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09-06-25 Dal mondo

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09-06-25 Dal mondo

Il futuro della Bussola Strategica dell’UE: autonomia strategica o illusione?

Ucraina. Se è Zelensky a non voler trattare…

Ucraina. Massiccia rappresaglia russa alla distruzione dei bombardieri strategici

Per chi gioca il tempo? Dalla guerra in Ucraina alla gestione delle democrazie

Polonia e Corea del Sud: la vittoria dei candidati post-atlantisti

Israele e Ucraina, le asimmetrie degli USA sul sostegno agli alleati

NATO. Trump mette a freno Starmer e nomina il nuovo comandante supremo

USA. L’Usaid, il volto gentile dell’influenza imperiale americana

L’americana che gestiva una “laptop farm “per i nordcoreani

Così Haftar consolida il suo potere in Libia

Tentato assassinio di Miguel Uribe Turbay: escalation Politica in Colombia?

Propaganda e riscrittura della storia: il ruolo delle narrazioni nei conflitti moderni

–🇬🇧Donald Trump and Vladimir Putin’s Outdated Land Fixation

–🇬🇧The End of American Internationalism?

–🇬🇧Trump orders National Guard troops to LA to quell immigration protests

–🇬🇧Bomb the Cartels? Expel the Migrants? Reboot Monroe? Trump and Latin America

–🇬🇧What is President Erdogan’s Grand Plan?

–🇬🇧Arab Coalition Seeks Renewed Leverage in Washington

La crisi finanziaria dell’Ucraina

Geoeconomia, non caos. Le mosse di Trump spiegate da Monacelli (Bocconi)

Mercato obbligazionario USA in fibrillazione

Turchia e Somalia, un legame sempre più inscindibile (grazie al petrolio)

La maledizione delle risorse negli -Stan dell’Asia Centrale: tra opportunità e vulnerabilità

–🇬🇧The Russian Wartime Economy: From Sugar High to Hangover

–🇬🇧Fincantieri Announces Strategic Collaboration With Enra Energy at LIMA 2025

Meta, Anduril e il futuro della guerra intelligente: un patto oltre il business

L’Ammiraglio Samuel Paparo: la rotta della Cina è pericolosa

–🇬🇧U.S. Navy Destroyer Practices Wartime Repair in the Philippines

–🇬🇧Plans for the Royal Navy’s Extra Large Underwater Autonomous Vehicle – XV Excalibur

Il fine settimana del 7-8 giugno 2025 ha svelato un mondo sull’orlo di un caos organizzato e interconnesso.
Evento Clou. “Operation Spiderweb” – La Russia Umiliata in Casa
L’evento che ha catalizzato l’attenzione globale è “Operation Spiderweb”, l’incredibile attacco delle forze speciali ucraine che, usando droni lanciati dall’interno della Russia, hanno distrutto una dozzina di bombardieri strategici, anche a capacità nucleare. Questa operazione non è solo una vittoria tattica: è un punto di svolta che umilia la postura di deterrenza di Mosca, ne espone la vulnerabilità interna e offre alla NATO lezioni cruciali sulla guerra del futuro. Ha dimostrato che nessun santuario è più inviolabile e che la guerra moderna può essere combattuta e vinta con ingegno e tecnologia asimmetrica.
Geo-strategia e Conflittualità
Mentre l’operazione “Spiderweb” catalizzava l’attenzione, un mosaico di conflitti interconnessi si aggravava su scala globale, dimostrando che il disordine non è più confinato a un singolo fronte. Il vento nazional-populista, rinvigorito dalla presidenza Trump, ha travolto l’Europa. La vittoria del conservatore Karol Nawrocki in Polonia è emblematica di una tendenza che indebolisce la coesione di UE e NATO, minando la capacità dell’Occidente di proiettare una politica estera unitaria e di rispondere compattamente all’aggressione russa.
Parallelamente, la guerra si è estesa a domini invisibili. Il sabotaggio coordinato di torri di comunicazione in Svezia ha rappresentato un test per le infrastrutture critiche della NATO, mentre attori statali come Cina e Russia hanno intensificato l’uso di intelligenza artificiale per condurre sofisticate campagne di disinformazione e cyberattacchi. Eventi come il presunto spionaggio iraniano contro Israele e il misterioso blackout digitale in Corea del Nord confermano che la guerra cognitiva e cibernetica è una realtà quotidiana e pervasiva, combattuta lontano dalle trincee tradizionali.
Infine, la violenza politica è tornata a essere un potente strumento di destabilizzazione, anche nell’emisfero occidentale. Il tentato omicidio del candidato presidenziale colombiano Miguel Uribe Turbay non è stato un semplice atto criminale, ma un evento geopolitico che minaccia di far precipitare una nazione chiave in una spirale di caos. Questo episodio, sintomo di una fragilità che serpeggia in tutta l’America Latina, dimostra come nessun’area del mondo sia immune dalle dinamiche di un disordine globale sempre più frammentato e imprevedibile.

