14-10-25 Dal mondo
14 Ottobre 2025 2025-10-14 8:1214-10-25 Dal mondo
Geopolitica
—Gaza. Firmato l’accordo, liberati gli ostaggi. Ma manca lo Stato palestinese
—Ankara garante: come Erdogan si prende il ‘day after’ di Gaza
—Parla Hakan Fidan, Ministro degli Esteri turco
—Le ombre sull’operato di Boris Johnson in Ucraina
—Guerra energetica: Mosca sta logorando l’Ucraina dall’oscurità
—Macron chiama, Lecornu ci riprova ma il suo governo ‘tecnico-politico’ è sotto assedio
–🇬🇧Donald Trump in triumph, Israelis call him a ‘colossus’ of peace
–🇬🇧Is Rubio finally powerful enough to topple Venezuela’s regime?
–🇬🇧Why we need to take Trump’s Drug War very seriously
Geoeconomia
—L’ambiziosa agenda economica di von der Leyen
—Una donna al vertice dei Giovani Armatori di Confitarma: Marialaura Dell’Abate
—L’impegno di Musumeci: “La burocrazia non rallenterà più lo sviluppo della blue economy”
–🇬🇧Supply Chains Are Critical Infrastructure. It’s Time U.S. Policy Caught Up
–🇬🇧Shopping for sea power: Saudi Arabia’s naval transformation
–🇬🇧How Shipbuilding Can Revive the US Heartland
Difesa
–🇬🇧Happy 250th Birthday, U.S. Navy!
–🇬🇧The evolution of towed array sonar and its growing role in anti-submarine warfare
–🇬🇧Anduril Just Unveiled an Incredible New Counter-Drone Interceptor
–🇬🇧French Air Defense FREMM hits supersonic target with Aster 30 missile
–🇬🇧HMS Lancaster Gulf patrol – sniper shot from Wildcat halts drug boat
–🇬🇧Blinding First, Striking Fast: Why the Marine Corps Needs Information Groups
–🇬🇧250 Years On, the US Navy Needs a “Great Relearning”
Scenari Geopolitici
Il 13 ottobre 2025 si è rivelato una giornata densa di eventi che ridisegnano le dinamiche geopolitiche globali, caratterizzata da un mix di tensioni persistenti, nuovi focolai di crisi e tentativi di risoluzione diplomatica. L’arena internazionale è un mosaico complesso dove le crisi si intersecano e le potenze cercano di riaffermare la propria influenza in un mondo sempre più multipolare.
Evento Clou
L’evento più significativo del 13 ottobre 2025 è senza dubbio la firma dell’accordo di pace per Gaza a Sharm el-Sheikh, presieduta da Donald Trump. Dopo due anni di conflitto, la liberazione degli ultimi 20 ostaggi israeliani e lo scambio con circa 2.000 prigionieri palestinesi hanno segnato un cessate il fuoco storico. Questo accordo, mediato da Qatar, Egitto e Turchia, stabilisce un nuovo paradigma per la Striscia di Gaza, con un ritiro graduale israeliano e un’amministrazione transitoria che esclude Hamas dal potere, ponendo le basi per una complessa ricostruzione.
Conseguenze dei fatti accaduti
Conseguenze geopolitiche
Le conseguenze geopolitiche degli eventi del 13 ottobre 2025 sono profonde e multifattoriali. L’accordo di pace per Gaza, pur essendo un trionfo diplomatico per Trump e i mediatori regionali, non risolve la questione palestinese in modo definitivo, ma piuttosto la congela, consolidando un “nuovo inizio” che potrebbe comunque essere un equilibrio precario. La Turchia emerge rafforzata come attore nel Vicino Oriente, con una crescente influenza sulla Libia e su Gaza, confermando l’alterazione degli equilibri di potere nel Mediterraneo allargato iniziati con la strategia di Mavi Vatan e l’espansione di interessi economici nell’area dell’hertland. L’asse USA-Turchia-Qatar-Egitto nel processo di pace mediorientale ridimensiona il ruolo esclusivo di Israele e spinge l’Iran a riconsiderare le proprie posizioni.
