27-10-25 Dal mondo
27 Ottobre 2025 2025-10-27 7:4527-10-25 Dal mondo
Geopolitica
—Gli interrogativi sul protagonismo mediatico di Putin
—Quasi mezzo milione di armi portatili scomparse in Ucraina dall’inizio della guerra
—Perché i Balcani sono sull’orlo del collasso
—Decolla l’asse USA-Giappone: così preparano la sfida alla Cina
—La pace di Kuala Lumpur. Trump sigla l’intesa tra Cambogia e Thailandia
—Il Nuovo Baricentro del mondo: come Asia e Africa stanno riscrivendo le gerarchie economiche globali
—Bolivia. La sfida di Paz tra crisi interna e nuova politica estera
—Narrazioni e simboli nello spazio globale
–🇬🇧Russia: Containment or Competitive Coexistence?
–🇬🇧Ukraine’s Homegrown ‘Sea Baby’ Drone Is Blasting the Russian Navy
–🇬🇧Russia Unleashed More Than 5,000 Suicide Drones on Ukraine in September
–🇬🇧‘America First’ meets ‘ASEAN Way’ in Kuala Lumpur
–🇬🇧Did Thailand Deploy Chemical Weapons Against Cambodia?
–🇬🇧US warship docks in Trinidad and Tobago, putting pressure on Venezuela
Geoeconomia – Tecnologia
—I nemici si guardano negli occhi. Tra USA e Cina è l’ora del realismo
—L’OTS e la strategia del Corridoio Intermedio
—Mit, Rixi in India e Qatar: missione strategica tra infrastrutture, porti, innovazione e Imec
–🇬🇧Iran nuclear negotiations snap back to the past
Difesa
–🇬🇧The World’s Largest Aircraft Carrier Deploys to the Mediterranean
–🇬🇧What’s So Great About the MQ-9 Reaper Drone?
–🇬🇧Inside Project Astraea: The Nuke That Could Redefine Britain’s Power
–🇬🇧Who’s Afraid of the US Coast Guard?
–🇬🇧Indian Navy to Acquire New LPDs, Lightweight Torpedoes and Gun Systems
Scenari Geopolitici
Il weekend tra il 24 e il 26 ottobre 2025 è stato un periodo di intense attività geopolitiche, militari ed economiche a livello globale. Dalle operazioni militari statunitensi nei Caraibi alle crescenti tensioni nell’Artico, passando per gli avvertimenti di una possibile aggressione russa in Europa e il deterioramento della posizione internazionale di Mosca, il mondo ha assistito a una ridefinizione degli equilibri di potere. L’Italia, in particolare, ha mostrato un impegno strategico per rafforzare la sua proiezione geopolitica ed economica attraverso nuove rotte commerciali e l’innovazione tecnologica, pur dovendo affrontare sfide significa-tive in termini di sicurezza energetica, autonomia tecnologica e stabilità regionale.
Eventi Clou
Il weekend è stato caratterizzato da diversi eventi di rilievo che hanno catalizzato l’attenzione internazionale.
–Escalation Militare nei Caraibi
Un evento di primaria importanza è stato l’escalation delle operazioni anti-droga degli Stati Uniti nel Mar dei Caraibi. Sotto la direzione del Segretario alla Difesa Pete Hegseth, il Carrier Strike Group USS Gerald R. Ford (CVN-78) è stato dispiegato nel Comando Sud USA (USSOUTHCOM) per intensificare le missioni di rilevamento e interruzione dei traffici illeciti. Questa mossa ha fatto seguito a una serie di dieci attacchi letali contro imbarcazioni sospette di narcotraffico, con un bilancio di 43 morti da settembre, l’ultimo dei quali il 24 ot-tobre, con sei vittime in acque internazionali caraibiche. L’amministrazione Trump ha giustificato queste azioni come atti di “autodifesa” contro “combattenti illegali” affiliati a organizzazioni terroristiche designate. Tuttavia, queste operazioni sollevano gravi interrogativi sulla legalità internazionale, con critiche bipartisan riguardo alla scarsa giustificazione fornita al Congresso e all’assenza di basi legali chiare. Esperti legali e organizzazioni internazionali hanno condannato gli attacchi letali come esecuzioni extragiudiziali e violazioni della Carta ONU, specialmente data la vicinanza alla sovranità venezuelana. Questo dispiegamento, che ha incluso anche bombardieri B-1B Lancer vicino alla costa venezuelana, pur rafforzando la deterrenza regionale, rischia di inasprire ulteriormente le tensioni con il Venezuela e di minare i principi del diritto internazionale.
