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12-07-25 Dal mondo

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12-07-25 Dal mondo

L’europeetta dei masochisti

Difesa e dual-use. Ecco cosa caratterizza Urc2025 secondo Ecfr

Ucraina. Rubio vede Lavrov in Malesia

“Russia non permetterà contingente europeo in Ucraina”. Monito del Cremlino

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Missione fallita a Bengasi: quando la Libia di Haftar umilia l’Europa

–🇬🇧Ahmed Al-Shara’s Foreign Jihadist Problem

–🇬🇧Why Iran Needs Its Own Deng Xiaoping to Survive

–🇬🇧The Gulf States After the Israel-Iran War: Three Lessons Learned

–🇬🇧Georgia’s Warning for Ukraine

–🇬🇧US is selling weapons to NATO allies to give to Ukraine, Trump says

–🇬🇧JD Vance’s Dangerous View of American Nationhood

–🇬🇧America Must Secure Its Influence in the Western Hemisphere 

–🇬🇧China learns from the Kinmen Model to adapt its strategy for a naval campaign against Taiwan

–🇬🇧Japan Complains to Ambassador over Chinese Fighter Incident

La Trumponomics prende forma

Sovranismo economico e mercato unico: segnali di disintegrazione europea

Il ritorno del nucleare in Giappone

Il ministro Foti rilancia sull’extradoganalità del porto di Trieste

–🇬🇧Nuclear Energy Now

Deterrenza nucleare, cosa significa il nuovo accordo franco-britannico per l’Europa

Stati Uniti e India discutono il rafforzamento della cooperazione militare

–🇬🇧Fincantieri cuts steel of first Multipurpose Offshore Vessel for Italian Coast Guard

–🇬🇧U.K. Report on F-35 Capability

–🇬🇧Russia Might Be Preparing to Scrap Its Only Aircraft Carrier

La giornata dell’11 luglio 2025 si è distinta per un’intensa attività diplomatica tra Stati Uniti e Cina, che si muovono con cautela verso una possibile distensione, e per il persistente aggravarsi delle crisi nel Mar Rosso e in Ucraina. Sullo sfondo, la politica economica assertiva dell’amministrazione Trump continua a modellare le dinamiche globali, generando incertezza e riallineamenti strategici.

Eventi clou della giornata
In una significativa giornata diplomatica, l’amministrazione americana ha avviato un cauto percorso di distensione sia con la Cina che con la Russia. L’evento di maggior rilievo è stato l’incontro in Malesia – dove si svolgeva il vertice dell’ASEAN – tra il Segretario di Stato Marco Rubio e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, definito “costruttivo”. Questo dialogo ha aperto la strada a un potenziale vertice tra i presidenti Trump e Xi Jinping, con un invito ufficiale esteso a Trump per una visita a Pechino, un gesto volto a stabilizzare relazioni logorate da tensioni commerciali e geopolitiche.
Parallelamente, sempre a Kuala Lumpur, Rubio ha tenuto un colloquio anche con il suo omologo russo, Serghei Lavrov. Sebbene permangano profonde divergenze con entrambe le nazioni, soprattutto su Ucraina e Taiwan, questi incontri back-to-back rappresentano un cruciale tentativo di Washington di gestire le intense rivalità, mantenere aperti i canali di comunicazione e prevenire un’escalation diretta, cercando di reintrodurre un elemento di prevedibilità nello scenario globale.

