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22-09-25 Dal mondo

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22-09-25 Dal mondo

L’assalto a Gaza City condanna Netanyahu

I missili che preparano lo scontro tra Israele e Turchia a Cipro

I giacimenti davanti a Israele possono cambiare la partita in Medio Oriente

Chi punta all’escalation nel Baltico?

Geopolitica del Caucaso e dell’asia Centrale ex Sovietica

Attacco informatico agli aeroporti europei

L’Italia nell’Indo-Pacifico. Sfide e opportunità oltre il Mediterraneo

Le mire di Trump sull’Afghanistan e la sfida globale alla Cina

–🇬🇧Could US Troops Head Back to Afghanistan?

Washington-Londra: la ‘relazione speciale’ si rinnova tra nucleare e intelligenza artificiale

USA. La Fed abbassa il costo del denaro. Tra pressioni politiche e incertezza economica

Portacontainer cinese sulla Rotta Artica, protestano le associazioni ambientaliste

–🇬🇧IMEC Is Still Europe’s Fastest Ticket to Asia and Africa

–🇬🇧Global ocean conservation treaty enters into force

–🇬🇧Nations Ratify First Global Treaty to Protect Ocean Life

L’Italia non è pronta alla guerra? L’Ammiraglio Domini risponde

L’Italia non è pronta alla guerra? Risponde Andrea Muratore

Due visioni per l’Europa. Confronto tra Strategic defence review UK e National strategic review Francia

Sua Maestà cerca spie e l’MI6 fa reclutamento nel dark web

–🇬🇧How to Fill NATO’s Manpower Gap

–🇬🇧Crisis At NATO Shipbuilder Unsettles Europe’s Defense Plans

–🇬🇧The Golden Dome is a Golden Opportunity for the United States

–🇬🇧BlackSea Technologies unveils MASC USV family to support U.S. Navy fleet modernization

–🇬🇧How the US Military Can Bring “Denial” to Any Part of the World

–🇬🇧How the ANKA-3 Stealth Drone Makes Turkey Competitive in the Middle East

Il panorama geopolitico globale dei giorni 20 e 21 settembre 2025 si presenta come un mosaico complesso di tensioni persistenti, nuove alleanze e sfide emergenti, dalle dispute commerciali e tecnologiche tra Stati Uniti e Cina all’inasprimento delle sanzioni contro la Russia, passando per la crescente militarizzazione di regioni chiave come l’Artico e l’Indo-Pacifico. Il mondo è in una fase di profonda ridefinizione degli equilibri di potere. Questa breve analisi intende offrire una sintesi esaustiva di tali dinamiche, analizzando gli eventi principali e le loro ripercussioni su scala globale.

Evento Clou
L’evento di maggior rilievo è indubbiamente la discussione tra il presidente americano Donald Trump e il presidente cinese Xi Jinping, la prima telefonata da giugno, incentrata su due temi cruciali: il futuro di TikTok negli Stati Uniti e le tensioni commerciali. Questo dialogo, volto a finalizzare l’accordo per la vendita dell’app social a un consorzio di aziende statunitensi e a esplorare un allentamento delle dispute sugli acquisti di chip Nvidia, rappresenta un tentativo significativo di gestione delle frizioni tra le due superpotenze. La possibilità di un incontro di persona durante il vertice APEC in Corea del Sud suggerisce un potenziale, seppur fragile, disgelo, che potrebbe avere implicazioni profonde sugli equilibri geopolitici e geoeconomici globali.

