09-10-25 Dal mondo
9 Ottobre 2025 2025-10-09 8:1609-10-25 Dal mondo
Geopolitica
—Dopo il 7 ottobre, l’8 ottobre e il genocidio dei palestinesi
—Gaza. Armi a Israele: il Gap denuncia l’Italia alla Cpi
—I più recenti attacchi cyber rivolti a target italiani
—Ucraina. Clima molto pericoloso, è l’Europa a creare le condizioni per un’escalation
—Donald Tusk giustifica il sabotaggio del Nord Stream e fa muro con i giudici tedeschi
—Francia: Lecornu getta la spugna, e ora Macron valuta l’apertura a sinistra
—Sondaggi Francia 2025. Crisi Governo fa volare Le Pen
—Gen Z: cresce la protesta dei giovani nel mondo
—USA. Il passo falso della riunione di Quantico
—Crimine organizzato nell’era digitale
–🇬🇧Italy Follows Ukraine’s Lead with Anti-Drone Shotgun Deployment
–🇬🇧The Russia–Ukraine war has entered a new phase
–🇬🇧Europe’s center is crumbling as nationalism surges
–🇬🇧The Hazards of the “Armed Conflict” Label
Geoeconomia
—Nuovo corridoio di transito tra Kazakistan e Oman
—Uzbekistan. Dal commercio alla tecnologia: come Tashkent vede il futuro della cooperazione turca
—Cantieristica navale, il Giappone vuole raddoppiare la sua capacità
–🇬🇧Navigating Today’s Logistics Landscape: Tariffs, Turmoil & Transformation
Difesa
–🇬🇧Frozen Frontiers: The Navy’s Role in Emerging Arctic Sea Lanes
–🇬🇧Philippines, France nearing deal to boost combat drills
–🇬🇧U.S. and Philippine Forces Drill Near South China Sea Flashpoint
–🇬🇧UK Unveils Infinity Tether, A Jam-Resistant Defensive Drone System
Scenari Geopolitici
Dalle fragili speranze di pace a Gaza agli spettri di escalation in Venezuela e Ucraina, passando per le crisi interne europee e la crescente competizione nell’Indo-Pacifico e nell’Artico, gli eventi di questo giorno riflettono le profonde trasformazioni in atto negli equilibri di potere globali e regionali.
Eventi Clou
I principali eventi del giorno sono stati ben tre:
La Francia è nel caos politico: il premier Sébastien Lecornu si è dimesso dopo solo 27 giorni, segnando il mandato più breve della Quinta Repubblica. Il governo è crollato prima ancora di entrare in carica, a causa dell’impasse nell’Assemblea Nazionale e delle critiche trasversali per la composizione del gabinetto, ritenuto un riciclo dell’establish-ment. La crisi deriva dalla divisione del parlamento in tre blocchi senza maggioranza, amplificata dal deficit e dal debito pubblico elevati. Macron ha accettato le dimissioni ma ha chiesto a Lecornu di cercare un compromesso, minacciando nuove elezioni anti-cipate. Il rischio è una lunga paralisi politica, con l’estrema destra di Marine Le Pen raf-forzata e mercati nervosi per gli alti costi di prestito. L’instabilità minaccia la tenuta del-la Francia e dell’UE.
Alcuni commentatori statunitensi hanno criticato la decisione di Trump di definire gli Stati Uniti in “conflitto armato” con i cartelli della droga venezuelani, mossa senza au-torizzazione del Congresso e contraria alla Costituzione. Pillar paragona questa strate-gia agli errori della “guerra al terrore” post-11 settembre, allertando sui rischi di esca-lation militare, abusi dei poteri presidenziali e repressione interna. Con questa scusa, Trump ha interrotto i negoziati con il Venezuela, intensificando la pressione militare contro Maduro, accusato di legami con i cartelli. Gli Usa hanno colpito imbarcazioni nel Mar dei Caraibi, e la retorica bellica apre a un possibile intervento militare più ampio, con rischi elevati per la stabilità regionale e internazionale.