Geo-economia, Industria, Mercati e Marittimità
La competizione tra grandi potenze si combatte oggi tanto nei porti e nelle fabbriche di semiconduttori quanto sui campi di battaglia tradizionali. Il fine settimana ha visto un’intensificazione di questa guerra economica.
Il Contenimento Strategico USA-Cina. L’amministrazione Trump ha abbandonato ogni pretesa di semplice riequilibrio commerciale, abbracciando una politica di aperto contenimento strategico ed economico nei confronti della Cina. Le mosse sono state concertate e su più fronti:
• Dominio Marittimo. L’Ufficio del Rappresentante per il Commercio (USTR) ha avviato procedure formali (Section 301) per colpire il dominio cinese nella cantieristica navale e nella logistica portuale.
• Blocco Energetico-Tecnologico. È stato reso operativo l’embargo sulle esportazioni di etano americano verso la Cina, giustificato con “rischi militari”, un pretesto per colpire l’industria petrolchimica di Pechino.
• Guerra dei Talenti. Sono state ulteriormente ristrette le norme per la concessione di visti a studenti e ricercatori cinesi in settori tecnologici considerati “critici” (AI, quantistica, biotecnologie), nel tentativo di frenare il trasferimento di know-how.

La Strategia Cinese e il Controllo delle Risorse. Pechino non è rimasta a guardare. La sua strategia è duplice: rafforzare la propria resilienza interna e assicurarsi il controllo delle materie prime strategiche. L’asse economico con l’Indonesia è diventato cruciale, garantendo alla Cina un controllo quasi monopolistico sulla catena di approvvigionamento del nichel, metallo indispensabile per le batterie dei veicoli elettrici e per l’industria dell’acciaio inossidabile. Questo mette l’Occidente in una posizione di grave dipendenza strategica. Parallelamente, la Cina continua a sfruttare la sua posizione dominante nel mercato delle terre rare, un’arma geoeconomica che può brandire in ogni momento.

L'”Hangover” dell’Economia di Guerra Russa. L’analisi del Center for Strategic & International Studies (CSIS) dipinge un quadro fosco per l’economia russa. Dopo una “sbornia” iniziale dovuta agli alti prezzi degli idrocarburi e a una massiccia iniezione di spesa pubblica per l’apparato militare-industriale, la Russia sta ora affrontando il pesante “hangover”. I problemi sono strutturali: una grave carenza di manodopera, acuita dalla mobilitazione e dalla fuga di cervelli; un’inflazione persistente che erode il potere d’acquisto; e una crescente, e pericolosa, dipendenza economica e tecnologica dalla Cina. Sebbene l’economia non sia al collasso, la sua capacità di sostenere uno sforzo bellico prolungato ad alta intensità e, contemporaneamente, di mantenere la stabilità sociale, è seriamente compromessa.

