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14-07-25 Dal mondo

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NEWS

14-07-25 Dal mondo

Nell’ordine mondiale in frantumi l’Europa è all’angolo

Il Piano Marshall si fa a guerra finita   

Ucraina. Ucciso il colonnello Ivan Voronych: aveva un ruolo centrale nell’Sbu

Londra – Parigi: L’asse antirusso. Ma non solo

Perché la Cina non può permettersi una Russia sconfitta. L’analisi di Fardella

-Nuova Caledonia. Firmato un accordo storico con la Francia

Gli Houthi affondano due navi: l’accordo con gli USA resta valido, Israele protesta

Iran. Araghchi, ‘non rinunceremo al nucleare’. ma arrivano le pressioni di Putin

Missili cinesi all’Iran? Pechino smentisce, ma l’asse militare ha già forma

–🇬🇧Why Indo-Pacific Deterrence Needs Bipartisanship

–🇬🇧Why America and South Korea Need a Combined Multi-Domain Task Force

Lo schiaffo di Trump all’UE: dazi al 30% dall’1 agosto

Dazi, Von der Leyen “contromisure pronte ma sospese fino ad agosto ”

I dazi di Trump e l’ordine globale prospettato dai BRICS

Nonostante Trump i BRICS camminano

Sempre più incertezza: le prospettive mondiali sono negative

Imprese: l’economia del mare in Italia vale 216,7 miliardi, pari all’11,3% del Pil

Da Rotterdam a Genova i porti europei diventano (anche) basi militari

–🇬🇧Energy Dominance: A Most Confusing Term

–🇬🇧Syria Signs $800 Million Agreement With DP World To Bolster Ports Infrastructure

Roberto Domini: il Mediterraneo non ha limiti, l’Italia deve approfittarne

NATO, il pilastro europeo tenga conto della vocazione mediterranea dell’Italia. Il commento di Serino

La spesa militare indiana cresce e sceglie “made in USA”. Opportunità per l’Europa (se lo capisce)

–🇬🇧UK Carrier Strike Group sails to Australia for multinational exercise

–🇬🇧The US Navy Just Can’t Seem to Build a Ship on Time

–🇬🇧The US Navy Is Betting Big on Next-Generation Submarines

Il fine settimana del 12-13 luglio 2025 è stato dominato da una mossa aggressiva dell’amministrazione Trump, che ha scosso le fondamenta dell’ordine commerciale globale, accelerando la frammentazione degli equilibri di potere. La decisione di imporre dazi punitivi non solo a rivali strategici ma anche ad alleati storici ha innescato una catena di reazioni che ridisegnano le alleanze e alimentano l’incertezza economica. In parallelo, i teatri di conflitto dal Medio Oriente all’Ucraina hanno mostrato una recrudescenza delle ostilità, mentre le potenze globali e regionali si riposizionano in un contesto di crescente competizione militare e tecnologica.

Evento Clou della Giornata
L’evento più dirompente è stato l’annuncio da parte del Presidente USA Donald Trump di una nuova ondata di dazi, evidenziando una politica estera sempre più transazionale e assertiva. Sono state imposte tariffe del 30% sull’Unione Europea, del 50% sul rame e sulle merci brasiliane, e minacciati dazi del 10% contro i paesi allineati ai BRICS. Questa strategia, battezzata “stangata” e motivata da ragioni di “sicurezza nazionale” e protezionismo industriale, segna una drastica escalation della guerra commerciale. La reazione dei mercati è stata immediata, con l’FMI che ha avvertito di un aumento dell’incertezza economica globale, mentre l’UE, pur preparando contromisure, ha sospeso ogni azione fino ad agosto, in un tentativo di dialogo giudicato debole da alcuni osservatori. La mossa di Washington non è solo economica, ma profondamente geopolitica: mira a colpire la coesione dei BRICS e a riaffermare la centralità americana, rischiando però di isolare gli Stati Uniti e accelerare la transizione verso un ordine multipolare.