Gli inviati del Presidente Donald Trump, Jared Kushner e Steve Witkoff, sono arrivati mercoledì a Sharm el-Sheikh, in Egitto, per partecipare alle trattative volte a garantire il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e porre fine alla guerra di due anni a Gaza. Il loro arrivo segna una fase cruciale nei colloqui indiretti tra Israele e Hamas, iniziati lunedì. Trump ha sollecitato entrambe le parti a raggiungere un accordo entro pochi giorni, definendo le prossime 48 ore come cruciali. Partecipano anche funzionari del Qatar, Turchia, Egitto e Israele. Gli Stati Uniti dicono che Kushner e Witkoff rimar-ranno finché non sarà raggiunto un accordo, esprimendo un cauto ottimismo per una svolta imminente.
Conseguenze dei fatti accaduti
Conseguenze geopolitiche
La spinta di Trump per un accordo a Gaza, pur lodabile nella sua intenzione di cessare le ostilità, si inserisce in un quadro di “Pre-Potenze” che operano con azzardo morale, come evidenziato dal dibattito sull’etichettatura della situazione in Venezuela come “conflitto ar-mato”. Questo approccio unilaterale rischia di minare le istituzioni internazionali e la credi-bilità degli Stati Uniti stessi, come suggerito dalla critica al “passo falso” della riunione di Quantico, che indebolisce gli equilibri tra potere civile e militare e offre vantaggi comunica-tivi a rivali come Russia e Cina.
La crisi politica francese, con l’ascesa dell’estrema destra e l’instabilità governativa, non è solo una questione interna, ma un sintomo del “declino dei partiti mainstream in Europa a favore di un’ondata nazionalista”, alimentata dalla stanchezza per la guerra in Ucraina e ten-sioni economiche. Questa frammentazione europea potrebbe avere gravi implicazioni per la coesione dell’UE, la sua capacità di finanziare il sostegno all’Ucraina e la sua posizione di fronte all’escalation della “guerra ibrida”, che mira a dividere il blocco con incursioni di droni e attacchi cyber.
Nell’Indo-Pacifico, la militarizzazione è evidente. Le esercitazioni congiunte tra USA, Filippi-ne, Giappone e Regno Unito nel Mar Cinese Meridionale e nell’Oceano Indiano, compresa la prima esercitazione di alto livello con portaerei tra UK e India, dimostrano una volontà di contenimento della crescente influenza cinese. Tuttavia, l’accordo AUKUS, sebbene strategi-co, è minacciato da ritardi nella produzione di sottomarini statunitensi e da dubbi sulla ca-pacità australiana, sollevando “ansie” e potenziali fratture nell’alleanza. La presenza cinese che effettua campagne in vicinanza di Taiwan in operazioni che vengono definite come azioni in “zone grigie marittime”, utilizzando flotte miste, sottolinea la natura complessa e ambigua della competizione, richiedendo risposte innovative.
L’Artico emerge come un nuovo fronte di competizione strategica, con il riscaldamento glo-bale che apre rotte marittime e risorse. La presenza navale statunitense, sebbene in crescita, deve affrontare le lacune infrastrutturali e la cooperazione tra Russia e Cina nella regione. La Russia, nonostante le pressioni economiche, ha mostrato una notevole resilienza militare e capacità di adattamento in Ucraina, istituzionalizzando un “ecosistema di apprendimento” che potrebbe replicare in altri contesti, posizionandosi come un attore revisionista capace di sfidare la determinazione occidentale.
