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25-07-25 Dal mondo

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25-07-25 Dal mondo

La creazione della nuova Ucraina

Ucraina in piazza contro il governo

Ucraina. Continuano le manifestazioni contro Zelensky e la sua legge pro corruzione

Israele. La Knesset vota l’annessione alla Cisgiordania

UE-Cina, relazioni al bivio? Cosa aspettarsi dopo il summit

UE-Cina: summit per i 50 anni delle relazioni in punta di piedi

Cosa c’è dietro lo scontro al confine tra Thailandia e Cambogia

–🇬🇧China–EU summit is unlikely to improve relations amid key differences on trade and Ukraine war

–🇬🇧Russia Is Losing Its Near Abroad

–🇬🇧A Long-Term Russia Strategy for Europe

–🇬🇧How 12 days have changed Iran

–🇬🇧Greece to Send Salvage Ship to Red Sea After Latest Houthi Attacks

–🇬🇧Is Pressure on Indo-Pacific Allies Working?

–🇬🇧Why the Indo-Pacific should be a higher priority for the UK

Infrastrutture e geopolitica, Imec può cambiare il ruolo dell’Italia nel commercio globale

Da Medusa a Elmed, così le connessioni sottomarine legano Europa e Nordafrica

Saipem si fonde con Subsea7. Quanto vale il campione dell’ingegneria

Zee, l’Italia inizia a fare sistema sul fronte marittimo. Il commento di Caffio

Argentina. Per il Fmi la stabilità economica è ancora lontana

–🇬🇧Kazakh Black Sea Oil Exports Resume as Tankers Given Access

Ipersonico Ottomano. Quanto pesa il nuovo missile sulle ambizioni di Ankara

Naval Group colpita da un grave attacco hacker?

–🇬🇧Sustaining the Fight: Challenges of Distributed Maritime Operations

–🇬🇧It’s Time to Think About (and Fear) Drones and Psychological Operations

–🇬🇧British F-35 Stuck in India: a PR Disaster

–🇬🇧Defense official disputes Iranian report of encounter with US warship

La giornata del 24 luglio 2025 è stata segnata da una forte escalation di tensioni in più quadranti geostrategici, delineando un quadro globale di crescente instabilità. Dalle storiche dispute di confine riaccese con violenza nell’Indo-Pacifico, a decisioni parlamentari che minano ulteriormente la già precaria stabilità del Vicino Oriente, fino alle complesse dinamiche commerciali e diplomatiche che vedono contrapposti i principali blocchi di potere mondiali. Emerge un mondo multipolare frammentato, dove le alleanze si ridefiniscono e le crisi regionali rischiano di innescare ripercussioni a catena su scala globale.

Evento clou della giornata
L’escalation militare al confine tra Thailandia e Cambogia ha catalizzato l’attenzione internazionale. Violenti scontri a fuoco, bombardamenti aerei e l’uso di droni hanno causato vittime tra civili e militari, riaccendendo una disputa territoriale decennale.
La crisi, definita la più grave degli ultimi quindici anni, ha radici storiche legate alla demarcazione dei confini risalente all’epoca coloniale francese. Gli scontri si sono concentrati in diverse aree contese, tra cui quella del tempio di Ta Moan Thom. Entrambe le nazioni si sono scambiate accuse reciproche sulla responsabilità dell’inizio delle ostilità. La Thailandia ha chiuso i valichi di frontiera e ha ordinato l’evacuazione dei civili, mentre la Cambogia ha denunciato bombardamenti sul proprio territorio. La situazione ha innescato una crisi diplomatica, con il declassamento delle relazioni e la chiusura dei canali commerciali.