–Tensioni nell’Artico e Vulnerabilità Strategiche
Un secondo sviluppo cruciale si è concentrato sull’Artico e sulle crescenti tensioni per il controllo del Passaggio a Nordovest (NWP). Il disgelo dei ghiacci ha reso questa rotta navigabile, trasformandola in un’area di contesa strategica. Mentre il Canada rivendica il NWP come acque interne, gli Stati Uniti lo considerano uno stretto internazionale, sebbene la loro posizione sia indebolita dalla mancata ratifica della Convenzione UNCLOS. Questa ambiguità legale espone gli USA a cedere influenza a rivali come Russia e Cina, che invece avanzano con rivendicazioni estese e missioni di ricerca. La mancanza di un quadro politico artico coerente da parte di Washington compromette la sicurezza energetica e la leadership marittima. Inoltre, l’Artico è emerso come una nuova vulnerabilità strategica per gli Stati Uniti, evidenziando le carenze della base spaziale di Pituffik in Groenlandia, cruciale per l’allarme missilistico. La base fatica a contrastare le minacce ipersoniche a bassa quota, riducendo significativamente i tempi di rilevamento e complicando le intercettazioni. La U.S. Space Force sta cercando di mitigare questo “buco nello scudo polare” integrando sensori spaziali e affidandosi a sistemi Aegis navali, sottolineando la necessità di adattare costantemente le strategie difensive.
–Iniziative Diplomatiche ed Economiche
Un approfondimento significativo riguarda la missione strategica del viceministro italiano delle Infrastrutture e Trasporti, Edoardo Rixi, in India e Qatar. Questa iniziativa, prevista dal 27 al 31 ottobre, si propone di rafforzare la cooperazione logistica, infrastrutturale e nei trasporti marittimi, posizionando l’Italia come hub centrale nel Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC). Gli incontri con ministri indiani, la partecipazione all’Indian Maritime Week e gli appuntamenti a Doha per discutere investimenti strategici, sottolineano l’ambizione italiana di consolidare il proprio ruolo come piattaforma mediterranea per i commerci tra Europa e Indo-Pacifico.
Infine, il dispiegamento della USS Gerald R. Ford nel Mediterraneo, la più grande portaerei al mondo, sottolinea l’intensificarsi della proiezione di potenza navale degli Stati Uniti in un’area strategicamente cruciale, evidenziando l’impegno di Washington a mantenere la stabilità e la sicurezza nella regione. Questo scenario globale riflette un mondo in cui le potenze cercano di riaffermare la propria influenza attraverso mezzi militari, economici e diplomatici, con implicazioni profonde per la sicurezza e la stabilità internazionale.
Conseguenze dei fatti accaduti
Conseguenze geopolitiche
La crescente importanza del “Sud globale” emerge come un dato di fatto ineludibile. Come evidenziato dall’articolo dell’IARI del 26 ottobre 2025, “Il Nuovo Baricentro del Mondo: Come Asia e Africa Stanno Riscrivendo le Gerarchie Economiche Globali”, queste regioni stanno guidando un sistema multipolare. I cambiamenti demografici sono un motore chiave di questa transizione, con popolazioni giovani e in crescita in Africa e Asia che contrastano nettamente con l’invecchiamento demografico dell’Occidente. Questa differenza demografica si traduce in un potenziale economico significativo: la capacità di nazioni come Indonesia, Nigeria, Pakistan, Egitto e Filippine di aumentare la loro quota nel PIL globale entro il 2075 è un indicatore lampante di questo spostamento. Oltre alla demografia, la crescente abilità di queste nazioni di controllare e processare minerali critici, essenziali per la transizione energetica globale (come nichel e litio), segna un cambiamento fondamentale nel controllo delle catene di valore. Questo non solo garantisce loro una maggiore leva negoziale, ma le posiziona anche come attori indispensabili nell’economia del futuro, ridefinendo le tradizionali gerarchie economiche globali e mettendo in discussione la dominanza occidentale.