Infine, la situazione in America Latina, con l’escalation militare voluta da Trump verso il Ve-nezuela e la crisi ad Haiti, evidenzia come le “Pre-Potenze” esercitino la loro influenza an-che in regioni tradizionalmente considerate periferiche, con rischi di destabilizzazione e violazione dei principi democratici. Il fenomeno della criminalità organizzata transnazionale, che sfrutta le tecnologie digitali, aggiunge un ulteriore strato di complessità, sfidando la sovranità statale e richiedendo un coordinamento internazionale più efficace.
Conseguenze strategiche
La decisione di Trump di interrompere i colloqui con il Venezuela e la sua dichiarazione di “conflitto armato” contro i cartelli della droga segnano un cambio di rotta verso l’hard power. Questa mossa, se da un lato mira a rafforzare la deterrenza regionale, dall’altro rischia di alienare alleati e legittimare interventi militari senza un chiaro mandato, come sottolinea-to dalle critiche di Paul Pillar. Strategicamente, questo potrebbe distogliere risorse e attenzione da altri teatri, come l’Indo-Pacifico, dove la US Navy sta già affrontando la sfida di una flotta limitata, come dimostrato dalla necessità di dispiegare la USS George Washington dopo un lungo periodo di manutenzione.
La guerra in Ucraina, descritta come “più pericolosa”, spinge l’Europa a un riarmo significativo e l’adozione di fondi comuni UE per l’industria della difesa. Questo, tuttavia, genera ti-mori di una “escalation” preventiva da parte della Russia, che ha dimostrato una capacità di adattamento militare e un “ecosistema di apprendimento” che la rende più resiliente del previsto. La minaccia di droni nello spazio aereo europeo e la proposta di un “muro anti-drone” sono risposte dirette a questa “guerra ibrida”, che mette alla prova la coesione e l’interoperabilità della NATO e dell’UE. La possibile fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina da parte di Trump, sebbene presentata come leva negoziale, è considerata da Mosca una “linea rossa” che potrebbe innescare ritorsioni dirette contro la NATO.
Nell’Indo-Pacifico, l’Australia si sta trasformando in una “potenza maggiore” grazie all’AUKUS, che prevede la costruzione di sottomarini nucleari e una più ampia cooperazione tecnologica con USA e Regno Unito. Questo rafforza la deterrenza contro la Cina, ma le “an-sie AUKUS” sui ritardi e sui costi elevati potrebbero minare l’affidabilità degli Stati Uniti e la fiducia degli alleati regionali. Le esercitazioni tra USA e Filippine, e tra Regno Unito e India, sono esempi di una strategia di “contenimento marittimo” che mira a rafforzare la cooperazione internazionale e a contrastare le “campagne di zona grigia” cinesi. La decisione del Giappone di raddoppiare la sua capacità cantieristica sottolinea la consapevolezza della necessità di bilanciare la crescente influenza marittima cinese.
Infine, la crisi interna francese e l’ascesa del nazionalismo in Europa complicano la capacità del continente di agire in modo unitario e coerente sulla scena globale. L’instabilità politica può indebolire il sostegno all’Ucraina e la proiezione di potere dell’UE, rendendola più vulnerabile alle pressioni esterne e meno capace di affrontare sfide globali come la competi-zione tecnologica e la criminalità organizzata digitale.
Conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche
Economia e finanza
La proposta di Trump di rivedere gli accordi di Basilea III, trattando i paesi UE come sistemi finanziari distinti, è una mossa strategica che potrebbe costare miliardi alle banche europee, imponendo requisiti patrimoniali più stringenti. Questo si inserisce in un contesto di “geo-finanza” e competizione per la sovranità monetaria, con la BCE che lavora per un “euro di-gitale” per contrastare le dipendenze esterne e difendersi da “ricatti finanziari americani”. La Germania, locomotiva d’Europa, prosegue nella sua crisi industriale con cali significativi nella produzione, tagli occupazionali e deindustrializzazione, attribuibili alla concorrenza ci-nese, agli eccessivi costi dell’energia e ai dazi USA. Questo ha implicazioni negative per l’intera economia europea, inclusa l’Italia settentrionale. Le “turbolenze” nel panorama logi-stico globale, causate dall’eliminazione della soglia de minimis negli USA, dazi fino al 145% sui beni cinesi, e flotte obsolete, stanno spingendo le aziende a ridisegnare le catene di approvvigionamento.
