29-09-25 Dal mondo
29 Settembre 2025 2025-09-29 7:4229-09-25 Dal mondo
Geopolitica
—Nasce il muro di droni UE per l’Ucraina (e non solo)
—Sottomarino russo in avaria nel Mediterraneo. Verso un bis della tragedia Kursk?
—Le fregate e la Flotilla: il senso e i limiti di una missione
—Mattarella e quella Flotilla sulla rotta della Capitana Carola
—L’eredità mediterranea come chiave per una nuova leadership
—Varchi sotto scudo: la nuova A2/AD di Caracas tra La Guaira e Paraguaná
–🇬🇧Russia’s “Gerbera” Drones Are Giving NATO a Terrible Headache
–🇬🇧The Last Chance for Peace in the Middle East
–🇬🇧Israel is the main source of instability in the Middle East
–🇬🇧Gaza Flotilla Sails Again; Italy’s Tajani Warns Of Danger
Geoeconomia
—UE. Alla Bce si discute di crisi finanziaria
—USA. Accordi da 12 mld con Kazakistan e Uzbekistan
—Il gas che unisce: Afghanistan e Uzbekistan riscrivono gli equilibri in Asia Centrale
—Tangeri Med: il miracolo industriale del Marocco
Difesa
–🇬🇧Freedom Edge 25 Exercise Displays US and Allied Indo-Pacific Naval Might
–🇬🇧Royal Navy considering deploying OPV to Middle East with Peregrine RWUAS flight
–🇬🇧Royal Navy evaluates first USV to deploy a thin-line towed array sonar
–🇬🇧German Navy: More F127 frigates and an upcoming decision on the F126
–🇬🇧Why the US Navy Is Decommissioning Its Minesweepers
Scenari Geopolitici
Il fine settimana tra il 26 e il 28 settembre 2025 è stato caratterizzato da un’intensa attività geopolitica che ha attraversato quasi ogni teatro operativo, delineando un quadro globale di crescente complessità e interconnessione. Dalle manovre navali della NATO nel Baltico alle tensioni nel Medio Oriente, passando per le ambizioni navali cinesi e gli accordi energetici in Asia Centrale, gli eventi recenti evidenziano una ridefinizione degli equilibri di potere e l’emergere di nuove sfide.
Evento Clou del week-end
L’evento clou del weekend è senza dubbio la massiccia esercitazione NATO Neptune Strike 25.3, che ha visto la partecipazione della portaerei di ultima generazione USS Gerald R. Ford. Questa imponente dimostrazione di forza e interoperabilità ha rafforzato il deterrente marittimo dell’Alleanza nell’area euro-atlantica (teatro operativo Artico-Boreale), testando l’integrazione di assetti navali, aerei e sottomarini in un contesto di minaccia ibrida. L’esercitazione ha sottolineato l’importanza del controllo delle rotte marittime vitali e della capacità di attacco a distanza, inviando un chiaro messaggio di prontezza e coesione in un periodo di accresciute tensioni con la Russia. Contemporaneamente, le esercitazioni NATO attorno all’isola di Gotland, strategica “portaerei insommergibile” nel Baltico, hanno ulteriormente evidenziato la determinazione dell’Alleanza a difendere i propri interessi nel Nord Europa.
Conseguenze dei fatti accaduti il tra il 26 e il 28 settembre
Conseguenze geopolitiche
L’intensificazione delle esercitazioni NATO, in particolare Neptune Strike 25.3 e le manovre a Gotland, riflette una crescente polarizzazione tra il blocco occidentale e la Russia, con il Mar Baltico e il Mediterraneo orientale che si configurano come teatri di confronto strategico. La rinnovata ambizione turca di riacquistare gli F-35 e la disponibilità di Trump a considerarne la vendita, seppur condizionata, potrebbero alterare gli equilibri interni alla NATO e le dinamiche regionali, in particolare nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente, dove la Turchia continua a proiettare influenza.