Sintesi dei fatti

  • Mediterraneo Allargato. L’attacco israeliano del 9 settembre a Doha ha incrinato ulteriormente le relazioni tra Israele e i paesi arabi del Golfo, portando a una condanna unanime e a un vertice di emergenza. Questa azione mette a rischio gli Accordi di Abramo e alimenta i timori di un’escalation regionale, complicando la posizione degli alleati occidentali. Contestualmente, la portaerei USS Nimitz opera vicino allo Stretto di Hormuz, fungendo da deterrente strategico dopo il conflitto israelo-iraniano di giugno. L’Iraq, intanto, aumenta le esportazioni di petrolio, generando maggiori entrate e rafforzando la sua stabilità economica, mentre la scoperta di giacimenti di gas al largo delle coste israeliane ridefinisce le partite energetiche e alimenta tensioni con i paesi vicini come Libano e Siria. Un’ulteriore fonte di preoccupazione è l’aumento delle attività militari tra Israele e Turchia nelle vicinanze di Cipro, che preannunciano un possibile scontro diretto. In Siria, trattative tra Damasco e Israele sono in corso, ma le rigide condizioni di Netanyahu su Golan e Monte Hebron ne complicano l’esito. L’UE, nel frattempo, ha introdotto il suo 19° pacchetto di sanzioni contro la Russia, impegnandosi a porre fine alle importazioni di GNL russo entro il 2027 e colpendo petroliere e aziende cinesi che commerciano con Mosca. L’Arabia Saudita fornisce supporto finanziario allo Yemen per promuovere la stabilità. Infine, l’Italia, con l’acquisizione azera di IP, si confronta con i dilemmi sulla sicurezza energetica e il controllo delle infrastrutture critiche.
  • Heartland Euro-Asiatico. La Russia continua a perseguire il sogno di dominare le lune di Marte, Phobos e Deimos, per ottenere vantaggi scientifici e geopolitici nello spazio. Sul fronte ucraino, le previsioni indicano che un accordo di pace duraturo non è imminente, con il conflitto che si protrae e le posizioni che restano polarizzate, nonostante il sostegno occidentale, incluso quello finlandese con garanzie di sicurezza. La Cina sta accelerando l’espansione e la modernizzazione del suo arsenale nucleare, che potrebbe superare le 1.000 testate entro il 2030, una crescita definita “breakout strategico” che altera gli equilibri globali. Il 14° piano quinquennale cinese si concentra sulla crescita hi-tech e sull’apertura a investimenti e commerci, consolidando la sua leadership tecnologica. Le regioni del Caucaso e dell’Asia Centrale ex-sovietica rimangono un nodo strategico di interessi russi, cinesi e turchi. Infine, la proposta di Trump di riprendere il controllo della base aerea di Bagram in Afghanistan, sebbene difficile, mira a contrastare l’influenza cinese, con implicazioni per la competizione globale.
  • Teatro operativo Boreale-Artico. L’Artico è un’area di crescente importanza geopolitica. Il primo cargo cinese, la Istanbul Bridge, ha attraversato la rotta artica russa verso l’Europa, riducendo i tempi di trasporto ma suscitando proteste ambientaliste per l’impatto ecologico. Gli Stati Uniti stanno rivedendo la loro strategia per affrontare le implicazioni del cambiamento climatico e l’aumentata attività di Russia e Cina nella regione. La competizione per l’influenza e le risorse naturali dell’Artico potrebbe definire nuovi equilibri di potere. Nel Baltico, le tensioni tra Occidente e Russia sono in aumento, con esercitazioni militari e scambi di armi, un quadro che rischia un’escalation e per il quale l’Italia si trova in una posizione delicata per il suo impegno NATO.
  • Teatro operativo Australe-Antartico. In America Latina, gli Stati Uniti hanno condotto un attacco letale contro un’imbarcazione sospettata di traffico di droga nelle acque caraibiche, provocando proteste dal Venezuela, il cui presidente Maduro ha proposto colloqui diretti con Trump. L’Ecuador sta attraversando una grave crisi politica e sociale a causa dell’espansione del crimine organizzato, che mette a rischio la sua stabilità democratica. In Mozambico, il governo punta sul green, investendo in centrali idroelettriche per produrre energia, un segno di attenzione verso lo sviluppo sostenibile. Sul fronte della governance ambientale globale, sessanta nazioni hanno ratificato il primo trattato internazionale per la protezione degli oceani, che entrerà in vigore a gennaio 2026, un passo senza precedenti per la tutela della biodiversità marina.
  • Indopacifico. L’Indopacifico è il fulcro della competizione tra le grandi potenze. Il Giappone sta rafforzando la sua Guardia Costiera con l’acquisizione di quattro nuovi velivoli senza pilota MQ-9B SeaGuardian entro il 2026, consolidando la sorveglianza marittima. Tokyo si prepara anche alla successione del leader Ishiba, una sfida politica cruciale data la sua posizione strategica. Gli Stati Uniti adottano una “strategia di negazione” per impedire a potenze regionali, in particolare la Cina, di dominare l’Asia orientale, mantenendo l’equilibrio di potere attraverso la superiorità militare. La crescita della potenza nucleare cinese, come menzionato in precedenza, complica ulteriormente questo equilibrio.