La competizione per le risorse e le rotte commerciali si sta intensificando, spingendo le nazioni a cercare alternative per ridurre le dipendenze geopolitiche. Il Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC) e il Corridoio Intermedio Trans-Caspico sono esempi lampanti di questa tendenza. Questi progetti infrastrutturali non sono solo vie commerciali, ma veri e propri strumenti geopolitici volti a bypassare zone di conflitto e a creare nuove partnership strategiche. La missione del viceministro Rixi in India e Qatar sottolinea la volontà dell’Italia di capitalizzare su queste nuove rotte, posizionandosi come un hub cruciale nel Mediterraneo. Analogamente, la cooperazione tra Azerbaigian e Kazakistan per rafforzare il Corridoio Intermedio evidenzia la ricerca di una maggiore autonomia logistica ed energetica nell’Eurasia centrale. Questi sviluppi dimostrano come la connettività infrastrutturale stia diventando una leva fondamentale per l’affermazione di potere e per la costruzione di nuove sfere di influenza in un mondo che cerca alternative alle rotte e alle dipendenze consolidate.
Le narrazioni e i simboli giocano un ruolo sempre più centrale nella geopolitica contemporanea. L’articolo “Narrazioni e Simboli nello Spazio Globale” di Dissipatio delinea come concetti apparentemente astratti come “Occidente”, “Eurasia” e “Sud globale” siano in realtà strumenti potenti per costruire identità collettive, giustificare strategie di politica estera e legittimare visioni del mondo contrastanti. Questi codici simbolici non sono statici, ma vengono costantemente “risemantizzati”, ovvero reinterpretati e adattati per riflettere i contesti storici e geografici in evoluzione. La Cina, con i suoi concetti di “sviluppo condiviso” e di “comunità dal futuro comune”, e la Russia, con l’enfasi su “tradizione”, “sovranità” e una presunta missione civilizzatrice, sfidano apertamente il liberalismo occidentale e la sua pretesa di universalità. La capacità di plasmare il significato attraverso la comunicazione digitale, la cultura popolare e le piattaforme mediatiche è diventata un elemento inseparabile dell’esercizio del potere, influenzando l’opinione pubblica, polarizzando i dibattiti e mobilitando il supporto per determinate agende geopolitiche. La guerra di narrazioni è tanto cruciale quanto la competizione militare ed economica.
Infine, la frammentazione selettiva della globalizzazione sta ridefinendo le interdipendenze economiche globali. Questo processo è caratterizzato da controlli sulle esportazioni di tecnologie sensibili, pratiche di “friend-shoring” (delocalizzazione verso paesi alleati) e politiche industriali mirate a settori strategici come i semiconduttori, le batterie e le energie rinnovabili. Queste misure, guidate dalle forze di convergenza produttiva, dai flussi di capitale paziente e dalla valorizzazione delle risorse a monte (materie prime), sono una risposta alla crescente competizione strategica e alla necessità percepita di ridurre le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento. Questo processo di “de-globalizzazione selettiva” presenta due scenari possibili per il futuro: una convergenza ordinata, in cui le nazioni riescono a stabilire standard interoperabili e a cooperare su sfide globali, o una frammentazione disordinata, caratterizzata da un aumento delle barriere commerciali, crisi del debito generalizzate e shock climatici amplificati. La direzione che prenderà la globalizzazione selettiva avrà un impatto profondo sulla prosperità economica, sulla stabilità finanziaria e sulla capacità di affrontare le sfide globali, creando un ambiente di incertezza e imprevedibilità per gli attori statali e non statali.