Tecnologia e innovazione
L’IA emerge come un fattore trasformativo cruciale. In Uzbekistan, 2.141 funzionari statali saranno licenziati dal 1° novembre a causa dell’implementazione dell’IA nei processi amministrativi, evidenziando l’impatto sulla forza lavoro e l’efficienza governativa. Il CSIS sottolinea come l’IA possa servire il Global South, trasformando la divisione digitale in opportuni-tà di sviluppo, ma avverte della sua concentrazione nelle economie avanzate. La DFC statunitense sta investendo in tecnologie digitali come 5G, AI e cloud computing per contrastare la Digital Silk Road cinese, promuovendo standard USA e mitigando rischi cyber. La criminalità organizzata, evolvendo nella “criminalità 4.0”, sfrutta l’IA, blockchain e social marketing per il narcotraffico e il riciclaggio, richiedendo risposte innovative basate sull’IA predittiva e la collaborazione internazionale. Il Regno Unito sta investendo in tecnologie disruptive per la sicurezza nazionale, come l’Infinity Tether, un sistema di droni difensivi resi-stente al jamming. La US Navy ha approvato la selezione per il suo caccia stealth di prossima generazione, F/A-XX, che integrerà capacità avanzate di stealth e droni da combattimento. L’Italia, seguendo l’esempio ucraino, sta dispiegando fucili anti-drone come il Benelli M4 AI Drone Guard, una soluzione “antica” contro minacce moderne, e sta affrontando una nuova ondata di attacchi cyber, con malware e data breach che evidenziano la vulnerabilità delle infrastrutture digitali.
Energia
La situazione energetica rimane tesa. La Russia ha firmato un accordo per il gasdotto Power of Siberia 2 con la Cina, raddoppiando le esportazioni di gas e rafforzando l’asse energetico tra i due paesi. La controversia sul sabotaggio del Nord Stream, con le dichiarazioni del primo ministro polacco Tusk che giustificano politicamente l’atto, evidenzia le divisioni in-terne all’UE e la persistente dipendenza energetica da fonti esterne, nonostante gli sforzi per la diversificazione.
Questi sviluppi indicano che le economie globali sono sempre più sensibili alle tensioni geopolitiche e che la tecnologia, in particolare l’IA, sta diventando una risorsa strategica sia per la crescita che per la sicurezza, ma anche un vettore per nuove forme di criminalità e vulnerabilità.
Conseguenze marittime
Nell’Indo-Pacifico, si osserva un rafforzamento delle alleanze navali per contrastare la cre-scente influenza cinese. L’esercitazione navale tra Stati Uniti e Filippine, con la partecipa-zione del Giappone, è un chiaro segnale di cooperazione per la sicurezza marittima in pros-simità dei punti caldi del Mar Cinese Meridionale. Allo stesso modo, le Filippine e la Fran-cia sono vicine a uno Status of Visiting Forces Agreement (SOVFA), che intensificherà le esercitazioni militari congiunte, dimostrando una volontà di Manila di diversificare i pro-pri partner di sicurezza oltre gli Stati Uniti.
Il Carrier Strike Group della Royal Navy, guidato dalla HMS Prince of Wales, ha completato la sua missione globale con esercitazioni con le marine sudcoreana, giapponese e malese (Bersama Lima 2025), per poi partecipare all’esercizio Konkan 2025 con la Marina India-na. La USS George Washington ha ripreso a operare nell’oceano Pacifico, consolidando la presenza americana in un’area di vitale interesse strategico.