Geo-strategia e conflittualità
Il panorama della conflittualità globale rimane denso e multiforme. In Ucraina, il conflitto prosegue con intensità. Le forze russe avanzano nella regione di Donetsk, costringendo le autorità ucraine a ordinare l’evacuazione di civili, incluse famiglie con bambini, dai villaggi prossimi alla linea del fronte. Nella notte, la Russia ha lanciato un massiccio attacco con 103 droni, di cui 90 sarebbero stati abbattuti dalle difese ucraine, colpendo anche la città di Odessa. Sul fronte diplomatico, un nuovo round di negoziati a Istanbul tra Russia e Ucraina si è concluso con un accordo per lo scambio di 1.200 prigionieri per parte, ma senza progressi su un cessate il fuoco. Internamente, il presidente Zelensky ha annunciato un nuovo disegno di legge sull’anticorruzione, in risposta alle proteste popolari e alle preoccupazioni espresse dai partner occidentali.
Nel Vicino Oriente, il parlamento israeliano, la Knesset, ha approvato in prima lettura una mozione che chiede l’estensione della sovranità israeliana sulla Cisgiordania. Sebbene l’atto non abbia valore legislativo immediato, rappresenta un passo politico di enorme portata, condannato a livello internazionale come una violazione del diritto e un ostacolo insormontabile alla soluzione dei due Stati. L’Arabia Saudita ha fermamente condannato la mossa, definendola una grave violazione del diritto internazionale. In un tentativo di mediazione, l’inviato USA ha incontrato il presidente tunisino Saied per promuovere gli Accordi di Abramo, ma ha ricevuto un netto rifiuto, con Saied che ha evidenziato la drammatica situazione dei bambini a Gaza. Nel frattempo, la Francia ha deciso di riconoscere lo Stato della Palestina, provocando dure reazioni da parte di Israele.
In Africa, si consolida un riposizionamento strategico con il ritiro definitivo della Francia dal Senegal, che ha ceduto la sua ultima base militare nel paese. Questo evento segna la fine di una presenza militare francese sessantennale e riflette un più ampio disimpegno di Parigi dall’Africa occidentale, in un contesto di crescente sentimento antifrancese e di nuove alleanze strategiche cercate dai paesi africani con altri attori globali come Russia e Cina.
La Turchia continua a perseguire una politica di difesa assertiva, portando avanti accordi con il Regno Unito per l’acquisto di caccia Eurofighter Typhoon e mostrando interesse a rientrare nel programma F-35 statunitense. Parallelamente, Ankara sviluppa capacità militari autonome, come dimostra il progetto per un nuovo missile ipersonico.
La sicurezza marittima nel Mar Rosso rimane precaria a causa dei continui attacchi degli Houthi, che hanno spinto la Grecia a inviare una nave di soccorso nell’area. Anche un cargo di bestiame è stato attaccato e temporaneamente sequestrato vicino allo Yemen.
Infine, la crescente importanza dei droni e dell’intelligenza artificiale quantistica nei conflitti moderni solleva nuove sfide etiche e strategiche, con un potenziale impatto sulla disinformazione e sulla stabilità globale.

Geo-economia, industria, mercati e marittimità
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea dominano la scena geo-economica. Le parti sembrano vicine a un’intesa per evitare un’escalation, con una possibile tariffa unica del 15% su diversi beni, sul modello dell’accordo USA-Giappone. Tuttavia, la minaccia di una guerra commerciale permane, con l’UE che ha preparato contromisure per 93 miliardi di euro. Le discussioni sono complesse e l’ultima parola spetta all’amministrazione Trump, mentre le imprese europee, in particolare il settore automotive, osservano gli eventi con preoccupazione.
Il vertice dei BRICS a Rio de Janeiro si è svolto in un formato inedito, senza la presenza fisica dei leader di Cina e Russia. Questo ha permesso a India e Brasile di assumere un ruolo più centrale, promuovendo temi come la riforma della governance globale e la cooperazione Sud-Sud. Tuttavia, l’assenza di Xi e Putin ha rallentato le discussioni su iniziative più controverse, come la creazione di una valuta comune.
La Cina si trova al centro di complesse dinamiche economiche globali. Il summit con l’UE a Pechino, celebrativo dei 50 anni di relazioni diplomatiche, si è concluso senza accordi concreti, evidenziando profonde divergenze su commercio, sussidi industriali e la guerra in Ucraina. L’UE chiede un riequilibrio delle relazioni commerciali, lamentando lo squilibrio causato dai beni cinesi a basso costo.
Sul fronte industriale e delle materie prime, la Cina mantiene una posizione dominante sulle terre rare, utilizzandola come leva geostrategica. Il Giappone ha annunciato un imponente piano di investimenti da 550 miliardi di dollari nell’industria statunitense, inclusa la cantieristica, per rafforzare l’alleanza strategica. Il Kazakhstan ha ripreso le esportazioni di petrolio dal Mar Nero, un’arteria vitale per i mercati energetici.
Per l’Italia, l’analisi del FMI mostra segnali di crescita legati al PNRR, ma evidenzia la persistenza di problemi strutturali come il debito pubblico e la bassa produttività. Il paese punta a rafforzare il suo ruolo nel commercio globale attraverso progetti infrastrutturali come il corridoio IMEC (India-Middle East-Europe Economic Corridor).

Geopolitica e relazioni internazionali
Le relazioni transatlantiche sono caratterizzate da una persistente tensione, con l’Europa che, secondo alcune analisi, viene percepita da Washington più come un “vassallo” che come un partner paritario. Questo squilibrio alimenta il dibattito sull’autonomia strategica europea.
Il vertice UE-Cina a Pechino ha confermato lo stallo nelle relazioni, con posizioni distanti su commercio e Ucraina. L’UE cerca di tenere aperto il dialogo ma le divergenze strategiche rendono difficile una cooperazione profonda.
La Russia ha formalmente riconosciuto il governo dei talebani in Afghanistan, un passo diplomatico significativo che la differenzia dalle potenze occidentali. Proseguono inoltre i tentativi di Mosca di mantenere la propria influenza nel suo “vicino estero”, sebbene con crescenti difficoltà.
In America Latina, l’Argentina continua a lottare con una grave crisi economica, e secondo il FMI la stabilità è ancora lontana. La Colombia ha annunciato l’intenzione di aderire alla Nuova Via della Seta cinese, segnalando un potenziale riallineamento strategico che preoccupa Washington.

Analisi per Teatro Operativo

  • Mediterraneo Allargato. Questo teatro è un epicentro di crisi multiple. La decisione della Knesset israeliana di procedere con l’annessione della Cisgiordania rappresenta il punto di massima tensione, con il potenziale di scatenare una violenza diffusa e di isolare ulteriormente Israele a livello diplomatico. La condanna dell’Arabia Saudita e la mossa della Francia di riconoscere lo Stato palestinese indicano una frattura crescente con gli alleati occidentali e regionali. Le difficoltà USA nel promuovere gli Accordi di Abramo in Tunisia e la dura presa di posizione di quest’ultima su Gaza confermano la centralità della questione palestinese. In Libia, la notizia non smentita di un addestramento di militari di Haftar da parte dell’Italia evidenzia il continuo impegno di Roma per stabilizzare il paese e proteggere i propri interessi strategici, anche attraverso un dialogo con attori controversi. Le proteste in Germania di sostenitori del regime siriano sollevano preoccupazioni sulla propaganda islamista in Europa. La Turchia si afferma come potenza militare sempre più autonoma, con lo sviluppo di missili ipersonici e l’acquisto di caccia avanzati, cercando di bilanciare le sue alleanze tra NATO e interessi regionali. Il Mar Rosso rimane un’area ad alto rischio per la navigazione a causa degli attacchi Houthi. A livello infrastrutturale, progetti come i cavi sottomarini Medusa e Elmed e la strategia marittima italiana sulla ZEE puntano a rafforzare la connettività e l’influenza economica nell’area.
  • Heartland euro-asiatico. La Russia continua la sua offensiva in Ucraina, guadagnando terreno nel Donbass mentre la diplomazia produce solo risultati parziali come lo scambio di prigionieri. Il Cremlino affronta sfide interne, come suggerito dalla morte dell’influente Roman Starovoit, e un calo di influenza nel “vicino estero”. Il riconoscimento dei talebani in Afghanistan segna una chiara divergenza strategica con l’Occidente. La Cina è impegnata in un complesso gioco diplomatico ed economico: il summit con l’UE ha mostrato la profondità delle divergenze, mentre Pechino continua a espandere la sua influenza in Africa e America Latina attraverso investimenti e cooperazione. La sua strategia sulle terre rare rimane uno strumento di potere geoeconomico. In Asia Centrale, la ripresa delle esportazioni di petrolio del Kazakhstan attraverso il Mar Nero è una notizia positiva per la stabilità energetica globale.
  • Teatro operativo Boreale-Artico. Le dinamiche in questo teatro sono dominate dalle relazioni intra-occidentali e dalla postura della NATO. Il patto di difesa nucleare tra Francia e Regno Unito, che mira a coordinare i loro arsenali e a potenziare una forza di spedizione congiunta, rappresenta un significativo passo verso una maggiore deterrenza europea, anche se rischia di creare un’Europa a “due velocità” in materia di difesa, con l’appoggio della Germania. L’alleanza atlantica sta inoltre integrando sempre di più il cambiamento climatico nelle sue valutazioni strategiche, riconoscendolo come un moltiplicatore di rischi per la sicurezza globale. Le tensioni commerciali tra USA e UE hanno un impatto diretto anche su questo teatro, influenzando la coesione dell’alleanza.
  • Teatro operativo Australe-Antartico. In America Latina, il vertice BRICS a Rio, presieduto dal Brasile, ha cercato di dare voce al “Sud Globale”, anche se indebolito dalle assenze di Cina e Russia. La crisi economica persistente in Argentina rimane un fattore di instabilità regionale. La mossa della Colombia di avvicinarsi alla Nuova Via della Seta cinese potrebbe alterare gli equilibri di potere nel continente, sfidando la tradizionale influenza statunitense. La situazione in Africa meridionale è influenzata dalla crescente competizione tra potenze globali per le risorse e l’influenza politica. L’Australia è indirettamente coinvolta negli sviluppi dell’Indo-Pacifico, come dimostra l’episodio dell’F-35 britannico diretto verso una portaerei in Australia dopo una sosta forzata in India.
  • Indopacifico. Questo teatro è stato teatro dell’evento più critico della giornata: la crisi militare tra Thailandia e Cambogia. L’escalation, con vittime e una profonda crisi diplomatica, minaccia la stabilità dell’intera regione del sud-est asiatico e mette in luce la fragilità degli equilibri post-coloniali. Le dispute territoriali, mai risolte, possono riemergere con violenza, con impatti diretti sulle popolazioni e sull’economia. A Taiwan, il controverso tentativo di ripetere le elezioni legislative del 2024 segnala una profonda tensione politica interna, osservata con attenzione da Pechino. Le dinamiche tra le grandi potenze sono evidenti negli investimenti strategici del Giappone negli Stati Uniti e nella priorità che il Regno Unito sta assegnando alla regione per contenere l’influenza cinese. L’imbarazzante vicenda dell’F-35 britannico bloccato in India per un guasto tecnico ha messo in luce le difficoltà logistiche e di immagine nelle proiezioni di potenza militare a lunga distanza.

Conclusioni e possibili sviluppi
La giornata del 24 luglio 2025 ha messo a nudo la fragilità dell’ordine globale, con tre aree di crisi che richiedono un monitoraggio attento nei prossimi giorni:

  1. Conflitto Thailandia-Cambogia. L’escalation militare è l’evento più imprevedibile e potenzialmente destabilizzante. Sarà cruciale osservare se gli appelli internazionali alla de-escalation avranno effetto o se gli scontri si allargheranno. Le accuse reciproche e la chiusura dei confini potrebbero portare a un conflitto prolungato con gravi conseguenze umanitarie ed economiche per l’ASEAN.
  2. Annessione della Cisgiordania da parte di Israele. La mossa della Knesset, sebbene ancora non ratificata, ha gettato benzina sul fuoco del conflitto israelo-palestinese. Le reazioni palestinesi nei territori occupati, le risposte dei paesi arabi e le possibili contromisure da parte dell’Europa (come il riconoscimento della Palestina da parte della Francia e il divieto di ingresso ai ministri israeliani da parte della Slovenia) potrebbero portare a un’escalation diplomatica e sul campo.
  3. Tensioni commerciali USA-UE. Sebbene sembri esserci uno spiraglio per un accordo, l’esito dei negoziati sui dazi rimane incerto. Un fallimento potrebbe innescare una guerra commerciale con effetti recessivi per entrambe le economie e minare ulteriormente la coesione dell’alleanza atlantica, già messa alla prova da divergenze strategiche.
    Accanto a queste crisi acute, la continua avanzata russa in Ucraina e il riposizionamento strategico delle potenze in Africa e America Latina continueranno a definire il quadro geopolitico, confermando un’era di competizione intensa e di equilibri in costante mutamento.

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