Conseguenze strategiche
Nell’Indo-Pacifico, la competizione militare tra grandi potenze continua ad accelerare. I progressi della Cina nelle tecnologie per portaerei e nei caccia J-35 rappresentano una sfida diretta al dominio navale statunitense. Questa spinta all’innovazione è reciproca, come dimostrato dai ritardi degli USA nell’integrazione degli F-35C sulle portaerei Ford, che evidenziano la necessità di un costante aggiornamento tecnologico per mantenere un vantaggio strategico. L’introduzione del Long Range Maneuvering Projectile (LRMP) da parte dell’Esercito USA, con le sue capacità anti-nave estese, e il mantenimento in servizio dell’Harpoon, seppur con aggiornamenti, sottolineano la priorità di sviluppare e dispiegare sistemi d’arma di precisione per proiettare potenza e deterrenza nella regione. La Marina Indiana, con l’acquisizione di nuovi LPD, torpedini leggeri e sistemi d’arma, riflette l’ambizione di rafforzare le proprie capacità di proiezione di potenza in un’area Indo-Pacifico sempre più contesa, inserendosi in questo contesto di crescente militarizzazione regionale.
La proliferazione e l’evoluzione delle armi asimmetriche sono un altro elemento cruciale. La strategia di Taiwan di dispiegare 50.000 droni entro il 2027 per difendersi dalle incursioni cinesi è un esempio paradigmatico di come un attore più piccolo possa cercare di compensare la disparità di forze convenzionali. Questa difesa multistrato, che include il jamming EW (Electronic Warfare) e la neutralizzazione senza ingaggio cinetico, riflette un approccio innovativo alla deterrenza e al controllo dell’escalation. Allo stesso modo, lo sviluppo da parte del Giappone di armi laser montate su veicoli per contrastare gli sciami di droni dimostra la ricerca di soluzioni a basso costo contro minacce emergenti. La guerra in Ucraina continua a essere un catalizzatore di innovazioni strategiche e un banco di prova per le dot-trine militari. L’uso diffuso di droni, sia russi che ucraini, ha dimostrato l’efficacia di queste tecnologie a basso costo nel cambiare le dinamiche del conflitto. I droni marini “Sea Baby” ucraini, con il loro raggio esteso e payload aumentato, rappresentano un esempio di come un attore meno potente possa sfidare il dominio navale di un avversario più grande, mentre l’elevato numero di droni kamikaze russi riflette una strategia di usura delle difese aeree ucraine.
Il dominio spaziale è diventato un fronte strategico cruciale. L’investimento della US Space Force in satelliti di sorveglianza per la Low Earth Orbit (LEO) contro i satelliti co-orbitali cinesi dimostra la consapevolezza che la superiorità spaziale è vitale per la sicurezza nazionale e il dominio militare ed economico. Questa “neighborhood watch” spaziale è un passo tattico, ma richiede una chiara strategia per proteggere gli asset satellitari vitali da attacchi. La vulnerabilità artica, con il “buco nello scudo polare” contro le minacce ipersoniche, mette in luce l’urgenza di integrare sensori spaziali e sistemi Aegis navali per una difesa ibrida efficace, sottolineando la necessità di un approccio omnicomprensivo alla sicurezza.
Le alleanze strategiche si stanno ridefinendo in base alle minacce e agli interessi specifici. L’alleanza Australia-USA per lo sviluppo di armi ipersoniche, attraverso l’iniziativa SCIFiRE, segna un cambio di paradigma per l’Australia, che si sposta verso una capacità di strike expeditionary per contrastare la minaccia cinese. Questa partnership non solo approfondisce i legami bilaterali, ma invia un chiaro segnale di prontezza per la guerra ad alta tecnologia, alzando i costi di una potenziale aggressione. Le alleanze tradizionali sono sottoposte a stress, come evidenziato dalla decisione olandese di ridurre la condivisione di intelligence con gli Stati Uniti, riflettendo una crescente recalibrazione della fiducia transatlantica. Questo spinge i paesi europei a costruire capacità di intelligence autonome, riducendo la dipendenza da Washington, pur mantenendo un fronte unito sul supporto all’Ucraina.
