15-10-25 Dal mondo
15 Ottobre 2025 2025-10-15 8:0815-10-25 Dal mondo
Geopolitica
—Gaza: dalla tregua alla pace?
—Gaza ridotta in polvere e veleno che condizionerà intere generazioni
—Georgia, ecco perchè le opposizioni filo-UE non ottengono nulla
—Afghanistan. Le tensioni con il Pakistan mettono a rischio la stabilità della regione
—Madagascar: presidente in fuga, i militari prendono il potere
–🇬🇧Trump Administration Conducts Latest Lethal Strike Against Suspected Drug Vessel Off Venezuela
Geoeconomia – Tecnologia
—Social media e destabilizzazione. La nuova guerra cognitiva che attraversa l’Italia
—USA e Finlandia costruiranno 11 rompighiaccio: alleanza strategica per l’Artico
—Riparazioni navali, Cina protagonista con 17 cantieri tra i più operativi
—Canale di Panama, ricavi boom nell’anno fiscale 2025
–🇬🇧Human-Machine Planning: AI Lessons from the Marine Command and General Staff College
–🇬🇧U.S., China Open New Front in Trade War with Tit-for-Tat Port Fees
–🇬🇧Global Shipping Faces Decisive Moment at IMO’s MEPC ES.2
–🇬🇧Shipping Braces for Carbon Tax That Fueled US Tariffs Threat
Difesa
—I cieli europei fra droni e guerra asimmetrica
—INDRA-2025: quando l’India riscrive la guerra dei droni insieme a Mosca
–🇬🇧How Often Overlooked Non-State Actors Are Using Drones
–🇬🇧Royal Navy’s Russian watcher tracks Kilo-class submarine in joint NATO operation
–🇬🇧The evolution of towed array sonar and its growing role in anti-submarine warfare
–🇬🇧Türkiye Test-fires SOM-J Anti-ship Cruise Missile
–🇬🇧Sweden’s A26 Submarine Programme Faces New Delays
–🇬🇧Japan Launches Sixth Taigei-Class Submarine for JMSDF
Scenari Geopolitici
Il 14 ottobre 2025 ha rappresentato un punto di svolta negli equilibri geopolitici globali, caratterizzato da eventi cruciali che delineano un mondo sempre più frammentato e multipolare. Tre crisi principali hanno dominato la scena internazionale: l’accordo di pace tra Israele e Hamas, gli scontri al confine afghano-pakistano e l’escalation militare statunitense nei Caraibi. Queste dinamiche si intrecciano con la guerra tecnologica tra USA e Cina, ridefinendo profondamente il panorama strategico, economico e marittimo globale.
Gli eventi principali
L’accordo su Gaza, una pace fragile
Dopo due anni di negoziati mediati da USA, Egitto, Turchia e Qatar, Israele e Hamas hanno firmato a Sharm el-Sheikh un accordo in 20 punti che prevede lo scambio di 20 ostaggi israeliani con 2.000 prigionieri palestinesi. L’intesa avvia una “Fase 2” per la smilitarizzazione di Gaza e il ritiro delle Forze di Difesa Israeliane. Nonostante Trump abbia celebrato l’accordo come storico, la sua sostenibilità appare estremamente precaria.
Il conflitto ha causato oltre 67.000 morti e trasformato Gaza in un territorio ecologicamente collassato, con conseguenze devastanti sulla salute di generazioni future e rendendo vaste aree inabitabili. Le rivalità interne ad Hamas, le intenzioni politiche di Netanyahu e l’assenza di una governance palestinese chiara minacciano la tenuta dell’accordo. Israele ha già ridotto gli aiuti per il mancato rispetto da parte di Hamas nella restituzione dei corpi degli ostaggi, segnalando le difficoltà nell’implementazione degli impegni. Gli esperti avvertono che, nonostante il simbolismo diplomatico, il percorso verso una pace duratura è incerto e minacciato da interessi politici contrastanti, rendendo l’accordo più un’effimera tregua che una soluzione definitiva.
Crisi Afghanistan-Pakistan, instabilità in Asia Centrale
Violenti scontri lungo il confine di 2.610 km tra Afghanistan e Pakistan hanno causato oltre 30 morti e una significativa mobilitazione militare. I Talebani hanno attaccato postazioni pakistane in risposta a raid aerei su Kabul, mentre Islamabad accusa Kabul di ospitare militanti del Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), responsabili di numerosi attacchi in territorio pakistano.