L’espansione navale cinese, con l’acquisizione di tre portaerei, conferma la sua ambizione di potenza globale, spingendo gli Stati Uniti e i suoi alleati nell’Indo-Pacifico a rafforzare le proprie capacità e la cooperazione, come dimostrato dall’esercitazione Freedom Edge 25.
La “Mezzaluna Atomica” rappresentata dal Pakistan e i suoi missili a lungo raggio aggiungono un ulteriore strato di complessità alla sicurezza dell’Asia meridionale, già fragile.
L’alleanza Russia-Corea del Nord, infine, rappresenta un fattore di destabilizzazione nell’Asia nord-orientale e oltre, complicando gli sforzi occidentali di contenimento.
Nel Mediterraneo allargato, la situazione in Sudan si aggrava, trasformandosi in una guerra per procura tra Turchia e Emirati Arabi Uniti, replicando dinamiche già viste in Libia e Somalia.
L’attivismo di Trump, con accordi in Asia Centrale e le sue posizioni ambivalenti sull’Ucraina, evidenzia un approccio “America First” che, pur spingendo l’Europa verso l’isolamento e un maggiore auto-sostegno, cerca di riaffermare l’influenza statunitense in aree strategiche.
Conseguenze strategiche
A livello strategico, gli eventi del weekend indicano una chiara accelerazione nella corsa agli armamenti e nell’innovazione militare. L’enfasi della NATO sulla guerra a catena corta e alta prontezza, con la base di Quantico come centro di queste riforme, si contrappone alla crescente capacità russa di proiezione di forza attraverso droni come i Gerbera e l’aumento della produzione degli S-400.
La decisione della Marina USA di dismettere i dragamine per sostituirli con le LCS, seppur contestata per la loro efficacia antimine, riflette una dottrina che privilegia la flessibilità e l’integrazione di capacità multifunzione in scenari asimmetrici.
Parallelamente, l’investimento del Regno Unito in USV con sonar trainati sottili e la valutazione della Royal Navy per l’impiego di OPV con UAV nel Medio Oriente dimostrano la ricerca di soluzioni tecnologiche avanzate per la sorveglianza e la guerra antisommergibile.
La Turchia, con la produzione di droni UAV in Egitto, si posiziona come attore chiave nell’industria della difesa, con un occhio ai mercati africani e mediorientali (La Turchia, attraverso la società di difesa Havelsan, ha avviato una partnership strategica con l’Egitto per produrre localmente droni UAV, in particolare presso gli stabilimenti di Kader Advanced Industries al Cairo).
Il nuovo missile da crociera nucleare lanciato dal mare (SLCM-N) degli Stati Uniti rappresenta una svolta nella deterrenza nucleare, aumentando la flessibilità e la capacità di risposta rapida, sebbene con rischi di malintesi.
Infine, l’emergere di un “muro di droni” UE per l’Ucraina e oltre, sottolinea l’importanza crescente degli UAV nella difesa ibrida e nella sorveglianza dei confini (Questo sistema di difesa è pensato per essere multilivello, comprendendo radar avanzati, sensori acustici e disturbatori di segnale, oltre a intercettori e difese convenzionali in grado di neutralizzare i droni o attacchi indotti dall’alto o dal basso. Il muro non si limiterà solo alla sorveglianza ma anche all’intervento attivo contro droni ostili, elemento fondamentale per la sicurezza di un’area che rischia di diventare un teatro di conflitto permanente).
Conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche
L’economia marittima italiana, con i suoi 217 miliardi di euro, evidenzia l’importanza del settore per la prosperità nazionale, sebbene affronti sfide di sostenibilità.
La crisi di leadership e la mancanza di diversità nell’industria marittima globale, come evidenziato dal Global Maritime Forum, rappresentano un freno all’innovazione e alla capacità di rispondere alle nuove sfide.
Il “Tech Prosperity Deal” tra USA e Regno Unito, con investimenti massicci nel settore tecnologico, in particolare nell’AI, trasforma il Regno Unito in un hub digitale, ma ne aumenta la dipendenza economica e tecnologica dagli Stati Uniti.