La Russia, nonostante le sanzioni e l’isolamento diplomatico, continua a perseguire una strategia di attrito in Ucraina, sostenuta da un’economia di guerra e dalla capacità di reindirizzare le sue esportazioni energetiche. Le sue esercitazioni nucleari e gli avvertimenti di ritorsione contro le forniture missilistiche europee all’Ucraina sono tentativi di mantenere una deterrenza credibile e di influenzare la politica occidentale. La presenza di missili anti-nave russi in Venezuela, sebbene asimmetrica, aggiunge un elemento di rischio significativo alla proiezione di forza USA nei Caraibi, obbligando la US Navy a prepararsi per scenari di conflitto inaspettati. Il Regno Unito, attraverso il Progetto Astraea, sta sviluppando una testata nucleare di prossima generazione, riaffermando la sua deterrenza nucleare indipendente in risposta alle mutate dinamiche di sicurezza globale.
Sul fronte diplomatico, le strategie di contenimento o coesistenza competitiva verso la Rus-sia rimangono al centro del dibattito negli Stati Uniti. La partecipazione del presidente Trump ai summit ASEAN e APEC nell’Indo-Pacifico, con l’obiettivo di riaffermare l’influenza USA e limitare quella cinese, sottolinea la persistente competizione strategica nella regione. La sua mediazione nell’accordo di pace tra Cambogia e Thailandia dimostra la capacità degli Stati Uniti di agire come broker di pace in aree di interesse strategico. L’asse USA-Giappone si consolida ulteriormente sotto la guida di Trump e Takaichi, con accordi economici e tecnologici mirati a contenere la Cina, illustrando l’importanza delle alleanze regionali nel bilanciamento del potere. La presenza della portaerei USS Gerald R. Ford nel Mediterraneo è un chiaro segnale della proiezione di potenza globale degli Stati Uniti, sottolineando il loro ruolo di garante della sicurezza marittima e della libertà di navigazione in un contesto di crescenti rivendicazioni territoriali.
Conseguenze economiche, tecnologiche, finanziarie ed energetiche
Il “non allineamento strategico” dell’India emerge come fattore cruciale. La sua volontà di commerciare senza condizioni e sfruttare gli sconti sul petrolio russo la posiziona come portavoce del Sud Globale e hub commerciale vitale attraverso il fenomeno “China+1”. Le principali compagnie container mondiali (MSC, Maersk, CMA CGM) hanno spostato tonnellaggio sotto bandiera indiana, consolidando l’ascesa marittima dell’India in linea con la “Maritime India Vision 2030”. Il nuovo baricentro economico si sposta verso Asia e Africa, guidato da dinamiche demografiche favorevoli e dalla crescente capacità di trasformare risorse naturali in valore aggiunto. Particolarmente significativo è il controllo sui minerali critici (nichel, litio), con i paesi emergenti che passano dall’esportazione di materie prime alla lavorazione intermedia.
I corridoi infrastrutturali come l’IMEC e il Corridoio Intermedio Trans-Caspico rappresentano strategie di diversificazione delle rotte commerciali ed energetiche. La missione italiana in India e Qatar mira a integrare l’Italia in queste nuove reti, sfruttando la posizione strategica mediterranea.
Le sanzioni USA contro Rosneft e Lukoil mirano a spingere la Russia al negoziato e sostenere i prezzi del greggio a beneficio dei produttori americani. Tuttavia, India e Cina mostrano capacità di aggiramento, mentre il peso maggiore ricade sull’Europa con bollette energetiche più alte e ridotta competitività industriale. La stabilizzazione del peso argentino, condizionata da 40 miliardi di dollari USA, dimostra la persistente influenza finanziaria americana in America Latina. Al contrario, la Francia ha perso credibilità sui mercati finanziari a causa di fallimenti fiscali, subendo un downgrade del rating che mina la sua influenza nell’UE. Il Giappone vive un “grande momento” con normalizzazione economica e riforme corporate che attraggono investimenti.