Il riaccendersi della guerra commerciale tra USA e Cina e il riavvicinamento sino-nordcoreano accentuano la polarizzazione globale, con la formazione di blocchi regionali più definiti. L’Artico diventa un nuovo corridoio commerciale strategico per la Cina, con implicazioni per la sicurezza e l’ambiente. La crisi politica in Madagascar e il declino del socialismo in Bolivia riflettono un malcontento globale contro le élite e un’opportunità per le potenze occidentali di riaffermare la propria influenza in America Latina e Africa. La crescente dipendenza del Pentagono da SpaceX per le operazioni spaziali critiche solleva vulnerabilità strategiche, rendendo necessaria una diversificazione degli appaltatori. L’Africa, nel suo complesso, cerca di affermare la propria agenda sulla giustizia climatica e lo sviluppo verde, consolidando la cooperazione continentale di fronte a un mondo frammentato.
Conseguenze strategiche
A livello strategico, la giornata evidenzia una continua militarizzazione e una corsa agli armamenti, con un focus sull’innovazione tecnologica. Il successo della fregata francese FREMM Alsace (lancio di un missile ASTER contro un bersaglio supersonico) e la prima immersione dell’HMS Agamemnon della Royal Navy sottolineano l’importanza della superiorità navale e della guerra antisommergibile contro le evoluzioni russe e cinesi. Gli Stati Uniti, con l’iniziativa di JP Morgan per la sicurezza nazionale e la spinta a rivitalizzare l’industria cantieristica, cercano di rafforzare la propria base industriale e ridurre le dipendenze estere, soprattutto nell’Indo-Pacifico. La necessità di una “grande riapprendimento” per la US Navy è un monito a investire in adattabilità e innovazione.
L’IA emerge come un elemento critico nel panorama strategico, sia come potenziatore di minacce cyber (malware evoluti come EvilAI, PromptLock, MalTerminal) sia come strumento di difesa (sistemi counter-drone di Anduril come Roadrunner). La Digital Targeting Web del Regno Unito, che integra sensori, armi e IA, è un esempio di come le forze armate stiano cercando di ottenere superiorità decisionale nel campo di battaglia digitalizzato. La posizione di Trump sull’Ucraina, che contempla l’invio di missili Tomahawk in caso di fallimento diplomatico dei tentativi di pace, suggerisce un’escalation potenziale del conflitto, mentre la Russia continua a sviluppare armi avanzate.
Conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche
Le conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche sono intrecciate. La guerra commerciale USA-Cina, con l’aumento dei dazi minacciato da Trump, crea volatilità nei mercati globali e minaccia di aumentare i costi per i consumatori americani, nonostante un impatto finora limitato ma persistente. La crisi idrica in Texas mette a rischio un hub energetico cruciale, evidenziando la vulnerabilità delle catene di fornitura. La crisi economica in Bolivia e le proteste in Madagascar sottolineano le fragilità economiche in diverse regioni del mondo.
Sul fronte energetico, le strategie di Eni in Libia e Mozambico per diversificare le forniture europee sono cruciali, mentre la guerra energetica in Ucraina, nonostante i blackout strategici russi, erode la resilienza di Kiev. L’idrogeno verde, pur essendo un pilastro per la neutralità climatica UE, affronta ostacoli reali in termini di finanziamenti e infrastrutture.
Tecnologicamente, la dipendenza degli USA da SpaceX solleva preoccupazioni per la sicurezza nazionale, mentre l’IA, seppur complessa per il mercato del lavoro, è vista anche come motore di innovazione nella difesa. La crisi del WTO, con le politiche unilaterali di Trump, mina il multilateralismo commerciale, spingendo verso accordi bilaterali e regionali. L’iniziativa di JP Morgan da 1,5 trilioni di dollari per la sicurezza nazionale USA riflette un “capitalismo della sicurezza” che unisce pubblico e privato per rafforzare la base industriale.
Conseguenze marittime
Le conseguenze marittime sono di particolare rilievo. Il passaggio della portacontainer Istanbul Bridge attraverso la rotta artica segna la conferma pratica dell’apertura di una nuova via commerciale tra Cina ed Europa, riducendo drasticamente i tempi di navigazione e i costi, ma sollevando preoccupazioni ambientali per l’Artico. Questo sviluppo accelera il dibattito sulla militarizzazione artica e la necessità di una strategia integrata per la regione. L’efficacia delle fregate FREMM francesi e dei sottomarini Astute britannici, con i rispettivi test, dimostra l’investimento delle potenze europee nella sicurezza marittima e nella guerra antisommergibile, cruciale per la protezione delle rotte commerciali e la proiezione di potenza.