Geo-strategia e Conflittualità
Il panorama strategico globale è in ebollizione. In Ucraina, la Russia ha sferrato il più vasto attacco aereo dall’inizio della guerra, con oltre 700 droni e missili, segnalando la volontà di logorare le difese di Kyiv e mantenere l’iniziativa militare. La tensione è ulteriormente salita con l’uccisione di Ivan Voronych, un colonnello di spicco dell’intelligence ucraina, e con la richiesta di Kyiv all’OPCW di indagare su presunti attacchi chimici russi.
Nel Medio Oriente, un fragile cessate il fuoco tra Israele e Iran tiene, ma la situazione resta esplosiva. Gli Houthi hanno ripreso gli attacchi nel Mar Rosso affondando due navi, minacciando le rotte commerciali globali e dimostrando la loro capacità di proiettare il conflitto su scala internazionale. Contemporaneamente, il piano israeliano per creare una “città umanitaria” a Gaza è stato condannato da giuristi internazionali come un possibile crimine di guerra, aggravando la crisi umanitaria.
Un evento storico è stato l’avvio del disarmo del PKK, che potrebbe porre fine a un conflitto quarantennale in Turchia e stabilizzare la regione. Tuttavia, l’instabilità persiste in Africa, con massacri jihadisti in Congo e Nigeria e un attentato di Al-Shabaab nel cuore della capitale somala.

Geo-economia, Industria, Mercati e Marittimità
La guerra dei dazi di Trump ha messo in fibrillazione l’economia globale. La Cina sta subendo la pressione combinata delle tariffe e di una debole domanda interna, con un calo record dei prezzi alla produzione. Il Cile, colpito dai dazi sul rame, ha annunciato di voler cercare nuovi acquirenti, evidenziando una tendenza alla diversificazione per ridurre la dipendenza dagli USA. In questo clima, la Russia ha annunciato tagli alla produzione di petrolio per rispettare le quote OPEC+, una mossa che riflette le tensioni interne al cartello.
Il dominio marittimo è sempre più conteso. La Guardia Costiera filippina ha intercettato una nave spia cinese, in un nuovo episodio delle tensioni nel Mar Cinese Meridionale. Gli Stati Uniti, pur affrontando gravi ritardi nella costruzione navale, scommettono sui sottomarini di nuova generazione per mantenere la superiorità nell’Indo-Pacifico. In Europa, i porti civili come Rotterdam e Genova si stanno attrezzando per funzioni militari, trasformandosi in asset strategici per la logistica NATO in risposta alla minaccia russa. Il Mediterraneo, definito “Infinito”, è visto dall’Italia come un’opportunità strategica cruciale, con un’economia del mare che vale l’11,3% del PIL nazionale.

Geopolitica e Relazioni Internazionali
La diplomazia si muove su un terreno minato. Al forum ASEAN di Kuala Lumpur si sono tenuti dialoghi “franchi” ma tesi tra Stati Uniti e Russia sull’Ucraina, e il primo incontro ad alto livello tra l’amministrazione Trump e la Cina. Mentre Washington cerca di contenere l’ascesa cinese, Pechino esorta i paesi del sud-est asiatico a resistere al protezionismo americano, promuovendosi come partner alternativo.
I BRICS continuano la loro marcia, rafforzando la loro coesione come alternativa all’ordine occidentale, nonostante le minacce di Trump. L’Europa, definita “all’angolo” in un ordine mondiale in frantumi, cerca di rafforzare la propria autonomia, come dimostra lo storico accordo di coordinamento della deterrenza nucleare tra Regno Unito e Francia. Nel frattempo, la Francia ha raggiunto un’intesa storica con la Nuova Caledonia per un nuovo statuto di autonomia, risolvendo una lunga crisi.