L’intervento diplomatico di Qatar e Arabia Saudita ha portato a una tregua fragile, ma il confine rimane chiuso, bloccando il commercio e isolando centinaia di persone. Questa crisi rappresenta una bomba a orologeria per l’Asia centrale, minacciando di trasformare la regione in un epicentro di disordine con ripercussioni sulla logistica globale e sugli equilibri strategici tra Cina e USA. Pechino è particolarmente impegnato a mediare per proteggere i suoi interessi economici legati alla Belt and Road Initiative, che dipende criticamente dalla stabilità dei corridoi di transito attraverso l’Asia centrale.
Tensioni nei Caraibi, escalation militare USA
Gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco definito come “lethal kinetic strike” contro una nave sospettata al largo del Venezuela, su ordine del Segretario di Guerra Pete Hegseth e sotto il comando del Presidente Trump. L’operazione ha causato la morte di sei individui etichettati come narcoterroristi. Sebbene giustificata come parte di un conflitto contro i cartelli della droga, l’azione riflette obiettivi strategici più ampi legati al controllo delle risorse nella regione.
I critici sottolineano l’assenza di tentativi non letali, preferendo metodi di cattura meno aggressivi. Questa escalation segna una svolta pericolosa nella politica estera USA, con possibili rischi di tensioni diplomatiche con il Venezuela e ripercussioni regionali. L’operazione pone interrogativi significativi sulla legalità internazionale ed efficacia a lungo termine di approcci militari unilaterali, segnando una militarizzazione crescente delle acque internazionali con potenziali impatti sui principi del diritto marittimo.
Guerra tecnologica USA-Cina, il nuovo bipolarismo
La competizione tecnologica tra Stati Uniti e Cina sta ridefinendo radicalmente il panorama globale, diventando il nuovo asse del confronto bipolare. Washington detiene un vantaggio nell’intelligenza artificiale generale (AGI), mentre Pechino eccelle nell’AI applicativa e industriale. Questa divergenza riflette approcci strategici differenti: gli USA puntano sulla ricerca di frontiera, la Cina sulla massificazione e implementazione industriale.
I controlli all’esportazione di chip avanzati da parte USA e le restrizioni cinesi sulle terre rare (gallio, germanio, grafite) creano colli di bottiglia critici nelle supply chain tecnologiche, paralizzando settori strategici come difesa, veicoli elettrici ed energie rinnovabili. Il controllo temporaneo da parte del governo olandese di Nexperia, produttore di chip di proprietà cinese, sottolinea come la sicurezza nazionale prevalga sulla geoeconomia nella competizione per la leadership tecnologica sui semiconduttori.
Questa guerra tecnologica si estende drammaticamente al settore marittimo, con tariffe portuali reciproche su navi legate all’altro paese che colpiscono spedizioni di giocattoli natalizi, petrolio greggio e altre merci strategiche. Gli analisti prevedono costi per 3,2 miliardi di dollari nel 2026 solo per COSCO, la principale compagnia di navigazione cinese. Compagnie come Maersk stanno già deviando le loro rotte per evitare penalizzazioni, creando inefficienze logistiche e aumentando drasticamente i costi operativi globali.
Conseguenze strategiche e militari
Scenario europeo e russo
Sul fronte strategico europeo, il fallimento dei negoziati di Trump con Putin in Ucraina potrebbe intensificare gli aiuti a Kiev e aumentare le pressioni sugli alleati per isolare economicamente la Russia. L’industria carbonifera russa è in profonda crisi, con perdite record e un PIL trainato quasi esclusivamente dalla produzione bellica, evidenziando le conseguenze delle sanzioni occidentali e la priorità degli interessi militari sulla ripresa economica civile.
I paesi europei stanno adottando strategie difensive innovative. La Svezia sta creando riserve di cereali strategiche nel nord del Paese, in regioni di importanza militare cruciale, rafforzando la “difesa totale” e la resilienza nazionale. I Paesi Baltici, Polonia, Finlandia e Germania hanno adottato l’Hydraulic Warfare difensivo, utilizzando risorse idriche e l’ambiente per creare barriere naturali contro potenziali aggressioni russe, fondendo ecologia e strategia militare per una difesa europea resiliente.
La Royal Navy ha tracciato il sottomarino russo RFS Novorossiysk, evidenziando la crescente attività navale russa in acque internazionali e la necessità di monitoraggio costante. Questo riflette una più ampia tendenza alla militarizzazione degli spazi marittimi, con implicazioni significative per la libertà di navigazione e la sicurezza delle rotte commerciali.
Altre dinamiche strategiche
L’esercitazione militare INDRA-2025 tra India e Russia, che simula azioni di contro-terrorismo con ostaggi in ambiente desertico-urbano, rappresenta un barometro dell’autonomia strategica indiana. L’esercitazione integra droni, guerra elettronica e manovre di mezzi corazzati, dimostrando come New Delhi mantenga relazioni strategiche con Mosca nonostante le pressioni occidentali.
Le tensioni tra Thailandia e Cambogia, con scontri armati e il supporto di Washington a Bangkok e Pechino a Phnom Penh, rappresentano un micro-conflitto con implicazioni geopolitiche regionali significative, sebbene Trump abbia mediato un fragile cessate il fuoco. L’uso crescente di droni da parte di attori non statali, sia in Medio Oriente che in Asia, America Latina e Africa, evidenzia una minaccia in espansione che richiede attenzione e coordinamento globale.
Dinamiche economiche e finanziarie
Il FMI e la Banca Mondiale avvertono che “l’incertezza è la nuova normalità”, con rischi derivanti dalle tariffe USA, il boom degli investimenti in AI (potenzialmente una bolla speculativa) e le tensioni commerciali crescenti. Il crollo dei prezzi dei diamanti, sia naturali che di laboratorio, causato dalla crescente domanda di quelli sintetici, ha provocato una crisi economica in Botswana e un cambio politico, evidenziando la vulnerabilità delle economie dipendenti da singole materie prime e la necessità urgente di diversificazione.
Il fallimento nel rinnovare l’AGOA (African Growth and Opportunity Act) evidenzia la polarizzazione legislativa negli USA e limita i benefici per l’Africa, che rimane focalizzata sulle materie prime anziché sul valore aggiunto. La delocalizzazione delle imprese industriali tedesche all’estero, a causa di alti costi energetici, burocrazia e carico fiscale, suona l’allarme per il futuro industriale tedesco e la sua competitività a lungo termine.
Trump ha ordinato con un ordine esecutivo la sospensione del programma di smaltimento del plutonio in eccesso, reindirizzandone una parte come carburante per reattori nucleari avanzati, anche per data center AI e microgrid militari. Questa mossa mira a rivitalizzare l’industria nucleare statunitense, ma solleva critiche significative per i rischi di proliferazione nucleare e i costi elevati di implementazione.
Il settore marittimo, barometro delle tensioni globali
Rotte commerciali e Mediterraneo
Il Mediterraneo mantiene la sua centralità strategica nonostante le turbolenze regionali. Secondo il direttore di SRM Massimo Deandreis, non esiste un rischio immediato di spostamento dei traffici verso la rotta artica, preservando il ruolo cruciale del Mediterraneo. La ripresa dei passaggi attraverso Suez ad agosto e settembre, con un contestuale calo al Capo di Buona Speranza, indica un possibile “risorpasso” del canale egiziano grazie al miglioramento geopolitico in Medio Oriente, sebbene questo rimanga fragile.
L’instabilità dell’accordo di pace tra Israele e Hamas influenza direttamente le rotte commerciali mediterranee e la sicurezza energetica dei paesi europei, Italia inclusa. Le interruzioni del traffico marittimo causate dagli Houthi hanno già dimostrato la vulnerabilità delle supply chain globali, e una ripresa del conflitto potrebbe riaprire scenari critici per la logistica internazionale.
Canale di Panama e infrastrutture resilienti
In controtendenza rispetto alle tensioni globali, il Canale di Panama ha registrato ricavi record nel 2025, con un aumento del 19,3% dei transiti rispetto all’anno precedente. Questa crescita è trainata dall’incremento dei transiti di navi portacontainer e gas di petrolio liquefatto, confermando la solidità operativa e finanziaria del Canale in un contesto globale complesso. Il successo panamense dimostra come infrastrutture marittime efficienti e ben gestite possano prosperare anche in scenari di incertezza, offrendo alternative strategiche alle rotte tradizionali.
Competizione nell’Artico
La competizione geopolitica si estende alle regioni artiche. Stati Uniti e Finlandia hanno siglato un accordo strategico per la costruzione di 11 rompighiaccio per la US Coast Guard, segnando il primo caso di costruzione di rompighiaccio americani all’estero. Questa mossa mira a rafforzare la presenza USA nel Grande Nord, dove la Russia domina con circa 40 unità operative.