La Royal Navy, con l’operazione anti-droga dell’HMS Lancaster nel Golfo, continua a contribuire alla sicurezza marittima globale. Il dibattito all’IMO tra Europa e USA sulle emissioni delle navi evidenzia la tensione tra gli obiettivi di decarbonizzazione e gli interessi economici, con l’UE che spinge per un prezzo globale al carbonio e gli USA che temono ritorsioni. L’Italia, con l’elezione di Marialaura dell’Abate alla presidenza dei Giovani Armatori di Confitarma, punta a sostenibilità e digitalizzazione nel settore marittimo, affrontando le sfide della transizione energetica e della burocrazia. L’impegno del Ministro Musumeci per semplificare la blue economy è fondamentale per la competitività italiana nel Mediterraneo.
Conseguenze per l’Italia
Per l’Italia, gli eventi del 13 ottobre 2025 hanno diverse implicazioni significative. La partecipazione di Giorgia Meloni alla firma dell’accordo di pace per Gaza a Sharm el-Sheikh è un “azzardo calcolato” che posiziona l’Italia come attore diplomatico attivo nel Medio Oriente, offrendo disponibilità per una missione di pace con forze armate e rafforzando le relazioni con USA, Qatar ed Egitto. Questo contrasta con il rifiuto di inviare truppe in Ucraina, dove i rischi sono percepiti come maggiori e gli interessi inferiori. L’Italia mira a un ruolo da protagonista nella stabilizzazione e ricostruzione della Striscia, sfruttando la propria credibilità in missioni mediorientali.
Sul fronte interno, l’elezione di Marialaura dell’Abate al vertice dei Giovani Armatori di Confitarma simboleggia una svolta generazionale e un impegno per sostenibilità e digitalizzazione nel settore marittimo, cruciale per la blue economy italiana. Il Ministro Musumeci promette di combattere la burocrazia che rallenta lo sviluppo del settore, un problema strutturale che incide sulla competitività. In Europa, la Germania di Merz fatica con le riforme, mentre i “PIGS” (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna) registrano successi economici, suggerendo un relativo miglioramento della posizione italiana nel contesto europeo. Le proteste pro-Palestina in Italia evidenziano una crescente pressione dell’opinione pubblica sulla politica estera, rendendo ineludibile una decisione sul riconoscimento dello Stato di Palestina. L’investimento di Eni in Libia e Mozambico per le forniture energetiche è strategico per la sicurezza energetica italiana.
Conclusioni
Il 13 ottobre 2025 si configura come una giornata spartiacque, in cui l’instabilità globale si manifesta attraverso crisi complesse, ma anche attraverso tentativi, seppur fragili, di risoluzione. Il “nuovo inizio” di Gaza, la riacutizzazione della guerra commerciale USA-Cina e le crescenti tensioni nell’Indopacifico ridisegnano le alleanze e le dinamiche di potere. L’emergere dell’Artico come rotta commerciale strategica e l’impatto dell’IA sulla sicurezza e sull’economia preannunciano sfide e opportunità inedite.
Per il futuro prossimo, è fondamentale monitorare la messa in opera dell’accordo di Gaza, data la sua fragilità e le incertezze sull’amministrazione post-Hamas e sul riconoscimento di uno Stato palestinese. Gli sviluppi della guerra commerciale USA-Cina e le ritorsioni reciproche avranno un impatto significativo sui mercati globali e sulle catene di fornitura. La rotta artica e la sua crescente commercializzazione richiederanno una governance internazionale e la gestione dei rischi ambientali. L’escalation o la de-escalation del conflitto ucraino, anche in relazione alle decisioni di Trump, rimarrà un punto focale. Infine, la crescente influenza della Turchia nel Mediterraneo e la stabilizzazione politica in Libia saranno indicatori cruciali per la sicurezza regionale.
Si raccomanda una diplomazia proattiva e multilaterale, specialmente per le crisi complesse, come Gaza e Ucraina. È essenziale investire in resilienza economica e diversificazione delle catene di fornitura per mitigare gli impatti delle guerre commerciali e delle crisi energetiche.
Sul fronte tecnologico, è imperativo sviluppare una governance etica e trasparente per l’intelligenza artificiale, sia per sfruttarne il potenziale difensivo sia per contrastare le minacce cyber. L’Italia dovrebbe continuare a perseguire un ruolo diplomatico attivo, in particolare nel Mediterraneo, e a investire nella sua blue economy per rafforzare la propria posizione in un contesto globale sempre più competitivo. La coesione interna e la capacità di rispondere alle pressioni sociali saranno cruciali per mantenere la stabilità e la credibilità internazionale.
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