Geo-strategia e conflittualità
La conflittualità globale rimane elevata su più fronti. Nel Mar Rosso, i ribelli Houthi hanno affondato una seconda nave commerciale in una settimana, la cargo Rubymar, aggravando la crisi della sicurezza marittima e costringendo gli assicuratori a raddoppiare i premi per il rischio guerra. Questo atto di pirateria moderna minaccia uno snodo vitale del commercio mondiale e dimostra la crescente capacità di attori non statali di sfidare l’ordine costituito.
Nell’Indo-Pacifico, la tensione tra Cina e Giappone è nuovamente aumentata a seguito di manovre pericolose di caccia cinesi vicino a un aereo da ricognizione giapponese sull’East China Sea. Tokyo ha protestato formalmente, denunciando il rischio di incidenti in una regione già militarizzata. La Cina, dal canto suo, prosegue nella sua strategia di “presenza costante” per affermare le proprie rivendicazioni territoriali, come dimostra il modello “Kinmen” applicato nei confronti di Taiwan.
Il conflitto in Ucraina non accenna a diminuire. Mentre la Russia continua i suoi attacchi, colpendo anche un reparto di maternità a Kharkiv, e minaccia conseguenze “inaccettabili” in caso di dispiegamento di truppe europee, l’amministrazione USA ha delineato una nuova strategia di sostegno a Kiev. Il Presidente Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti venderanno armi agli alleati NATO, che a loro volta le forniranno all’Ucraina, un meccanismo volto ad accelerare le consegne di sistemi cruciali come i Patriot.

Geo-economia, industria, mercati e marittimità
La politica economica dell’amministrazione Trump, chiamata “Trumponomics”, continua a plasmare lo scenario globale con un forte accento protezionistico. L’imposizione di dazi e la minaccia di ulteriori tariffe creano un clima di incertezza che impatta i mercati globali e spinge l’Unione Europea a studiare contromisure per difendere il proprio mercato unico. Parallelamente, gli USA puntano a consolidare la loro “supremazia energetica” attraverso l’export di GNL per contrastare l’influenza di Cina e Russia.
Sul fronte industriale, si segnalano importanti sviluppi nel settore navale e tecnologico. Austal USA ha consegnato l’ultima Littoral Combat Ship (LCS) alla US Navy, mentre un rapporto del Congressional Research Service lancia l’allarme sui ritardi nel programma dei nuovi sottomarini d’attacco SSN(X), che rischiano di minare la supremazia navale statunitense.
In Italia, Fincantieri ha avviato la costruzione di una nuova nave polivalente per la Guardia Costiera e il governo rilancia sull’extradoganalità del porto di Trieste per potenziarne il ruolo logistico.
Nel frattempo, la sudcoreana Hyundai fa progressi nello sviluppo di robot umanoidi per la saldatura navale, puntando a rivoluzionare il settore entro il 2027.

Geopolitica e relazioni internazionali
L’incontro USA-Russia a Kuala Lumpur tra i ministri deli esteri di è il segnale più evidente di un tentativo di gestire la competizione strategica per evitare che degeneri in un conflitto aperto. Tuttavia, la sfiducia permane, come dimostrano le reciproche accuse e le tensioni militari. L’agenda di Trump 2.0 non si limita ai dazi ma persegue una strategia globale per contenere la Cina, anche rafforzando alleanze come quella con l’India nel settore militare.
L’Italia si mostra attiva su più fronti: partecipa attivamente alla Ukraine Recovery Conference, con l’onorevole Cirielli che sottolinea l’impegno per la ricostruzione, e sigla accordi strategici, come quello tra Leonardo, Enav e UkSATSE, per ripristinare il traffico aereo in Ucraina.
Il dialogo tra il Vicepresidente Tajani e il suo omologo francese Barrot conferma la volontà di un approccio europeo coordinato alle crisi in Ucraina e Medio Oriente.