La campagna cinese vicino a Taiwan, che impiega flotte di vascelli civili dual-use per sorve-glianza e affermazione di presenza, rappresenta una sfida marittima complessa. L’analisi dati open-source del CSIS ha identificato “segnali nello sciame” come anomalie AIS e masche-ramento di movimenti, richiedendo una deterrenza mirata e una maggiore trasparenza.
Il Giappone risponde a questa pressione marittima con un ambizioso piano per raddoppia-re la sua capacità cantieristica navale, portandola a 18 milioni di tonnellate annue. Que-sta mossa strategica mira a rivitalizzare un comparto in declino e a ridurre il predominio ci-nese nel mercato marittimo globale. Anche l’Australia, attraverso il finanziamento di Austal Limited per espandere la sua capacità di costruzione navale negli Stati Uniti, sta contri-buendo a rafforzare la produzione di navi per la Marina e la Guardia Costiera statunitense, evidenziando una crescente integrazione industriale nel settore della difesa marittima tra i due paesi.
Nell’Artico, il riscaldamento globale continua a rendere accessibili nuove rotte marittime come la Northern Sea Route russa e il Northwest Passage canadese, con un aumento del traffico di merci. La Marina USA è chiamata a garantire una presenza adeguata e assicurare la libertà di navigazione, affrontando le lacune infrastrutturali e la crescente cooperazione marittima tra Russia e Cina. La missione inaugurale della rompighiaccio USCGC Storis nell’Artico è un segnale della priorità statunitense di rafforzare la propria presenza e consapevolezza del dominio marittimo nella regione.
Nel Mediterraneo Allargato e nel Mar Rosso, le minacce persistono. Gli attacchi degli Houthi alle rotte commerciali nel Mar Rosso hanno spinto alla creazione della Yemen Mari-time Security Partnership (YMSP), che mira a sostenere e addestrare la Guardia Costiera yemenita per contrastare il contrabbando e proteggere il commercio marittimo. Il dispiega-mento della USS Gerald R. Ford nel Mediterraneo, sebbene attuato allo scopo di fornire eventuali opzioni militari al presidente Trump in caso di escalation in Medio Oriente, evidenzia la persistente instabilità della regione e la necessità di una robusta presenza navale per la deterrenza.
Infine, l’interruzione dei colloqui tra Trump e il Venezuela apre la strada a una possibile escalation militare marittima, con attacchi statunitensi su sospette imbarcazioni di narcotrafficanti nel Mar dei Caraibi, trasformando la regione in un ulteriore punto di tensione marittima.
Conseguenze per l’Italia
Le dinamiche geopolitiche dell’8 ottobre 2025 generano un insieme di conseguenze com-plesse e sfidanti per l’Italia, toccando la sua politica estera, la sicurezza, l’economia e la proiezione internazionale.
Implicazioni per la Politica Estera e la Sicurezza
La denuncia del GAP alla Corte Penale Internazionale contro il Primo Ministro Meloni e altri esponenti del governo italiano per presunta complicità in crimini di guerra a Gaza, a causa delle esportazioni di armi e del supporto logistico a Israele, pone l’Italia in una posizione delicata a livello internazionale. Questo evento evidenzia le tensioni tra la tradizionale fedeltà euro-atlantica dell’Italia e le crescenti pressioni dell’opinione pubblica e degli organismi internazionali, rischiando un danno d’immagine per l’UE e il G7. La necessità di bilanciare interessi economici (legati all’industria della difesa con aziende come Leonardo SpA) e obblighi umanitari internazionali diventerà cruciale.
Sul fronte europeo, l’escalation della “guerra ibrida”, con droni che violano lo spazio aereo di paesi membri, e la proposta di un “muro anti-drone” e di fondi comuni per la difesa UE, spingeranno l’Italia a rafforzare le proprie capacità di difesa e a partecipare attivamente alle iniziative di sicurezza collettiva. Il coinvolgimento dell’Italia nell’esercitazione navale nell’Indo-Pacifico, insieme a USA, Filippine, Giappone e Regno Unito, dimostra la crescente proiezione della nazione in teatri strategici lontani, al servizio degli interessi nazionali. L’Italia è anche un attore importante nel Mediterraneo Allargato e nel Mar Rosso, dove le minacce degli Houthi e la stabilizzazione della Yemen Maritime Security Partnership richiedo-no un impegno continuo.
