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01-08-25 Dal mondo

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01-08-25 Dal mondo

Russia. Battibecco tra Medvedev e Trump: la minaccia della “mano morta”

Joint Sea 2025. Cina e Russia tornano a esercitarsi insieme nel Pacifico

Da Tunisi ad Ankara. Così Meloni promuove la politica mediterranea di Roma

Tra Usa e Teheran è battaglia navale. Washington sanziona le navi iraniane

–🇬🇧Ukraine Has Innovated Naval Warfare

–🇬🇧Russia’s “July Storm” Black Sea Exercises Showcase New Naval Drone Firepower

–🇬🇧The Myth of Russian Invincibility

–🇬🇧The Indo-Pacific Chooses Options, Not Sides

–🇬🇧The Uncertain Future of U.S. Relations With India

USA. La Fed non cede alle pressioni di Trump: tassi d’interesse invariati

Gruppo Cosulich, il fatturato sale a quota 2,14 miliardi, l’utile cala a 20,6 milioni

–🇬🇧$150B ‘Make America Shipbuilding Great Again’ Pact Helps Seal US-Korea Trade Agreement

–🇬🇧CK Hutchison-Operated Panama Ports Could be Taken Over by State Partnerships

–🇬🇧Report to Congress on John Lewis-class Oiler Program

Fincantieri accelera, ordini in crescita e nuovo slancio nell’Underwater

Fincantieri, consegnata alla Marina Militare la decima unità Fremm “Emilio Bianchi”

–🇬🇧Fincantieri Reports Record Backlog with Deliveries Scheduled Through 2036

–🇬🇧The Future of Maritime Presence in the Central Arctic Ocean

–🇬🇧How to Reform the Intelligence Community

–🇬🇧The USS Arkansas Nuclear Attack Submarine Is Close to Hitting the High Seas

–🇬🇧America’s Remus 620 Naval Drone Just Passed a Key Milestone

Il mese di luglio 2025 si chiude all’insegna di una crescente frammentazione dello scenario globale, dominato da una conflittualità economica sempre più esplicita e da tensioni militari che si irradiano dai teatri tradizionali a nuovi domini strategici. L’amministrazione Trump imprime un’accelerazione protezionista che incrina i rapporti con potenze emergenti come India e Brasile, mentre la crisi umanitaria a Gaza raggiunge un punto definito “insostenibile”, mobilitando la diplomazia internazionale. Sullo sfondo, la competizione tecnologico-militare tra le grandi potenze si intensifica, ridisegnando strategie e alleanze dall’Indo-Pacifico all’Artico.

Evento clou della giornata
La guerra dei dazi di Trump si allarga a India e Brasile, scuotendo gli equilibri globali. Con una mossa destinata a segnare le relazioni economiche internazionali, il Presidente Donald Trump ha annunciato l’imposizione di pesanti dazi su India e Brasile. Per l’India, definita provocatoriamente “un’economia morta”, si profila una tariffa del 25% su tutte le merci, aggravata da potenziali penali per gli acquisti di energia e armamenti dalla Russia. Il Brasile, invece, affronterà dazi fino al 50% in risposta a quella che Trump ha definito una “caccia alle streghe” contro l’ex presidente Bolsonaro.
Queste decisioni, giustificate con la dottrina dell’ “America First”, hanno scatenato immediate reazioni. New Delhi, pur mantenendo aperta la via del negoziato, ha avvertito che difenderà i propri interessi. L’impatto sui mercati è stato immediato, con la rupia indiana in calo e previsioni di una contrazione della crescita. La mossa di Trump non è isolata: si accompagna a una tregua temporanea di 90 giorni sui dazi con la Cina, una pausa tattica in una guerra commerciale di lungo corso, e a una critica diretta alla Federal Reserve per non aver abbassato i tassi di interesse. L’offensiva tariffaria segnala una chiara volontà di utilizzare la leva economica come strumento di pressione geopolitica, minando la stabilità del commercio globale e mettendo a dura prova le alleanze strategiche, in particolare il complesso rapporto tra Washington e Nuova Delhi.