L’inchiesta del Washington Post sul sistema russo di sorveglianza sottomarina “Harmony”, sviluppato con componenti occidentali acquisiti tramite società facciata, evidenzia la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento tecnologico. Fincantieri risponde con “Deep”, un sistema di droni subacquei AI per proteggere infrastrutture sottomarine. Il dibattito sulla sovranità cognitiva sottolinea i rischi dell'”estrazione culturale” se l’Italia si affida eccessivamente a Large Language Models stranieri, sostenendo la necessità di un LLM nazionale. L’Europa affronta vulnerabilità critiche nelle “guerre sui minerali rari” tra USA e Cina, con dipendenza cinese per il raffinamento di minerali essenziali per tecnologie difensive e transizione verde.
L’Europa confronta vulnerabilità nelle esplosioni di raffinerie che processano petrolio russo, rischiando de-industrializzazione. Il Giappone rilancia i reattori nucleari e l’Ungheria diversifica l’approvvigionamento di combustibile nucleare, indicando una tendenza globale verso sicurezza energetica e diversificazione. La “oil war” di Trump e la domanda crescente di minerali critici ridefiniscono le dinamiche globali, con paesi come la Bolivia che emergono come attori chiave.
Conseguenze marittime
La proiezione di potenza navale statunitense si è manifestata in modo evidente. Il dispiegamento del Carrier Strike Group USS Gerald R. Ford nel Comando Sud USA per operazioni anti-droga, con dieci attacchi letali e la presenza dell’USS Gravely a Trinidad e Tobago, ha intensificato la pressione sul Venezuela e riaffermato il controllo delle rotte illecite nei Caraibi. Questa militarizzazione della sicurezza marittima, pur sollevando interrogativi legali, dimostra una tendenza all’uso della forza navale in aree critiche. La massiccia presenza navale e il sorvolo di bombardieri B-1B Lancer vicino alla costa venezuelana hanno ulteriormente aumentato la pressione, ma la presenza di missili anti-nave russi Kh-31A in Venezuela introduce una minaccia asimmetrica che complica una potenziale vittoria rapida in un conflitto.
Nel Mediterraneo, il dispiegamento della USS Gerald R. Ford, la più grande portaerei al mondo, è un chiaro segnale della persistente proiezione di potenza navale degli Stati Uniti, rafforzando la deterrenza e la capacità di risposta rapida della 6ª Flotta USA.
Anche l’India sta compiendo un significativo passo avanti nella sua capacità di proiezione di potenza con l’acquisizione di quattro nuovi Landing Platform Docks (LPD) per un valore di 3,75 miliardi di dollari, insieme a sistemi d’arma avanzati. Questi LPD rafforzeranno notevolmente le operazioni anfibie, le missioni di peacekeeping e l’assistenza umanitaria, riflettendo la determinazione dell’India a modernizzare la sua flotta e ad affermare la sua influenza nell’Oceano Indiano.
Nel Mar Nero e nel Canale di Suez, la situazione rimane precaria. Nonostante un leggero aumento dei transiti a Suez, l’instabilità nel Mar Rosso, dovuta agli attacchi Houthi che hanno ridotto il traffico a Babel-Mandeb, continua a preoccupare gli armatori. La prudenza delle compagnie indica che la fiducia non è pienamente ripristinata nonostante il cessate il fuoco Israele-Hamas. Questo scenario dimostra come le tensioni regionali possano rapidamente compromettere la sicurezza delle rotte marittime globali, rendendo necessarie strategie di protezione e deterrenza efficaci contro minacce asimmetriche. L’incidente al sottomarino russo Kilo II, il Novorossiysk B-261, rimorchiato nel Mare del Nord dopo un guasto, è emblematico delle persistenti difficoltà della Marina russa, sottolineando la sua ridotta capacità operativa e la sua vulnerabilità anche in acque relativamente sicure.