Sul fronte energetico, l’esortazione di Trump alla Turchia di cessare l’importazione di petrolio russo e l’accordo sul gas tra Afghanistan e Uzbekistan ridisegnano le mappe degli approvvigionamenti e le dipendenze energetiche, con l’Europa che, nonostante i costi elevati, sta riducendo la sua dipendenza dal gas russo.
La produzione globale di combustibili fossili rimarrà elevata fino al 2030, indicando una transizione energetica più lenta del previsto.
I mercati finanziari, in particolare quelli dell’Argentina, mostrano una fase di ripresa incerta, mentre il dollaro USA sta mostrando segni di indebolimento nel medio termine a causa del debito pubblico e della crescente competizione valutaria (Questa riduzione di valore è stata associata anche a una perdita di fiducia da parte degli investitori globali, scossi dalle incertezze legate alle politiche commerciali unilaterali USA e ai dazi imposti da Trump).
A livello europeo, la BCE discute attivamente del rischio di una crisi finanziaria, con attenzione ai dazi e alle politiche protezionistiche, mentre i maxi tagli di Bosch nel settore auto europeo raccontano una profonda crisi industriale dovuta alla transizione energetica e alla concorrenza.
Lo smantellamento di una rete di comunicazioni a New York svela un nuovo campo di battaglia geopolitico legato alla sicurezza informatica e delle infrastrutture critiche, con implicazioni per la stabilità finanziaria globale (La U.S. Secret Service ha smantellato una rete nascosta di dispositivi elettronici distribuiti nell’area metropolitana di New York, all’interno di un raggio di 35 miglia intorno al luogo dove si svolgeva l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel settembre 2025. La rete comprendeva oltre 300 server SIM co-localizzati e circa 100.000 schede SIM anonime distribuite in diversi siti, progettati per permettere un’attività massiccia e anonima di comunicazioni telefoniche e attacchi informatici).
Conseguenze marittime
L’esercitazione Neptune Strike 25.3 ha dimostrato la crescente importanza della strategia marittima della NATO, con un focus sul deterrente e le capacità offensive navali, inclusi i sistemi di attacco a distanza e la guerra sottomarina. L’USS Gerald R. Ford, con le sue nuove tecnologie, ha rafforzato la capacità della NATO di condurre operazioni congiunte complesse.
La Cina, con tre portaerei operative, sta proiettando una forza navale globale che altera gli equilibri nel Pacifico.
La Royal Navy sta investendo in USV con sonar trainato per la guerra antisommergibile e valuta il dispiegamento di OPV con UAV nel Medio Oriente per la sorveglianza.
La decisione della US Navy di dismettere i cacciamine a favore delle Littoral Combat Ships, nonostante le critiche, indica un cambiamento nella dottrina navale verso piattaforme più flessibili.
La rotta marittima artica, su cui la Cina sta puntando, crea nuove tensioni con le potenze nordiche e la Russia, accelerando la militarizzazione della regione.
L’isola di Gotland, nel Baltico, è diventata un asset cruciale per la sorveglianza e il controllo del traffico navale.
Infine, la delicata situazione della Flotilla umanitaria verso Gaza e la protezione delle navi italiane da parte delle fregate Alpino e Fasan, pur con i limiti delle acque internazionali, evidenzia la complessità della sicurezza marittima in contesti di conflitto, dove la protezione degli aiuti umanitari si intreccia con i rischi di escalation diplomatica e militare (Le navi stanno navigando verso la Striscia di Gaza sotto sorveglianza continua, trovandosi a circa 366 miglia nautiche dalla costa. Dal punto di vista della sicurezza marittima, l’Italia ha schierato unità navali al fine di assicurare la libertà di navigazione e la sicurezza dei connazionali impegnati nella missione. Tuttavia, questa protezione è limitata alle acque internazionali, poiché non è consentito intervenire direttamente nelle acque palestinesi controllate da Israele. Questa limitazione evidenzia la fragilità di una missione umanitaria in un contesto di conflitto aperto, dove la navigazione e la sicurezza delle navi sono soggette a rischi di incidenti o attacchi).