Geo-strategia e conflittualità
Il panorama strategico globale è in rapida evoluzione, con innovazioni tecnologiche che alterano gli equilibri sul campo e alleanze che si consolidano in chiave anti-accesso.
La guerra in Ucraina entra in una nuova fase tecnologica, con la Russia che schiera avanzati sistemi di “armatura elettronica” per neutralizzare i droni ucraini. Questi dispositivi, basati su jamming e intercettazione dei segnali video, hanno dimostrato efficacia in recenti offensive, costringendo Kiev a un ripensamento delle proprie strategie di guerra elettronica. Parallelamente, l’Ucraina continua a innovare nella guerra navale, utilizzando droni marittimi e tattiche asimmetriche per sfidare la superiorità russa nel Mar Nero.
Nel frattempo, gli Stati Uniti affrontano un dibattito interno sulla propria dottrina militare, con critiche che evidenziano il rischio di perdere la “guerra dei droni” a causa di un approccio troppo rigido e di investimenti insufficienti nell’innovazione offensiva rispetto alle contromisure.
La competizione si estende all’Indo-Pacifico, dove Cina e Russia hanno dato il via all’esercitazione navale congiunta “Joint Sea 2025” vicino a Vladivostok, un chiaro segnale di approfondimento della loro partnership strategica in risposta alle manovre americane nella regione. Il Giappone, in risposta, si prepara a ricevere i suoi primi caccia F-35B a decollo corto, potenziando le proprie capacità di proiezione.

Geo-economia, industria, mercati e marittimità
Il settore economico-industriale riflette le tensioni geopolitiche, ma mostra anche dinamiche di forte innovazione e crescita.
L’industria della difesa è in pieno fermento. In Italia, Leonardo ha finalizzato l’acquisizione di Iveco Defence, un’operazione da 1,7 miliardi di euro che crea un campione europeo nel settore terrestre, integrando piattaforme veicolari e sistemi elettronici avanzati. Fincantieri registra un portafoglio ordini record, spinto dal nuovo e redditizio segmento “Underwater” dedicato alla difesa sottomarina, e ha consegnato la decima e ultima fregata FREMM “Emilio Bianchi” alla Marina Militare. Questi sviluppi rafforzano il ruolo strategico dell’Italia nel comparto della difesa europeo.
La marittimità è al centro di dinamiche complesse. Mentre il Gruppo Cosulich vede aumentare il fatturato, la logistica globale affronta le sfide della crisi nel Mar Rosso. Tuttavia, si registrano progressi nella riduzione delle emissioni del trasporto container. A Panama, crescono le pressioni per una revisione dei contratti di gestione portuale con l’operatore CK Hutchison.
Infine, emerge con forza il legame tra politiche climatiche e crescita economica. L’investimento in tecnologie verdi e decarbonizzazione è sempre più visto come una leva strategica per la competitività e la prosperità a lungo termine, in un contesto in cui la domanda di energia è spinta anche dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Geopolitica e relazioni internazionali
La diplomazia è attiva su più fronti per gestire crisi acute e tessere nuove alleanze.
La crisi a Gaza è al centro dell’attenzione internazionale. La Premier italiana Giorgia Meloni ha definito la situazione “insostenibile e ingiustificabile” in una telefonata al Premier israeliano Netanyahu. Gli Stati Uniti aumentano la pressione su Israele per sbloccare gli aiuti umanitari, con l’inviato speciale Steve Witkoff in visita nella regione. La situazione è aggravata da accuse di violenze nei centri della Gaza Humanitarian Foundation (GHF), che il suo direttore nega. Sul piano diplomatico, cresce l’onda di riconoscimenti per lo Stato Palestinese, con Francia, Regno Unito e Canada che si muovono in questa direzione, suscitando la dura reazione di Israele.
L’Italia si muove da protagonista nel Mediterraneo Allargato. La strategia del governo Meloni punta a consolidare la leadership italiana attraverso missioni in Tunisia e Turchia e un forte impegno nel Corno d’Africa, con nuove intese di cooperazione siglate dal Vice Ministro Cirielli con Etiopia ed Eritrea.
Le alleanze si rimodulano nell’Indo-Pacifico. Il Regno Unito rafforza la sua partnership strategica con il Giappone attraverso esercitazioni congiunte e il programma GCAP per un caccia di nuova generazione. La retorica di Londra si fa più dura verso la Cina, ipotizzando un intervento in difesa di Taiwan, una posizione criticata come irrealistica.