Conseguenze Economiche e Industriali
La crisi industriale della Germania, con cali di produzione e tagli occupazionali, avrà riper-cussioni significative sull’Italia settentrionale, strettamente legata al sistema produttivo te-desco. La recessione tecnica tedesca e la deindustrializzazione delineano un futuro incerto per l’interscambio commerciale e le catene di approvvigionamento regionali.
L’adozione di fondi comuni per la difesa nell’UE, con il pacchetto “mini omnibus” e le stra-tegie ReArm Europe e Readiness 2030, rappresenta un’opportunità per l’industria della di-fesa italiana, spingendo verso il consolidamento delle capacità industriali e la riduzione delle dipendenze esterne. Aziende come Leonardo SpA potrebbero beneficiare di questi in-vestimenti, ma dovranno anche navigare le questioni etiche e legali legate alle esportazioni di armi.
Tecnologia e Cybersicurezza
L’Italia sta seguendo l’esempio ucraino nel dispiegamento di fucili anti-drone, con l’adde-stramento e la produzione di armi come il Benelli M4 AI Drone Guard. Questo evidenzia l’a-dattamento delle forze armate italiane alle nuove minacce asimmetriche. La nuova ondata di attacchi cyber contro l’Italia, con campagne di phishing mirate e la diffusione di malware come Klopatra, sottolinea la crescente vulnerabilità delle infrastrutture digitali nazionali. Questo richiede un rafforzamento delle capacità di cybersicurezza, investimenti in intelli-gence proattiva e collaborazione internazionale per contrastare attori come UNC5174 e gruppi di estorsione.
Posizionamento Geopolitico
La crisi politica interna francese, con l’ascesa del nazionalismo, potrebbe indebolire l’asse franco-tedesco e la coesione dell’UE, influenzando la capacità dell’Italia di promuovere i propri interessi all’interno di un’Europa forte e unita. L’Italia dovrà navigare attentamente tra le pressioni di Trump e gli interessi europei, specialmente in vista delle politiche statu-nitensi sui dazi e le infrastrutture finanziarie. La proposta di un mercato integrato del Medi-terraneo (Ekuméne) e di una “Teologia economica” per la pace in Medio Oriente, sebbene visionaria, potrebbe offrire all’Italia l’opportunità di promuovere un ruolo di ponte tra le di-verse sponde del Mediterraneo e di attore chiave nella costruzione di un ordine regionale più stabile.
In sintesi, l’Italia si trova a fronteggiare un periodo di grandi sfide e opportunità, in cui la capacità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti geopolitici, di rafforzare le proprie difese e di promuovere una diplomazia efficace sarà fondamentale per garantire la propria sicurezza e prosperità in un mondo sempre più incerto.
Conclusioni
Gli eventi dell’8 ottobre 2025 dipingono un quadro geopolitico globale di crescente com-plessità, caratterizzato da una diffusa instabilità, una competizione tra grandi potenze in in-tensificazione e una frammentazione interna in molte regioni. Le speranze di pace a Gaza sono bilanciate dalle tensioni crescenti in Venezuela e Ucraina, mentre l’Europa affronta sia crisi interne che minacce ibride esterne. L’Indo-Pacifico e l’Artico sono teatri di una milita-rizzazione accelerata, dove le alleanze e le capacità navali sono in continua ridefinizione.