Analisi per Teatro Operativo

  • Mediterraneo Allargato. Quest’area è un concentrato di crisi interconnesse. La guerra a Gaza continua a proiettare instabilità, con gli attacchi Houthi nel Mar Rosso che ne sono la conseguenza più diretta, impattando gravemente le rotte commerciali globali. La Russia consolida la sua presenza navale nel Mediterraneo orientale attraverso la base siriana di Tartus. La Libia rimane un punto di crisi, con l’UE che cerca di gestire i flussi migratori e la frammentazione politica interna. L’Italia si posiziona come attore chiave per la ricostruzione ucraina, in particolare nel porto di Odessa, e per la stabilità energetica europea grazie al GNL americano. Le tensioni tra Iran e Israele, sebbene in una fase di minore intensità, continuano a modellare le strategie degli Stati del Golfo.
  • Heartland euro-asiatico. La Russia prosegue la sua guerra di logoramento in Ucraina, affrontando al contempo un indebolimento del controllo statale nelle regioni di confine, dove la criminalità guadagna terreno. La Cina si conferma partner strategico di Mosca, fornendo un sostegno che preoccupa Washington, ma agisce con pragmatismo per non compromettere i propri interessi economici globali.
  • Teatro operativo Boreale-Artico. La regione artica è un’arena di crescente competizione strategica. La cittadina norvegese di Kirkenes è descritta come un “laboratorio dello spionaggio russo”, evidenziando l’intensificarsi della guerra ibrida nel Nord Europa. La Dichiarazione di Northwood tra Francia e Regno Unito, volta a rafforzare la cooperazione sulla deterrenza nucleare, risponde a queste nuove minacce. I ritardi nei programmi di sottomarini americani e le criticità degli F-35 britannici pongono interrogativi sulla postura difensiva della NATO in questo scacchiere.
  • Teatro operativo Australe-Antartico. Le notizie del giorno si concentrano meno su quest’area, ma le dinamiche globali hanno ripercussioni significative. Il Brasile, sotto la guida di Lula da Silva, critica il collasso dell’ordine mondiale post-1945 e si propone come attore di un nuovo multilateralismo attraverso i BRICS. Il paese sudamericano sta anche valutando opzioni strategiche per rispondere ai dazi protezionistici imposti dagli Stati Uniti.
  • Indo-Pacifico. Questo teatro è il cuore della competizione strategica tra USA e Cina. Le manovre militari cinesi vicino al Giappone e le pressioni su Taiwan mantengono alta la tensione. Pechino sta inoltre militarizzando il controllo sulle terre rare, risorsa cruciale per le tecnologie avanzate, mentre il Bangladesh emerge come nuovo polo per gli investimenti cinesi nella regione. In risposta, gli Stati Uniti rafforzano la cooperazione con gli alleati regionali: l’ammiraglio Koehler, comandante della Flotta del Pacifico, afferma che la Cina non è riuscita a intimidire i suoi rivali, mentre Washington e Nuova Delhi discutono un’intensificazione della collaborazione militare. Giappone e Canada, all’interno dei “Five Eyes”, consolidano la loro partnership di intelligence.

Conclusioni e possibili sviluppi
La giornata dell’11 luglio 2025 delinea un quadro geopolitico dominato da una tensione tra confronto e dialogo. Da un lato, gli incontri tra Rubio-Wang Yi e Rubio e Lavrov aprono uno spiraglio per una gestione più prevedibile della rivalità sino-statunitense e russo-statunitense, un segnale che i mercati e le cancellerie globali monitoreranno con attenzione. Dall’altro, i conflitti in Ucraina e nel Mar Rosso continuano a intensificarsi, dimostrando la fragilità dell’ordine internazionale.
Nei prossimi giorni, l’attenzione sarà focalizzata su tre temi principali:

  1. Le relazioni USA-Cina. Si attendono ulteriori dettagli sul possibile vertice Trump-Xi. Qualsiasi sviluppo, positivo o negativo, avrà un impatto immediato sui mercati globali e sugli equilibri strategici. L’esito del dialogo determinerà se la recente apertura è tattica o l’inizio di una vera de-escalation.
  2. La guerra in Ucraina. L’annunciata “importante dichiarazione” di Trump sulla Russia, prevista per lunedì, potrebbe introdurre nuove variabili nel conflitto. Sarà cruciale osservare la reazione di Mosca e l’effettiva implementazione del nuovo piano di fornitura di armi tramite la NATO.
  3. La crisi nel Mar Rosso. Con l’affondamento di un’altra nave, la pressione sulla comunità internazionale per una risposta più decisa aumenterà. Si potrebbe assistere a nuove iniziative militari per proteggere la navigazione o a un ulteriore aumento dei costi logistici e assicurativi, con conseguenze dirette sull’inflazione globale.
    Infine, la politica protezionistica della “Trumponomics” rimarrà un fattore di instabilità, con possibili ritorsioni da parte dei partner commerciali degli Stati Uniti, in primis l’Unione Europea, che potrebbero innescare una pericolosa spirale di guerre commerciali.

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