La disputa sul Passaggio a Nordovest evidenzia le crescenti tensioni per il controllo delle rotte artiche, rese navigabili dal disgelo. La mancata ratifica dell’UNCLOS da parte degli Stati Uniti e l’assenza di una politica artica coerente indeboliscono la loro posizione contro le rivendicazioni estese di Russia e Cina, mettendo a rischio il controllo delle risorse energetiche e delle infrastrutture sottomarine in un’area di crescente importanza strategica. L’Artico emerge come un teatro marittimo di crescente importanza strategica, con la vulnerabilità artica degli Stati Uniti che rischia di cedere il controllo a rivali come Russia e Cina.
Nel Mar Cinese Meridionale, gli scontri tra Filippine e Cina continuano a rappresentare un punto focale di tensione marittima, sottolineando l’importanza della libertà di navigazione e il rischio di escalation in una delle vie d’acqua più trafficate e strategicamente rilevanti del mondo.
L’innovazione tecnologica nel dominio marittimo è frenetica. Fincantieri ha presentato “Deep”, un sistema di droni subacquei basati sull’intelligenza artificiale per il monitoraggio e la protezione delle infrastrutture sottomarine, rispondendo a una crescente esigenza di sicurezza nel Mediterraneo e promuovendo lo sviluppo di un polo tecnologico subacqueo nazionale. Allo stesso modo, OCCAR ha consegnato “Rigel”, il secondo USV per contromisure mine alla Marina francese, rafforzando la cooperazione franco-britannica e modernizzando la guerra alle mine con sistemi unmanned. Nel Pacifico, Keihin Dock e Oceanic Constellations hanno siglato un accordo per la produzione di massa di piccoli USV in Giappone, con applicazioni che spaziano dalla sorveglianza oceanica al recupero di razzi riutilizzabili. Queste innovazioni dimostrano una tendenza globale verso l’uso di sistemi autonomi per migliorare la sorveglianza, la sicurezza e l’efficienza nelle operazioni marittime.
La guerra in Ucraina ha evidenziato l’evoluzione della guerra marittima asimmetrica. L’Ucraina ha sviluppato e impiegato con successo i droni marini “Sea Baby” per colpire la flotta russa nel Mar Nero, sostenendo di aver disabilitato o affondato quasi un terzo delle navi da guerra russe. Questi droni kamikaze, con il loro raggio esteso e payload significativo, rappresentano una minaccia efficace e a basso costo contro navi da guerra più grandi e costose, dimostrando come le tecnologie emergenti possano alterare gli equilibri di potere navale.
Nell’Indo-Pacifico, la competizione navale è in piena espansione. L’introduzione del Precision Strike Missile con il Long Range Maneuvering Projectile (LRMP) rafforza le capacità anti-nave a lungo raggio dell’Esercito USA. L’Harpoon, nonostante la sua età, rimane un missile anti-nave chiave, con continui aggiornamenti, evidenziando la sua importanza duratura nel contrastare la crescente flotta cinese. La discussione strategica sull’opportunità di distruggere i porti cinesi in un conflitto riflette una profonda consapevolezza dell’interdipendenza economica globale e della necessità di preservare le infrastrutture marittime per un recupero post-bellico, suggerendo che le strategie navali devono considerare non solo gli obiettivi militari, ma anche le implicazioni economiche a lungo termine.
Infine, la Guardia Costiera USA sta emergendo come un attore cruciale nella proiezione di autorità marittima. Nonostante la sua immagine pubblica incentrata su soccorsi e regolamentazione, la Guardia Costiera è un servizio armato con la capacità di usare la forza, effettuare sequestri di navi e condurre operazioni ad alto impatto come le pattuglie anti-narcotici e le missioni antiterrorismo, conferendole una capacità unica di proiettare l’autorità degli Stati Uniti vicino alle coste e contrastare minacce transnazionali.