Conseguenze geopolitiche
Le conseguenze geopolitiche degli eventi recenti sono molteplici e complesse. La trattativa Trump-Xi su TikTok e dazi evidenzia una gestione pragmatica, seppur instabile, delle relazioni tra le due superpotenze, con possibili ripercussioni sulla gerarchia globale.
Le nuove sanzioni UE contro la Russia e la volontà di Trump di sanzionare Mosca solo se l’Europa smette di acquistare petrolio russo rivelano una divergenza strategica transatlantica.
Il possibile ritorno degli Stati Uniti in Afghanistan, motivato dal contenimento cinese, riapre un fronte complesso e storicamente problematico.
L’inasprimento della competizione nell’Artico, con la nuova rotta commerciale cinese e la strategia americana, trasforma la regione in un nuovo scacchiere strategico.
La politica estera giapponese, con l’ampliamento della flotta di droni, denota una crescente attenzione alla sicurezza marittima, essenziale in un Indopacifico sempre più militarizzato.
L’attacco israeliano a Doha e le tensioni a Cipro tra Israele e Turchia aumentano l’instabilità nel Mediterraneo orientale, mentre il riconoscimento della Palestina da parte di Regno Unito, Canada e Australia segna una rottura diplomatica con Israele e un tentativo di riequilibrare il conflitto.
Infine, la strategia digitale internazionale dell’UE mira a rafforzare la sovranità digitale europea, sottolineando l’importanza di alleanze democratiche e infrastrutture sicure in un contesto di crescente polarizzazione tecnologica.

Conseguenze strategiche
La famiglia di USV MASC di BlackSea Technologies per la Marina USA rappresenta un passo significativo verso una flotta modulare e autonoma, essenziale per la proiezione di potenza marittima e la guerra distribuita.
La carenza di personale nelle forze NATO, nonostante l’aumento delle spese per l’equipaggiamento, limita la capacità di risposta dell’Alleanza, evidenziando la necessità di riforme strutturali per reclutamento e formazione.
Il progetto Golden Dome di Trump, un ambizioso sistema di difesa antimissile per l’intero territorio USA, riflette la crescente preoccupazione per le minacce balistiche, sebbene con molte incognite sui costi e la realizzabilità. Il programma FCAS per il caccia di sesta generazione europeo è in crisi, minacciando la cooperazione e l’autonomia strategica europea, mentre il drone stealth turco Anka-3 consolida la Turchia come produttore avanzato di sistemi unmanned, rafforzando la sua influenza regionale.
La DARPA è al centro di una corsa agli armamenti di robotica microscopica, aprendo nuove frontiere nella guerra asimmetrica.
L’MI6, cercando spie nel dark web, dimostra l’adattamento delle agenzie di intelligence alle nuove sfide della cyber-guerra.
L’Italia, secondo quanto indicato dal ministro della difesa, non è pronta alla guerra, ma alcuni commentatori indicano sia la necessità di investire nel fattore umano e nella logistica, non solo negli armamenti, ma soprattutto una presa di coscienza da parte dei politici italiani che si sono dimostrati non sempre all’altezza delle responsabilità nell’uso di uno strumento sofisticato e fondamentale come le forze armate.
La strategia di negazione degli USA nell’Indopacifico, infine, mira a impedire egemonie regionali, richiedendo una costante presenza militare e risorse ingenti.

Conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche
I prezzi dell’oro galoppano, spinti dall’incertezza geopolitica e dalla politica monetaria espansiva delle banche centrali, fungendo da bene rifugio.
L’economia americana mostra segni di resilienza nonostante il rallentamento, con la Federal Reserve che prevede ulteriori tagli dei tassi nel 2025 per stimolare la crescita, sebbene in un contesto di pressioni politiche e incertezza.
La crisi del debito pubblico francese e i problemi strutturali italiani evidenziano le fragilità economiche europee, ulteriormente aggravate dall’inverno demografico che riduce la forza lavoro. L’UE sta affrontando anche un indebolimento degli obiettivi sulle emissioni di gas serra, come riportato da Le Monde, con implicazioni per il Green Deal europeo. Sul fronte tecnologico, l’attacco informatico agli aeroporti europei di Londra, Bruxelles e Berlino sottolinea la vulnerabilità delle infrastrutture critiche e l’urgenza di potenziare la cybersecurity.
La “trumpizzazione” dell’economia giapponese, con crescita di populismo e nazionalismo, può influenzare la stabilità e le relazioni internazionali.
La dipendenza italiana da fornitori esterni in settori strategici, come l’energia dopo l’acquisizione azera di IP, solleva questioni di sicurezza energetica.

