetto dei diritti umanitari.
L’aumento delle tensioni nel Mar Rosso, con la richiesta olandese di sanzioni contro gli Houthi, ha dirette implicazioni per la sicurezza delle rotte commerciali che interessano l’Italia, un paese che dipende fortemente dal commercio marittimo. Le operazioni francesi contro traffici illeciti nel Mediterraneo e al largo delle coste europee sottolineano la necessità di una cooperazione rafforzata a livello europeo per la sicurezza marittima, un ambito in cui l’Italia ha un ruolo significativo.
Sul fronte della difesa, la presentazione da parte di MST Group di veloci imbarcazioni intercettori a SeaFuture 2025 dimostra l’eccellenza dell’industria della difesa nazionale e la sua capacità di rispondere alle esigenze di pattugliamento e interdizione marittima in un contesto di minacce ibride.
La retorica aggressiva del Segretario Hegseth negli Stati Uniti e le dichiarazioni di Putin sulla NATO come realtà “in guerra” contro la Russia aumentano il rischio di una “terza guerra mondiale”, come suggerito da alcuni analisti. Questo scenario pone l’Italia, membro della NATO e dell’UE, di fronte alla necessità di bilanciare gli impegni di alleanza con la promozione della de-escalation e della diplomazia.
Le sfide strategiche delineate dall’ECIPE (European Centre for International Political Economy) e da Mario Draghi, che invita l’Europa ad assumere un ruolo più autonomo, sono particolarmente rilevanti per l’Italia, che deve definire la propria posizione in un mondo multipolare e tra le pressioni di USA, Cina e Russia. La competizione per le risorse energetiche e minerarie, nonché la progressiva de-dollarizzazione, influenzeranno l’economia italiana e la sua posizione nel commercio globale, richiedendo strategie di diversificazione e rafforzamento delle alleanze.
Conclusioni
Il 2 ottobre 2025 si è rivelato un punto di svolta, marcando un’intensificazione delle dinamiche di polarizzazione e militarizzazione a livello globale, con profonde implicazioni per la stabilità internazionale.
La retorica bellicosa e il riorientamento strategico degli Stati Uniti sotto l’amministrazione Trump, simboleggiati dal “Dipartimento della Guerra”, segnalano un possibile indebolimento del multilateralismo e un aumento del rischio di conflitti diretti.
La Russia, con le sue dichiarazioni sulla NATO e i suoi progressi nucleari, continua a proiettare un’immagine di assertività. La competizione tra grandi potenze si estende a ogni ambito, dalle risorse critiche (Groenlandia) all’energia nucleare, dalla supremazia tecnologica (droni e IA) al controllo delle rotte marittime. L’emergere dell’India come potenza globale nell’Indopacifico, in alleanza con gli USA, e la progressiva de-dollarizzazione del sistema finanziario globale, evidenziano un profondo riequilibrio dei poteri.
Per l’Italia e l’Europa, la necessità di una “strategia coerente e autonoma” diventa impellente. È fondamentale bilanciare gli impegni di alleanza con la NATO con una promozione incisiva della diplomazia e della de-escalation, specialmente nel Mediterraneo e nel Mar Rosso, dove gli interessi italiani sono direttamente in gioco. L’investimento in tecnologie di difesa innovative, come quelle presentate a SeaFuture 2025, deve essere accompagnato da una forte cooperazione europea per la sicurezza marittima e la difesa contro minacce ibride. In un contesto di incertezza economica, l’Italia deve diversificare le proprie dipendenze energetiche e commerciali, esplorando nuove partnership in Asia centrale e nel Global South, e monitorare attentamente l’evoluzione del sistema finanziario multipolare.
I temi che hanno maggiori possibilità di ulteriori sviluppi e novità nei giorni successivi sono: la politica aggressiva del “Dipartimento della Guerra” statunitense e le sue ricadute sulle relazioni con Russia e Cina; l’evoluzione della crisi di Gaza e le reazioni internazionali all’intervento israeliano, inclusa la posizione della Turchia; il progresso della de-dollarizzazione e l’impatto sul sistema finanziario globale; l’intensificarsi della corsa alle risorse critiche, in particolare in Groenlandia; e gli sviluppi tecnologici nel campo dei droni e delle armi autonome, che continueranno a ridefinire la guerra moderna. Sarà cruciale monitorare anche gli sviluppi interni in Cina riguardo alla successione di Xi Jinping e le ripercussioni dello shutdown del governo americano sull’efficacia delle politiche interne ed estere
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