Per navigare questo scenario, è cruciale adottare un approccio scientifico, sintetico ed esaustivo, che vada al punto delle questioni più rilevanti. La documentazione esaminata of-fre uno spaccato dettagliato di questa giornata ricca di eventi, ma è essenziale tradurre tali fatti in un’analisi coerente che evidenzi le interconnessioni e le implicazioni strategiche.
Conclusioni chiave e possibili sviluppi:
- Medio Oriente: Pace fragile e tensioni latenti. L’arrivo degli inviati di Trump a Sharm el-Sheikh indica una pressione politica significativa per una tregua a Gaza. Tut-tavia, la denuncia contro l’Italia alla CPI e la ferma condanna del Vaticano evidenziano che la “battaglia morale” è tutt’altro che vinta e potrebbe riaccendersi con nuove accuse o offensive. La YMSP nel Mar Rosso cercherà di stabilizzare la sicurezza marittima, ma la resilienza degli Houthi e l’influenza iraniana resteranno nodi critici, con possibili escalation navali.
- Europa: Crisi interna e fronte esterno unito ma vulnerabile. La crisi politica fran-cese, con l’ascesa dell’estrema destra, e la crisi industriale tedesca, continueranno a erodere la coesione e la capacità di azione dell’UE, alimentando il nazionalismo. Tutta-via, la minaccia russa di “guerra ibrida” sta spingendo l’Europa verso un maggiore coordinamento nella difesa (muro anti-drone, fondi comuni) e nella sovranità monetaria (euro digitale.
- Ucraina: Escalation e resilienza russa. La guerra in Ucraina è in una fase più perico-losa, con la Russia che mostra capacità di adattamento militare e tecnologico notevoli. Le minacce di Trump di inviare Tomahawk all’Ucraina, pur considerate in parte retoriche da Putin, aumentano il rischio di un’escalation diretta con la NATO
- Indo-Pacifico e Artico: Competizione globale accelerata. L’Indo-Pacifico è un ful-cro di militarizzazione, con le esercitazioni congiunte e il rafforzamento delle alleanze navali che mirano a contenere la Cina. Le “ansie AUKUS” sui ritardi dei sottomarini e i costi elevati potrebbero mettere a dura prova l’affidabilità statunitense. L’Artico, con le sue nuove rotte marittime, diventerà un fronte sempre più caldo per la competizione tra USA, Russia e Cina.
- America Latina: Escalation e criminalità digitale. La mossa di Trump di interrompe-re i colloqui con il Venezuela e la sua etichettatura come “conflitto armato” segnalano una potenziale escalation militare che potrebbe avere conseguenze regionali imprevedibili e alimentare derive autoritarie. La crisi ad Haiti e l’ascesa della criminalità organizzata nell’era digitale, che sfrutta IA e criptovalute, richiederanno nuove strategie di sicurezza e cooperazione internazionale.
Raccomandazioni:
• Rafforzare la diplomazia multilaterale. In un mondo sempre più polarizzato, è essenziale rilanciare il dialogo attraverso le Nazioni Unite e altre piattaforme multilaterali, resistendo alla tentazione di unilateralismi che erodono la fiducia e la stabilità.
• Investire in sicurezza e resilienza. Le nazioni devono continuare a investire in capacità di difesa avanzate, sia convenzionali che cyber, e a sviluppare strategie di resilienza contro le guerre ibride e le interruzioni delle catene di approvvigionamento.
• Adattarsi alla rivoluzione tecnologica. L’IA e le tecnologie digitali sono sia un’opportunità che una minaccia. È fondamentale sviluppare politiche e regolamentazioni che ne massimizzino i benefici per lo sviluppo (anche nel Global South) e ne mitighino i rischi per la sicurezza e la privacy.
• Promuovere la coesione interna. La crescente polarizzazione politica e l’ascesa del nazionalismo minacciano la stabilità interna di molti paesi. I governi devono affrontare le cause profonde di queste divisioni, promuovendo il dialogo e la fiducia tra le diverse componenti della società.
Follow us on:

