11-11-25 Dal mondo
11 Novembre 2025 2025-11-11 8:0311-11-25 Dal mondo
Geopolitica
—Ucraina: le inchieste sui leader, il disastro incombente, le diserzioni
—Così Kaja Kallas cancella l’Urss dalla Seconda Guerra Mondiale
—Scandalo alla Bbc: dimissioni dei vertici per il video manipolato su Trump
—Venezuela. La strategia di Trump tra dottrina Monroe e diplomazia performativa
–🇬🇧‘America First’ Does Not Mean ‘America Alone’: Hegseth Reaffirms U.S. Commitment to Indo-Pacific
–🇬🇧America First? For DC swamp, it’s always ‘War First’
–🇬🇧Dick Cheney’s ghost has a playbook for war in Venezuela
–🇬🇧Trump’s Strategy Against Venezuelan Gangs is Self-Defeating
–🇬🇧6 Dead in Weekend Strikes on Suspected Narco Boats in Eastern Pacific
–🇬🇧Trump’s Caribbean Campaign: The Data Behind the Developing Conflict
–🇬🇧Boat With Migrants Sinks Off Malaysia, Hundreds Missing
Geoeconomia – Ambiente
—USA: L’età dell’oro del gas americano e il conto salato per l’Europa
–🇬🇧One Month In, U.S. Halts Port Fees Aimed at Countering China’s Shipbuilding Dominance
Difesa
—Perché i nuovi sottomarini pakistani cambiano gli equilibri dell’Indo-Med
–🇬🇧Indian Navy and EU Forces Intensify Hunt for Somali Pirates Following Tanker Rescue
–🇬🇧Building the Hybrid Fleet: Unmanned Subsurface Awareness for Naval Superiority
–🇬🇧The UK’s Nuclear Arsenal Is Tiny—but Big Enough for Deterrence
–🇬🇧The PLA’s expanding joint-exercise profile and modernisation
Scenari Geopolitici
Il 10 novembre 2025 si è rivelato una giornata densa di eventi, con sviluppi significativi che hanno ridefinito equilibri e dinamiche in quasi ogni angolo del globo. Dal confronto tra superpotenze alle crisi umanitarie, dalla competizione tecnologica alle riforme interne, il panorama geopolitico mostra una complessità crescente, dove ogni azione ha ripercussioni a livello regionale e internazionale.
Eventi Clou
Scandalo BBC: Dimissioni dei Vertici per Video Manipolato su Trump
La BBC è nel mirino dopo la trasmissione del documentario “Trump: A Second Chance?”, che ha manipolato il celebre discorso di Trump del 6 gennaio 2021, omettendo la frase “peacefully and patriotically make your voices heard” e mostrando il “fight like hell” come incitamento puro alla violenza. L’accusa di distorsione, contenuta in un memo interno da 19 pagine redatto da Michael Prescott, ha costretto alle dimissioni il Director General Tim Davie e la CEO Deborah Turness. Trump ha esultato su Truth Social; la Casa Bianca, tramite la portavoce Leavitt, ha bollato la BBC come “fake news” e “macchina di propaganda di sinistra”. Lo scandalo mette a rischio la credibilità mediatica britannica e alimenta il dibattito sull’imparzialità giornalistica.
Naufragio Rohingya: Centinaia di Dispersi al Largo della Malesia
Un barcone con circa 300 Rohingya partiti dallo stato birmano di Rakhine si è capovolto nelle acque tra Malesia e Thailandia, al largo dell’isola di Langkawi: 7 morti accertati, 13 sopravvissuti, centinaia di dispersi. I migranti, in fuga dal conflitto e dalla fame, avevano tentato la traversata su imbarcazioni di fortuna dopo essere sbarcati da una nave madre per eludere i controlli; il destino delle altre due barche resta ignoto. Dal gennaio 2025, oltre 5.100 Rohingya hanno affrontato questi viaggi disperati, con almeno 600 morti o dispersi secondo l’UNHCR. L’episodio rimarca i drammatici rischi delle migrazioni forzate e le persistenti emergenze umanitarie nel Sud-est asiatico.
COP30 a Belém: Divisioni e Sfide nella Transizione Climatica
La COP30 si è aperta a Belém in Amazzonia, focalizzandosi sulla crisi climatica e la transizione energetica in un clima di forti divisioni tra Paesi. Il summit mira a ridurre le emissioni e promuovere la sostenibilità, ma registra defezioni di USA, Cina, India e Russia, assenti con rappresentanze di alto livello. UE e USA frenano, i BRICS presentano posizioni ambigue. L’Italia chiede un approccio integrale pubblico-privato. Il messaggio papale invita all’ecologia integrale e a salvare creato e dignità umana. Si discute di finanziamenti green, adattamento e protocolli futuri, ma la mancanza di collaborazione globale su clima, guerre ed economia rende difficile un’intesa che possa realmente cambiare la traiettoria delle emissioni e il rispetto degli Accordi di Parigi.
Ucraina: Corruzione, Crollo a Pokrovsk e Diserzioni di Massa
L’Ucraina affronta una fase critica: indagini della NABU coinvolgono collaboratori del Presidente Zelensky in casi di corruzione energetica e un’inchiesta tedesca accusa la leadership di aver ordinato il sabotaggio del Nord Stream 2. Sul fronte militare, la città di Pokrovsk rischia l’accerchiamento russo: l’80% è sotto controllo di Mosca e la resistenza si sta esaurendo. Dal 2025 l’Ucraina non lancia più offensive, segnale di dissanguamento delle proprie forze. Le diserzioni raggiungono livelli record con oltre 110.000 soldati fuggiti nei primi mesi del 2025, pari al 20% delle truppe, aggravando la crisi. Il dissesto interno si intreccia così con le difficoltà belliche e i pericolosi giochi politici ai vertici.
Distensione economica tra USA e Cina
La decisione degli Stati Uniti di sospendere per un anno le tariffe portuali anti-Cina, rappresenta un gesto che, seppur temporaneo, segnala una distensione nelle relazioni commerciali tra le due potenze, concordata durante un summit in Corea del Sud. Questo accordo, che vede anche la Cina reciprocamente sospendere le contromisure contro le navi USA, è un tentativo di stabilizzare il settore marittimo e garantire maggiore certezza per gli investimenti, sebbene i sindacati americani critichino la mossa come un danno alla sicurezza economica nazionale.
Conseguenze dei fatti accaduti
Conseguenze geopolitiche
La distensione temporanea tra USA e Cina sulle tariffe portuali, se da un lato offre una pausa alla “guerra commerciale” e mira a stabilizzare i mercati globali, dall’altro non risolve le frizioni strutturali tra le due superpotenze. La consegna della portaerei Fujian da parte cinese è un chiaro segnale delle ambizioni di Pechino di proiettare la sua potenza oltre i propri confini, sfidando l’egemonia navale statunitense e accelerando la corsa agli armamenti nell’Indo-Pacifico. Questo alimenta le tensioni su Taiwan, dove la “strategia dell’anaconda” cinese nella zona grigia aumenta il rischio di un conflitto che avrebbe ripercussioni globali.
Il riavvicinamento tra USA e Siria, con la visita di al-Sharaa alla Casa Bianca e la sospensione delle sanzioni, rappresenta una mossa audace di Trump per riorganizzare il Medio Oriente, isolando l’Iran e creando un nuovo asse regionale. Questa strategia, sebbene controversa data la storia di al-Sharaa, mira a stabilizzare una regione cruciale e a ridefinire le alleanze in funzione anti-iraniana.
Il “fantasma di Dick Cheney” aleggia sulla politica estera di Trump, con la critica che la sua strategia contro il Venezuela sia autolesionistica, esagerando la minaccia dei cartelli della droga per giustificare interventi militari e potenziali cambi di regime, rischiando di creare nuovi pantani simili all’Iraq.
La “fine dell’onda rossa” in America Latina, con l’ascesa di governi di destra, indica un riallineamento geopolitico verso l’Occidente e un possibile rafforzamento delle democrazie liberali, anche se con il rischio di polarizzazioni illiberali.
La concessione di un permesso speciale all’Ungheria per importare energia russa, in un contesto di dipendenza infrastrutturale, frammenta il fronte europeo sulle sanzioni e mette in discussione la coesione dell’UE, evidenziando le difficoltà di adottare una strategia energetica comune.
La riemersione della pirateria somala nel Mar Rosso e nell’Oceano Indiano sottolinea la fragilità della sicurezza marittima in aree strategiche per il commercio globale. La Russia, dal canto suo, rafforza l'”asse di autocrati” con Iran, Corea del Nord e Venezuela, fornendo tecnologia nucleare e sistemi missilistici in cambio di supporto, consolidando un blocco anti-occidentale che evoca una “Guerra Fredda 2.0”.
La politica estera dell’amministrazione Trump, con il ritiro di truppe dalla Romania e la de-prioritizzazione dell’Europa, suggerisce un ribilanciamento globale delle forze USA verso l’Indo-Pacifico e l’emisfero occidentale.
Conseguenze strategiche
La consegna della portaerei cinese Fujian, con la sua tecnologia EMALS, è un game changer per la PLAN, conferendole una capacità di proiezione di forza che la posiziona come un attore navale di primo piano a livello globale. Questa mossa intensifica la corsa agli armamenti navali nell’Indo-Pacifico e spinge gli Stati Uniti a riconsiderare le proprie strategie di deterrenza nella regione, specialmente riguardo a Taiwan. La Cina, attraverso la sua “strategia dell’anaconda”, sta già operando nella zona grigia con incursioni aeree e cyberattacchi, mettendo sotto pressione Taipei e testando la risposta internazionale.
La strategia di Trump di ritirare truppe dalla Romania e de-prioritizzare l’Europa sposta l’asse della sicurezza USA verso l’Indo-Pacifico e l’emisfero occidentale. Questa decisione, pur liberando risorse per la competizione con la Cina, solleva interrogativi sulla tenuta della NATO e sulla capacità dell’Europa di difendersi autonomamente dalle minacce russe, specialmente in un contesto di indebolimento ucraino.
La Russia, approfittando di queste dinamiche, rafforza il suo asse con paesi come la Corea del Nord e il Venezuela, fornendo tecnologie militari e aprendo nuovi fronti di sfida all’Occidente, richiamando scenari di “Guerra Fredda 2.0”.
Nel Medio Oriente, il riavvicinamento tra USA e Siria ha implicazioni strategiche dirette per l’Iran e Israele. L’isolamento dell’Iran e la potenziale creazione di un asse Washington-Damasco-Tel Aviv ridefiniscono la sicurezza regionale, con la Siria che potrebbe ospitare basi militari USA e collaborare nella lotta contro l’ISIS. Questo, se da un lato offre stabilità al confine settentrionale israeliano, dall’altro solleva timori sulle radici jihadiste del nuovo regime siriano.
La riemersione della pirateria somala richiede una risposta strategica coordinata da parte delle marine internazionali, come l’Operazione ATALANTA dell’UE e la Marina Indiana, per proteggere le rotte commerciali vitali nell’Oceano Indiano.
L’evoluzione delle operazioni navali verso flotte ibride, che integrano unità di superficie non pilotati (USV) con tecnologie sonar 3D avanzate, rappresenta un’opportunità strategica per gli USA e gli alleati per migliorare la consapevolezza situazionale, l’intelligence, la sorveglianza e la ricognizione (ISR) nel dominio subacqueo, essenziale per la superiorità navale e per affrontare minacce come mine e sottomarini nemici.
Infine, la riforma del procurement della Difesa USA, annunciata da Pete Hegseth, con lo slogan “speed to delivery”, mira a rivoluzionare il sistema di acquisizioni per accelerare le forniture e contrastare i ritmi produttivi cinesi. Questo cambiamento culturale, pur con rischi di errori, è strategicamente cruciale per mantenere la superiorità tecnologica e la competitività globale degli Stati Uniti.
L’arsenale nucleare del Regno Unito, seppur piccolo e basato solo sul sistema Trident, rimane efficace per la deterrenza, garantendo una capacità di secondo colpo e un ruolo indipendente nella gestione dell’escalation.
Conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche
Le conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche degli eventi del 10 novembre 2025 sono intrecciate e pervasive, influenzando mercati globali e strategie nazionali. Sul fronte economico, la sospensione delle tariffe portuali USA-Cina offre una temporanea boccata d’ossigeno all’industria marittima, ma non risolve le tensioni di fondo sulla supremazia navale e le politiche industriali cinesi.
L’Argentina di Milei, con il sostegno finanziario degli USA, cerca di stabilizzare la sua economia e attrarre investimenti esteri, riallineandosi geopoliticamente in funzione anti-Cina.
Il prolungato shutdown del governo USA, sebbene in via di risoluzione, ha già creato incertezza per la Federal Reserve e i mercati finanziari, oscurando i dati cruciali su inflazione e lavoro e aumentando il rischio di recessione, con Wall Street che fatica a prevedere il prossimo crollo. La crisi del mercato azionario AI, con le maggiori aziende tech che perdono trilioni di dollari, suggerisce una bolla speculativa che ricorda la dotcom del 2000, con conseguenze potenziali anche per le criptovalute.
Tecnologicamente, la “guerra dei chip” in Asia continua a dominare lo scenario. La Cina, pur sospendendo il divieto di esportazione di minerali critici come gallio, germanio e antimonio verso gli USA, mantiene controlli e restrizioni, evidenziando la sua posizione dominante nella filiera e la persistente vulnerabilità degli Stati Uniti. La corsa all’autosufficienza tecnologica cinese e gli investimenti USA nel CHIPS Act per riportare la produzione sul proprio territorio sono al centro di questa competizione globale.
L’evoluzione delle operazioni navali verso flotte ibride, con l’integrazione di sistemi unmanned e sonar 3D avanzati, rappresenta un’innovazione tecnologica cruciale per la superiorità navale e la consapevolezza subacquea, essenziale in un contesto di guerra multidominio.
La guerra cognitiva, che sfrutta la psicologia cognitiva e le neuroscienze per manipolare le percezioni attraverso social media e narrazioni emotive, emerge come una minaccia tecnologica per la democrazia e l’opinione pubblica, richiedendo una maggiore consapevolezza critica.
Sul fronte energetico, l'”età dell’oro” del gas naturale liquefatto (GNL) statunitense vede esportazioni record verso l’Europa, che sostituisce il gas russo con GNL americano a costi più elevati. Questa dipendenza energetica dall’Atlantico genera profitti per gli USA ma impoverimento per l’Europa, con rincari sulle bollette e un rallentamento dell’industria. La concessione di un permesso speciale all’Ungheria per importare energia russa frammenta la strategia energetica europea e crea asimmetrie competitive.
La flotta ombra russa di GNL, bloccata dall’inverno artico, evidenzia le vulnerabilità logistiche di Mosca e la complessità di mantenere le sue esportazioni energetiche in condizioni estreme. La Bulgaria, invece, cerca l’indipendenza energetica puntando sul gas naturale come ponte verso un futuro verde, bilanciando gli obiettivi del Green Deal UE con la sicurezza energetica.
Infine, la COP30 in Brasile evidenzia le sfide della transizione climatica, con emissioni globali in crescita nonostante gli investimenti nelle rinnovabili, e le divisioni tra paesi che frenano un accordo globale efficace.
Conseguenze marittime
Le conseguenze marittime degli eventi del 10 novembre 2025 sono particolarmente rilevanti, evidenziando una crescente militarizzazione dei mari, l’intensificarsi delle competizioni commerciali e le persistenti sfide alla sicurezza e all’infrastruttura navale.
La consegna della terza portaerei cinese, la Type 003 Fujian, con il suo sistema di lancio elettromagnetico (EMALS), rivoluziona le capacità di proiezione di forza della PLAN e accelera la corsa agli armamenti navali nell’Indo-Pacifico. Questa mossa intensifica la sfida all’egemonia navale statunitense e aumenta la pressione su Taiwan, rendendo lo Stretto un potenziale flashpoint con implicazioni globali per il commercio marittimo. La marina cinese mira a sei portaerei entro il 2035, consolidando la sua posizione come seconda potenza navale mondiale.
La sospensione delle tariffe portuali anti-Cina da parte degli Stati Uniti, sebbene temporanea e frutto di un accordo, riflette la complessità delle relazioni marittime tra le due potenze e l’impatto delle tensioni commerciali sul settore. Se da un lato l’industria marittima accoglie la pausa con favore per la maggiore certezza negli investimenti, dall’altro i sindacati americani criticano la decisione come un danno alla sicurezza economica nazionale e alla rinascita della cantieristica americana, evidenziando il divario di produzione navale tra i due paesi.
La riemersione della pirateria somala nell’Oceano Indiano, con attacchi a petroliere e la caccia intensiva da parte della Marina Indiana e delle forze UE (Operazione ATALANTA), sottolinea la fragilità delle rotte commerciali vitali e la necessità di una sorveglianza marittima congiunta. Questo fenomeno, ripreso dal novembre 2023, evidenzia la vulnerabilità delle navi mercantili e il rischio di interruzioni nel flusso globale di merci e energia.
Sul fronte infrastrutturale, il Canale di Panama sta implementando un piano strategico con la costruzione di due nuovi terminal portuali gemelli (investimento di 2,6 miliardi di dollari) per potenziare capacità e resilienza contro rischi climatici e geopolitici, diversificando le rotte e intercettando la domanda crescente di GNL. Questo progetto è cruciale per consolidare Panama come hub intermodale globale per i flussi USA-Asia.
In Italia, i porti di Venezia e Chioggia mostrano una crescita nei primi nove mesi del 2025, con un aumento delle merci movimentate, consolidando il loro ruolo strategico come hub per filiere industriali e commerciali nazionali e internazionali. Anche il porto di Ancona approva un bilancio di previsione 2026 con un avanzo significativo, destinato a investimenti in infrastrutture portuali, evidenziando l’importanza di tali investimenti per lo sviluppo economico regionale e nazionale.
Infine, l’evoluzione delle operazioni navali verso flotte ibride, che integrano unità di superficie non pilotate (USV) con tecnologie sonar 3D forward-looking (FLS), rappresenta una rivoluzione nella consapevolezza subacquea e nella superiorità navale. Questi sistemi permettono di estendere la copertura, fornire indicazioni precoci su attività nemiche, mappare il fondale marino in tempo reale e supportare missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR), rendendo le flotte ibride più efficaci e precise, specialmente in contesti di difesa dello Stretto di Taiwan o in operazioni di contrasto mine (MCM).
Conseguenze per l’Italia
Sul fronte economico e marittimo, l’Italia, come potenza mediterranea, è direttamente interessata dagli sviluppi nel Mediterraneo Allargato e dalle dinamiche commerciali globali. La crescita dei volumi nei porti di Venezia e Chioggia, con un aumento delle merci movimentate nei primi nove mesi del 2025, e il bilancio positivo del porto di Ancona con significativi investimenti infrastrutturali, confermano il ruolo strategico dei porti italiani come hub per le filiere industriali e commerciali. Questi investimenti, anche in ottica PNRR, sono cruciali per la competitività e la resilienza del sistema portuale nazionale.
Tuttavia, le tensioni nel Mar Rosso e la riemersione della pirateria somala rappresentano una minaccia diretta per le rotte commerciali che transitano attraverso il Canale di Suez e il Mar Rosso, influenzando il commercio italiano. L’Italia, con la sua Marina Militare, è impegnata nella sicurezza marittima e nella lotta alla pirateria, ma l’intensificarsi di tali minacce richiederà un impegno maggiore e una cooperazione internazionale rafforzata.
Dal punto di vista energetico, l’Italia è fortemente colpita dalla “età dell’oro” del gas naturale liquefatto (GNL) statunitense e dalla dipendenza dell’Europa da questa fonte più costosa. Il passaggio dal gas russo al GNL americano comporta rincari sulle bollette che colpiscono famiglie e imprese italiane, rallentando l’industria e accentuando le disparità economiche. La concessione di un permesso speciale all’Ungheria per continuare a importare energia russa, in un contesto di sanzioni, frammenta la strategia energetica europea e crea asimmetrie competitive, mettendo l’Italia, che sta accelerando la transizione verde e affrontando costi energetici elevati, in una posizione di svantaggio.
Sul piano geopolitico, l’indecisione dell’Europa e le richieste di Zelensky, che evidenziano una mancanza di strategia coerente e di un fronte compatto a Bruxelles, sollevano interrogativi sulla direzione della politica estera italiana. L’opinione critica di Maurizio Guandalini, che esorta a un realismo pragmatico e a considerare la pace anziché una guerra senza prospettive di vittoria, riflette un dibattito interno anche in Italia sulla convenienza di continuare a sostenere il conflitto ucraino a fronte di gravi ripercussioni economiche e sociali.
Inoltre, la crisi del mercato azionario AI e l’incertezza finanziaria globale, con il crollo dei titoli tech e i rischi di recessione, potrebbero avere ripercussioni significative sull’economia italiana, rallentando gli investimenti e la crescita. La guerra cognitiva e la manipolazione delle percezioni, aggravate da scandali come quello della BBC, sottolineano la necessità per l’Italia di rafforzare la propria sicurezza cibernetica e la resilienza informativa per proteggere la democrazia e l’opinione pubblica da influenze propagandistiche.
Conclusioni
Il quadro geopolitico emerso il 10 novembre 2025 è caratterizzato da una crescente complessità e interconnessione, dove la distensione su un fronte può innescare nuove tensioni su un altro. La competizione tra grandi potenze (USA-Cina), le crisi regionali (Medio Oriente, Ucraina, pirateria somala), le trasformazioni economiche (energia, tecnologia, mercati finanziari) e le sfide ambientali (COP30) si intrecciano in un tessuto globale sempre più denso e volatile.
L’Italia si trova a navigare in questo scenario con opportunità e vulnerabilità. Le sue infrastrutture portuali, in crescita e in fase di investimento, rappresentano un asset strategico per il commercio internazionale. Tuttavia, la dipendenza energetica dall’estero, i costi elevati del GNL e le divisioni europee sulle sanzioni alla Russia pongono sfide significative.
La fragilità delle rotte marittime e la riemersione della pirateria richiedono un impegno costante per la sicurezza, mentre le incertezze economiche e la guerra cognitiva minacciano la stabilità interna.
Per il futuro, è cruciale monitorare attentamente alcuni temi che hanno forti possibilità di ulteriori sviluppi e novità nei giorni successivi. Innanzitutto, l’evoluzione delle relazioni USA-Cina e l’implementazione dell’accordo sulla sospensione delle tariffe portuali saranno determinanti per la stabilità del commercio globale e la competizione navale nell’Indo-Pacifico. In particolare, gli ulteriori test della portaerei cinese Fujian e la risposta statunitense definiranno i prossimi passi nella corsa agli armamenti.
Nel Medio Oriente, la stabilità della “nuova Siria” sotto al-Sharaa e la sua capacità di mantenere gli impegni con gli USA, in particolare sul dialogo con Israele e sulla lotta al terrorismo, saranno fondamentali. Eventuali reazioni iraniane all’isolamento e la dinamica “equilibrio del disordine” a Gaza e in Cisgiordania, ma soprattutto l’atteggiamento turco, richiederanno massima attenzione.
In Europa, la risoluzione dello shutdown del governo USA e le decisioni future della Federal Reserve sui tassi di interesse avranno un impatto diretto sui mercati finanziari globali e, di conseguenza, sull’economia italiana.
Le tensioni sulla strategia energetica europea, in particolare la questione dei “waiver” per l’energia russa, continueranno a dividere l’UE e a influenzare i costi energetici.
Infine, la situazione in Ucraina, con l’avanzata russa e le difficoltà ucraine, è un tema in continua evoluzione che richiederà un attento monitoraggio per comprendere le prospettive di negoziato o di escalation del conflitto.
Anche la questione della pirateria somala necessiterà di risposte congiunte e di un rafforzamento delle operazioni di sicurezza marittima.
L’Italia dovrebbe investire nella resilienza energetica, promuovendo fonti rinnovabili e diversificando gli approvvigionamenti, rafforzare la sicurezza marittima e la cooperazione internazionale, e sviluppare strategie per contrastare la guerra cognitiva e le minacce cibernetiche. Un approccio pragmatico e lungimirante, basato su analisi scientifiche e su una diplomazia attiva, sarà essenziale per affrontare le sfide di un mondo in continua e rapida evoluzione.
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