Analisi dei Teatri Operativi

  • Mediterraneo Allargato. Quest’area si conferma un “arco di crisi” in piena ebollizione. Dal Vicino Oriente al Sahel, le tensioni si intrecciano. La possibile mossa della Francia di riconoscere unilateralmente lo Stato palestinese potrebbe creare una profonda spaccatura nel fronte occidentale, isolando ulteriormente Israele ma entrando in rotta di collisione con la politica dell’amministrazione Trump. A Gaza, la crisi umanitaria è al collasso, con la sospensione degli aiuti che rischia di innescare disordini incontrollabili. In Africa, la penetrazione russa nel Sahel (Mali, Niger) si consolida con l’espulsione di attori umanitari occidentali come la Croce Rossa, mentre la Turchia espande la sua influenza economica e militare nel Corno d’Africa, in particolare in Somalia, attratta dalle potenziali riserve di idrocarburi.
  • Heartland Euro-asiatico. È il cuore della tempesta globale. “Operation Spiderweb” ha drasticamente alterato la dinamica del conflitto in Ucraina, esponendo la vulnerabilità russa. La risposta di Mosca sarà il fattore chiave delle prossime settimane. Più a est, l’asse strategico Cina-Pakistan si rafforza, ma con una nuova enfasi: Pechino è oggi più preoccupata per la sicurezza del suo corridoio economico (CPEC) minacciato dall’insurrezione in Belucistan che per la storica disputa sul Kashmir. Questo mette l’India in una difficile posizione strategica, stretta in una morsa da nord e da ovest.
  • Teatro Boreale-Artico. Questo teatro è lo specchio della crisi interna dell’Occidente. La vittoria nazionalista in Polonia e l’ascesa della destra in tutta Europa mettono in discussione i due pilastri dell’ordine post-Guerra Fredda: l’UE e la NATO. Gli Stati Uniti, lungi dall’essere un’ancora di stabilità, appaiono lacerati da una profonda polarizzazione, simboleggiata dalla faida tra il presidente Trump e l’influente miliardario Elon Musk, e da tensioni sociali che richiedono l’intervento militare sul suolo nazionale. Questa instabilità interna del leader dell’alleanza proietta un’ombra di incertezza sulla sua affidabilità e sulla coesione dell’intero blocco occidentale.
  • Teatro Australe-Antartico. L’epicentro della crisi si trova in America Latina, con la violenza politica in Colombia e l’instabilità in Bolivia. Tuttavia, emergono anche dinamiche geoeconomiche significative. La mossa dell’Indonesia di accelerare l’adesione alle norme anti-corruzione dell’OCSE è un tentativo strategico di attrarre capitali occidentali e di presentarsi come un partner affidabile, bilanciando la sua stretta relazione con la Cina. Nel frattempo, la cooperazione navale tra Australia e India si rafforza, configurandosi come un contrappeso chiave all’espansionismo cinese nell’Oceano Indiano.
  • Indopacifico. Questo rimane il teatro principale della competizione tra grandi potenze. La tensione su Taiwan è salita a un livello critico, con le manovre militari cinesi descritte dal comando USA non più come esercitazioni, ma come “prove generali per un’invasione”. La risposta di Taipei è stata quella di intensificare le esercitazioni per contrastare le tattiche di “zona grigia”. A complicare ulteriormente il quadro, la Corea del Sud ha eletto un nuovo presidente populista, Lee Jae-myung, il cui approccio “transazionale” potrebbe rimettere in discussione la tradizionale alleanza con Washington, creando un pericoloso vuoto o un inatteso riallineamento regionale.

Conclusioni e Sviluppi Futuri
Il sistema internazionale è entrato in una fase di turbolenza acuta, caratterizzata da disordine crescente e competizione strategica senza quartiere. La stabilità globale è appesa a un filo, e le dinamiche osservate in questo intenso fine settimana indicano quattro fronti critici che richiederanno la massima attenzione nei giorni e nelle settimane a venire.
Primo, la rappresaglia russa all’umiliazione di “Operation Spiderweb” è la principale e più pericolosa incognita. Obbligato a riaffermare la propria credibilità, il Cremlino potrebbe optare per un’escalation multiforme: attacchi ancora più brutali contro le infrastrutture civili ucraine, un’intensificazione della guerra ibrida contro i paesi NATO attraverso sabotaggi e cyberattacchi, o persino un pericoloso ricorso alla retorica nucleare per tracciare una linea rossa invalicabile.
Secondo, l’unità dell’Occidente è a un bivio. Il prossimo vertice NATO sarà un test cruciale. La crescente influenza della destra populista in Europa, combinata con l’approccio isolazionista dell’amministrazione Trump, metterà a dura prova la coesione dell’alleanza. Decisioni chiave sul sostegno all’Ucraina, sulla spesa per la difesa e sulla strategia verso la Cina potrebbero rivelare fratture insanabili.
Terzo, la stabilità dell’America Latina è diventata un’incognita critica. Le conseguenze dell’attentato in Colombia potrebbero innescare una reazione a catena in una regione già afflitta da narcotraffico e fragilità istituzionale, trasformandola in un nuovo, inatteso, focolaio di crisi globale.
Infine, l’escalation nel Mar Cinese Meridionale rimane il punto più pericoloso del pianeta. La retorica si è fatta incandescente e le posture militari sempre più aggressive. Ogni pattugliamento navale, ogni sorvolo aereo intorno a Taiwan porta con sé il rischio di un errore di calcolo che potrebbe rapidamente sfuggire di mano, trascinando Stati Uniti e Cina in un conflitto diretto dalle conseguenze inimmaginabili.


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