Parallelamente, la Russia sta pianificando la costruzione della sua prima nave porta-GNL di classe Arc4 interamente in patria per superare le sanzioni che bloccano l’accesso a tecnologie occidentali, sebbene il settore navale russo soffra di ritardi cronici e costi elevati. L’Artico sta diventando un teatro cruciale per il controllo di rotte alternative e risorse energetiche, con implicazioni strategiche che vanno oltre la navigazione commerciale, toccando sicurezza nazionale e proiezione di potenza militare.
Transizione energetica e decarbonizzazione
L’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) sta per approvare regole globali che impongono una tassa sulle emissioni di gas serra del settore marittimo, attualmente superiori a 1 miliardo di tonnellate annue. Il piano prevede tariffe da 100 a 380 dollari per tonnellata, con l’obiettivo di finanziare carburanti a basse emissioni e favorire la decarbonizzazione. Nonostante l’opposizione degli Stati Uniti, l’adozione tramite maggioranza dei due terzi è prevista a Londra.
Questa transizione rappresenta una rivoluzione tecnologica ed economica per il settore. Le compagnie marittime dovranno investire massicciamente in nuove tecnologie propulsive, carburanti alternativi e sistemi di efficienza energetica. L’attività globale di riparazione navale è già cresciuta del 7% nel 2025, superando la crescita della flotta mondiale, proprio a causa dell’accelerazione nell’installazione di tecnologie per il risparmio energetico (EST). La Cina mantiene la leadership in questo settore strategico, ospitando 17 dei 20 cantieri più attivi al mondo, consolidando il suo vantaggio competitivo anche nella transizione verde. Conseguenze per l’Italia
L’Italia si trova a navigare in un contesto geopolitico particolarmente complesso e sfidante. La precarietà della pace a Gaza e le tensioni nel Mediterraneo Allargato influenzano direttamente la sicurezza energetica italiana e le rotte commerciali cruciali per l’economia nazionale. L’Italia, con il suo ruolo strategico nel Mediterraneo, è esposta ai rischi di destabilizzazione regionale e alle conseguenze economiche di eventuali nuove interruzioni del traffico marittimo.
La crisi migratoria, già pressante, potrebbe aggravarsi drammaticamente in caso di escalation dei conflitti nel Nord Africa e nel Vicino Oriente, richiedendo un maggiore impegno in termini di accoglienza e gestione dei flussi. Sul fronte della difesa europea, l’Italia è chiamata a contribuire attivamente, in particolare nel dibattito sulla prevenzione della guerra in Europa e sulla necessità di una percezione uniforme della minaccia tra Nord e Sud Europa.
A livello economico, la guerra tariffaria USA-Cina può avere ripercussioni significative sulle esportazioni italiane e sulle supply chain. La delocalizzazione delle imprese industriali tedesche all’estero potrebbe creare opportunità per l’Italia di attrarre investimenti nei porti e nelle infrastrutture logistiche, ma richiede riforme strutturali urgenti per migliorare la competitività nazionale.
Il rafforzamento dei legami con l’America Latina, come dimostrato dall’incontro tra la premier Meloni e il presidente paraguayano Peña Palacios, offre opportunità commerciali significative in vista della presidenza Mercosur del Paraguay nel 2026. La crescente importanza della cyber-resilienza e della sovranità digitale impone all’Italia di investire massicciamente in competenze tecniche e protezione delle infrastrutture critiche. La partecipazione a forum internazionali come l’Aqaba Process, promosso a Roma dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, sottolinea l’impegno italiano nella stabilizzazione regionale e nella cooperazione internazionale.
Conclusioni, navigare l’incertezza
Il 14 ottobre 2025 delinea un futuro geopolitico dove la pace è effimera, le tensioni si acuiscono e la competizione tecnologica ridefinisce profondamente gli equilibri di potere. Il settore marittimo si conferma barometro privilegiato delle tensioni geopolitiche globali. La competizione USA-Cina, la transizione energetica, la militarizzazione degli spazi marittimi e la ricerca di rotte alternative ridefiniscono gli equilibri strategici planetari.
Per navigare questo scenario complesso è cruciale mantenere un approccio multidimensionale e proattivo: sostenere gli sforzi diplomatici nel Mediterraneo, monitorare attentamente le tensioni afghano-pakistane, investire nella resilienza tecnologica e diversificare le supply chain. La capacità di anticipare questi cambiamenti, investire in tecnologie sostenibili e mantenere aperti i canali diplomatici sarà determinante per la stabilità del commercio globale e la prosperità futura.
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