Conseguenze marittime
Le dinamiche marittime sono cruciali in un contesto di competizione globale. La rotta artica aperta dalla nave cinese Istanbul Bridge, pur accorciando i tempi di trasporto, solleva gravi preoccupazioni ambientali per l’ecosistema fragile dell’Artico e l’uso di carburanti pesanti.
La presenza della USS Nimitz vicino allo Stretto di Hormuz sottolinea l’importanza strategica dei choke point marittimi e la proiezione di potenza navale statunitense.
Le nuove acquisizioni di MQ-9B SeaGuardian da parte della Guardia Costiera giapponese rafforzano la sorveglianza marittima in un Indopacifico di crescente tensione. Il primo trattato globale per la protezione degli oceani, ratificato da sessanta nazioni, rappresenta un passo storico per la governance ambientale marittima, contrastando pesca eccessiva e inquinamento.
La crisi cantieristica occidentale mette a rischio la produzione e il rinnovamento delle flotte NATO, evidenziando le vulnerabilità industriali della difesa marittima.
Infine, gli attacchi USA contro imbarcazioni sospettate di traffico di droga nei Caraibi evidenziano l’importanza del controllo delle rotte marittime per la sicurezza e la lotta al narcotraffico.

Conseguenze per l’Italia
L’impegno sul fronte baltico della NATO genera “brividi politici” interni, con il paese che deve bilanciare alleanze internazionali e considerazioni strategiche nazionali.
L’intensificazione della proiezione italiana nell’Indo-Pacifico, sebbene strategica, manca ancora di una strategia nazionale organica, rischiando di rimanere reattiva e dipendente da quella statunitense.
L’acquisizione azera di IP solleva interrogativi sulla sicurezza energetica e sul controllo delle infrastrutture critiche nazionali.
Le analisi del generale Portolano sottolineano come l’Italia non sia pronta alla guerra, evidenziando la necessità di investire non solo in armamenti, ma soprattutto nel fattore umano (formazione, reclutamento, motivazione) e nella logistica per una difesa credibile e moderna.
La crisi economica francese e i problemi strutturali italiani, aggravati dall’inverno demografico, pongono sfide significative alla stabilità economica e finanziaria del paese.
L’autonomia strategica europea, promossa da iniziative come UNIA e “Made in EU”, rappresenta un’opportunità per l’Italia di ridurre le dipendenze esterne e rafforzare la sua industria della difesa.

Conclusioni
Il quadro geopolitico di fine settembre 2025 è caratterizzato da una fluidità e una complessità senza precedenti, dove le grandi potenze si muovono tra competizione e cauti tentativi di dialogo, mentre le regioni periferiche rimangono teatri di crisi persistenti.
La polarizzazione, sebbene più marcata nella “classe politica” che nella popolazione, continua a influenzare profondamente le decisioni e le percezioni globali. Le sfide legate all’energia, alla tecnologia, alla sicurezza marittima e alla difesa richiedono risposte coordinate e strategie lungimiranti.
Per i giorni successivi, i temi che avranno probabili ulteriori sviluppi e novità sono:
– le trattative USA-Cina su TikTok e dazi, con la possibilità di un incontro Trump-Xi;
– l’evoluzione delle sanzioni UE e USA contro la Russia e le reazioni di Mosca;
– la gestione delle tensioni nel Mediterraneo orientale, in particolare tra Israele e Turchia a Cipro, e le ripercussioni dell’attacco israeliano a Doha;
– il dibattito sul ritorno delle truppe USA in Afghanistan e le implicazioni per la competizione con la Cina;
– l’espansione dell’arsenale nucleare cinese e la stabilità strategica globale;
– i progressi della strategia digitale internazionale dell’UE e l’implementazione del trattato per la protezione degli oceani.
Sarà cruciale monitorare anche le dinamiche interne all’economia americana e le politiche monetarie della Federal Reserve, che avranno impatti globali.


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