Conseguenze per l’Italia
Per l’Italia, gli eventi del fine settimana hanno implicazioni significative. Innanzitutto, l’economia marittima, con un valore di 217 miliardi di euro nel 2024, si conferma un pilastro fondamentale, e gli investimenti in sostenibilità e infrastrutture verdi saranno cruciali per il suo sviluppo futuro.
La posizione italiana riguardo alla Flotilla umanitaria verso Gaza è delicata: mentre il Presidente Mattarella ha esortato alla prudenza e a deviare gli aiuti verso Cipro, le navi italiane schierate a protezione della Flotilla rappresentano una linea rossa per la sicurezza nazionale, evidenziando il difficile equilibrio tra solidarietà umanitaria e tutela degli interessi nazionali in un contesto volatile.
La partecipazione dell’Italia alle esercitazioni NATO come Neptune Strike 25.3 rafforza il suo ruolo nell’Alleanza e la sua capacità di difesa marittima.
Tuttavia, la crisi dell’industria automobilistica europea, con i tagli di Bosch, e le fragilità economiche interne rispetto a Francia e Germania, sottolineano la necessità di riforme strutturali e investimenti mirati per mantenere la competitività.
La possibilità di droni russi sui cieli italiani, indicata dal leader ucraino Volodymyr Zelensky, (affermazione non confermata e alquanto azzardata) richiede un aggiornamento delle capacità radar e antiaeree, in stretta cooperazione con NATO e UE.
Infine, la riflessione di Granata e Granelli sull’eredità mediterranea come chiave per una nuova leadership risuona con la necessità dell’Italia di riscoprire le proprie radici e il proprio ruolo nella costruzione di un’Europa più coesa e autonoma, in un contesto di isolamento crescente per il continente, come suggerito dall’intervento di Trump all’ONU.
Conclusioni
L’accelerazione della competizione tra blocchi, l’ascesa di nuove potenze navali, la diffusione di tecnologie militari avanzate e le continue crisi regionali delineano un futuro incerto ma ricco di opportunità per chi saprà navigare queste dinamiche.
La NATO, con le sue esercitazioni e il rafforzamento del deterrente marittimo, cerca di mantenere la propria centralità, ma la sua coesione è messa alla prova dalle politiche ambivalenti di attori chiave come gli Stati Uniti e la Turchia.
L’espansione cinese e l’attivismo russo, in particolare nel Mar Artico e nell’Asia Centrale, ridisegnano le sfere di influenza, spingendo a una maggiore competizione per le risorse e il controllo delle rotte strategiche.
Per il futuro, i temi che avranno ulteriori sviluppi e novità sono molteplici. La stabilità del Medio Oriente, con la smilitarizzazione di Hezbollah e il riavvicinamento di Qatar e Arabia Saudita alla Siria, rimarrà un focolaio di attenzione, con la questione israelo-palestinese che continuerà a generare tensioni e iniziative umanitarie controverse.
La dinamica tra Russia e NATO, con l’escalation in Ucraina e la proliferazione di droni, richiederà una costante vigilanza e la ricerca di equilibri diplomatici che evitino un conflitto diretto.
La competizione tecnologica, in particolare nell’intelligenza artificiale e nei sistemi UAV, continuerà a definire le nuove frontiere della guerra e della sicurezza, richiedendo investimenti e innovazione costanti.
La transizione energetica e la sua lentezza influenzeranno gli equilibri globali, con i combustibili fossili che manterranno un ruolo centrale almeno fino al 2030.
Infine, le crisi di leadership e la necessità di maggiore diversità nel settore marittimo, insieme alle sfide economiche dell’Eurozona e alla fragilità del dollaro, richiederanno riforme strutturali e una governance globale più coesa per affrontare le incertezze finanziarie.
L’Italia dovrà continuare a bilanciare i propri interessi economici e di sicurezza con una politica estera attenta alla diplomazia e alla cooperazione multilaterale, specialmente nel Mediterraneo e nell’ambito europeo, per affermare un ruolo di leadership basato sulla sua eredità storica e culturale
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