Analisi per Teatro Operativo
• Mediterraneo Allargato. Questo teatro è un crogiolo di tensioni e opportunità. L’Italia si posiziona come pilastro NATO, promuovendo una visione strategica del mare. La stabilità è minata dagli attacchi Houthi nel Mar Rosso, dal precario cessate il fuoco tra Israele e Iran, e dalla crisi umanitaria a Gaza. La cooperazione israelo-mauritaniana nello “Scudo di Abramo” e l’accordo della Siria con DP World per il porto di Tartus indicano un riallineamento delle partnership regionali. Intanto, la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina a Roma sottolinea il ruolo diplomatico dell’Italia. La crescente instabilità in Africa sub-sahariana, con l’avanzata dell’Islam radicale, proietta ombre lunghe sulla sicurezza del fianco sud dell’Europa.
• Heartland Euro-asiatico. Il conflitto in Ucraina rimane il fulcro della tensione. La massiccia offensiva aerea russa dimostra che Mosca, nonostante le difficoltà, conserva notevoli capacità militari, come riconosciuto anche dallo Stato Maggiore francese. La Russia cerca di cementare alleanze alternative, rafforzando la cooperazione militare con la Corea del Nord e siglando un accordo per importare un milione di lavoratori indiani per sopperire alla carenza di manodopera. La Cina, suo partner strategico, affronta una difficile congiuntura economica e segnali di possibile perdita di controllo di Xi Jinping sull’esercito, che potrebbero minarne la stabilità interna e la proiezione esterna. L’asse Mosca-Pechino continua a posizionarsi come principale sfidante dell’ordine a guida statunitense.
• Teatro Operativo Boreale-Artico. La percezione di un disimpegno americano spinge le potenze europee a rafforzare la propria difesa. L’accordo nucleare franco-britannico è una mossa senza precedenti in questa direzione. L’ingresso della Svezia nella NATO e l’aumento generalizzato delle spese militari europee sono la risposta diretta alla minaccia russa. La trasformazione dei porti del Nord Europa per scopi militari evidenzia la preparazione a scenari di conflitto convenzionale.
• Teatro Operativo Australe-Antartico. La competizione tra Stati Uniti e Cina si estende all’America Latina. L’Argentina, sotto il governo Milei, si sta decisamente orientando verso Washington con l’acquisto di caccia F-16 e blindati Stryker, respingendo le offerte cinesi. Al contrario, il Brasile e il Cile sono entrati in rotta di collisione con gli USA a causa dei dazi. In campo militare, la presenza del Carrier Strike Group britannico in Australia per esercitazioni multinazionali segnala l’importanza strategica dell’area per gli alleati occidentali. Il massacro perpetrato dall’ISIS in Congo evidenzia la persistenza di minacce terroristiche anche nell’Africa subsahariana.
• Indo-Pacifico. Questo rimane il teatro principale della competizione tra grandi potenze. La necessità di una deterrenza bipartisan contro la Cina è un punto fermo della politica USA. Incidenti come quello tra la nave spia cinese e la guardia costiera filippina mantengono alta la tensione. Gli Stati Uniti rafforzano le loro alleanze, come dimostra la partnership trilaterale con Giappone e Corea del Sud. L’India si trova a un bivio strategico, dovendo scegliere tra equipaggiamenti russi, americani o una soluzione nazionale per la propria aviazione. L’accordo tra Francia e Nuova Caledonia potrebbe influenzare gli equilibri di potere nel Pacifico meridionale.

Conclusioni e Possibili Sviluppi
Il quadro geopolitico globale del 14 luglio 2025 è caratterizzato da una frammentazione accelerata e da una crescente instabilità. Le prossime settimane saranno cruciali per osservare gli sviluppi di diverse dinamiche chiave:

  1. La Guerra Commerciale Globale. Le ritorsioni alle tariffe di Trump sono quasi certe. Bisognerà monitorare la risposta dell’UE e della Cina e vedere se altri paesi subiranno la stessa sorte. Questa escalation potrebbe spingere l’economia globale verso la recessione e accelerare la formazione di blocchi commerciali alternativi attorno ai BRICS.
  2. L’Escalation in Ucraina e nel Medio Oriente. Il massiccio attacco russo in Ucraina potrebbe preannunciare una nuova fase del conflitto. Nel Medio Oriente, la ripresa degli attacchi Houthi e la fragilità del cessate il fuoco israelo-iraniano mantengono il rischio di un conflitto regionale allargato estremamente elevato.
  3. La Tenuta delle Alleanze Occidentali. La politica “America First” di Trump sta mettendo a dura prova la coesione della NATO e le relazioni transatlantiche. L’Europa sarà costretta ad accelerare sulla via dell’autonomia strategica, ma le divisioni interne potrebbero ostacolarla.
  4. La Traiettoria della Cina. Le difficoltà economiche interne e le sfide al controllo politico di Xi Jinping potrebbero rendere Pechino un attore più imprevedibile. La sua reazione alle provocazioni commerciali e militari statunitensi sarà un fattore determinante per la stabilità dell’Indo-Pacifico.
    In sintesi, il mondo si trova su un crinale. Le decisioni prese nei prossimi giorni a Washington, Bruxelles, Mosca e Pechino determineranno se le attuali tensioni sfoceranno in crisi aperte o se la diplomazia riuscirà a tracciare un percorso, seppur difficile, verso un nuovo e più instabile equilibrio.

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