Analisi per Teatro Operativo

  • Mediterraneo Allargato. L’area è un concentrato di crisi e iniziative diplomatiche. La situazione a Gaza è il fulcro delle tensioni, con una catastrofe umanitaria in corso e una pressione internazionale crescente su Israele per un cessate il fuoco e l’accesso agli aiuti. L’attivismo diplomatico italiano, sia con la telefonata di Meloni a Netanyahu sia con la politica mediterranea e africana (Piano Mattei), cerca di ritagliare per Roma un ruolo centrale. Le tensioni si estendono alla Siria, con raid israeliani vicino a Damasco volti a colpire postazioni iraniane, e al Libano, con un ultimatum americano a Hezbollah. La stabilità del Corno d’Africa rimane precaria, come dimostra la crisi in Somalia dove terrorismo e crisi climatica creano un disastro umanitario. L’impegno italiano in Etiopia ed Eritrea mira a rafforzare la stabilità regionale.
  • Heartland euro-asiatico. La partnership strategica tra Russia e Cina si consolida con l’esercitazione navale “Joint Sea 2025”, una dimostrazione di forza che risponde alla presenza militare occidentale nell’Indo-Pacifico. La Russia continua a innovare sul campo in Ucraina con nuove tecnologie di guerra elettronica, evidenziando una notevole capacità di adattamento. Sul fronte economico, però, l’industria automobilistica russa mostra segni di grave declino a causa delle sanzioni. Le relazioni tra l’Heartland e le potenze esterne sono tese, come dimostra lo scontro sui dazi tra USA e India, paese che cerca di bilanciare i suoi legami con la Russia e l’Occidente.
  • Teatro operativo Boreale-Artico. La regione è sempre più un’arena di competizione strategica. La crescente militarizzazione da parte di Russia e Cina mira al controllo delle rotte marittime e delle risorse naturali rese accessibili dal cambiamento climatico. Questo scenario aumenta la tensione con gli attori della NATO, in particolare Stati Uniti e Canada, che vedono la loro sicurezza direttamente minacciata.
  • Teatro operativo Australe-Antartico. Le tensioni economiche globali si ripercuotono anche in questo teatro. La decisione di Trump di imporre dazi pesanti al Brasile segna un’escalation nelle relazioni tra le due maggiori economie delle Americhe. Al contrario, l’accordo tra Argentina e Stati Uniti per l’ingresso nel programma Visa Waiver indica un rafforzamento dei legami bilaterali. L’instabilità persiste in Africa subsahariana, con la crisi irrisolta nella Repubblica Democratica del Congo.
  • Indopacifico. Questo teatro è il cuore della competizione globale. La tregua di 90 giorni sui dazi tra USA e Cina offre una momentanea tregua, ma le tensioni di fondo rimangono. La retorica bellicosa del Segretario alla Difesa britannico a difesa di Taiwan contro la Cina è emblematica del clima di scontro, anche se le capacità reali del Regno Unito sono messe in dubbio. L’alleanza tra Regno Unito e Giappone si rafforza, con esercitazioni congiunte e lo sviluppo del caccia GCAP, in risposta alla assertività cinese. Gli stati della regione, tuttavia, evitano schieramenti rigidi, preferendo mantenere opzioni flessibili per bilanciare le relazioni con le grandi potenze. Lo scontro tariffario tra USA e India complica ulteriormente il quadro, indebolendo un’alleanza considerata strategica per contenere Pechino.

Conclusioni e possibili sviluppi
Il 31 luglio 2025 delinea un mondo policentrico e conflittuale, dove la competizione economica si intreccia in modo indissolubile con quella strategico-militare. La dottrina “America First” di Trump, con la sua politica di dazi aggressivi, sta attivamente ridisegnando le catene di valore globali e mettendo in discussione alleanze consolidate, costringendo ogni attore a ricalibrare le proprie posizioni.
I temi con maggiori probabilità di sviluppo nei prossimi giorni sono:

  1. Le guerre commerciali di Trump. L’entrata in vigore dei dazi contro India e Brasile il 1° agosto provocherà sicure contromisure e un’ulteriore escalation di tensioni. Anche la tregua con la Cina andrà monitorata attentamente, poiché i nodi strutturali del contendere restano irrisolti.
  2. La crisi a Gaza. La pressione diplomatica e umanitaria su Israele è a un punto di svolta. Le prossime ore saranno decisive per capire se si riuscirà a sbloccare un flusso significativo di aiuti e a riavviare i negoziati per un cessate il fuoco, o se la situazione precipiterà ulteriormente.
  3. L’evoluzione tecnologica del conflitto ucraino. La comparsa di nuove contromisure russe ai droni ucraini potrebbe alterare gli equilibri tattici. Ci si attende una rapida risposta da parte di Kiev e dei suoi partner occidentali per mantenere il proprio vantaggio innovativo.
    In prospettiva, l’approfondimento della partnership sino-russa, la crescente assertività diplomatica e militare dell’Italia nel Mediterraneo Allargato e le difficoltà dell’Unione Europea nel formulare una politica estera unitaria e incisiva sono tendenze destinate a plasmare il futuro scenario geopolitico.

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