Conseguenze per l’Italia
Sul fronte geopolitico ed economico, l’Italia sta attivamente cercando di rafforzare la propria posizione. La missione del viceministro Rixi in India e Qatar è strategica per posizionare l’I-talia come hub logistico chiave nel Corridoio Economico India-Medio Oriente-Europa (IMEC). Questo progetto mira a diversificare le rotte commerciali e gli approvvigionamenti, attirando investimenti e consolidando l’influenza italiana nel Mediterraneo Allargato, una regione di vitale importanza. Analogamente, l’intensificazione dei legami con l’Asia Centrale, evidenziata dalla visita del presidente azero e dagli sforzi per sviluppare il Corridoio Trans-Caspico, offre ulteriori opportunità per la diversificazione delle rotte e l’approvvigionamento di materie prime critiche, rafforzando la sicurezza economica e l’autonomia strategica italiana.
In termini di sicurezza e difesa, l’introduzione del sistema “Deep” di Fincantieri, basato su droni subacquei con intelligenza artificiale per la protezione delle infrastrutture sottomarine, è di primaria importanza. Con il Mediterraneo sempre più vulnerabile a sabotaggi e minacce, “Deep” fornisce all’Italia una capacità autonoma e avanzata per difendere i suoi cavi sottomarini e gasdotti, contribuendo alla sicurezza energetica e digitale nazionale. Parallelamente, le “strane coincidenze” delle esplosioni nelle raffinerie europee che processano petrolio russo hanno messo in luce la fragilità delle catene di approvvigionamento energetico del continente, richiedendo all’Italia di bilanciare la solidarietà europea con la protezione della propria sicurezza energetica e industriale. La crisi nei Balcani Occidentali, descritta come “sull’orlo del collasso”, rappresenta inoltre una minaccia diretta per la stabilità regionale e, per riflesso, per l’Italia, richiedendo un maggiore impegno e una strategia più coerente per la stabilizzazione.
Dal punto di vista della sovranità tecnologica e culturale, è emersa l’importanza di sviluppare un Large Language Model (LLM) nazionale. Questo è fondamentale per l’Italia per proteggere la propria identità digitale, controllare i dati sensibili e infondere i valori culturali italiani nella cognizione artificiale, evitando il rischio di “estrazione cognitiva” da sistemi esteri. Inoltre, la vulnerabilità dell’Europa nelle “guerre sui minerali rari” tra USA e Cina ha implicazioni dirette per l’industria italiana, data la dipendenza dalla Cina per le terre rare essenziali per tecnologie chiave. L’Italia, come parte dell’UE, deve sostenere una strategia europea unificata per garantire l’accesso a questi materiali critici.
Infine, le tensioni nelle relazioni USA-Italia, scaturite da recenti dichiarazioni, e gli avvertimenti dell’ambasciatore russo, sottolineano la necessità per l’Italia di riaffermare il proprio ruolo all’interno dell’Unione Europea. Questo è cruciale per difendere la sua sovranità e consolidare la sua posizione contro tentativi di divisione, spingendo per una maggiore integrazione e autonomia strategica a livello europeo. L’Italia, pertanto, si trova a navigare un complesso equilibrio tra la ricerca di nuove opportunità e la necessità di affrontare sfide significative, bilanciando la solidarietà europea con la protezione dei propri interessi nazionali.
Conclusioni
Il weekend dal 24 al 26 ottobre 2025 ha cristallizzato un panorama globale in rapida e complessa evoluzione, delineando un mondo sempre più multipolare e interconnesso, ma anche frammentato da nuove tensioni e opportunità. Le implicazioni di questi eventi si sono estese dalla geopolitica all’economia, dalla tecnologia alla sicurezza energetica e marittima, con ripercussioni significative per l’Italia.
Sul fronte geopolitico, l’intensificarsi delle operazioni anti-droga statunitensi nei Caraibi, con il dispiegamento del Carrier Strike Group USS Gerald R. Ford, ha riacceso la questione della legalità internazionale e delle esecuzioni extragiudiziali, sollevando critiche bipartisan. Questo scenario ha inasprito ulteriormente le tensioni con il Venezuela, evidenziando la proiezione di potenza militare in aree di interesse strategico. L’Artico è emerso come un nuovo teatro di contesa per il controllo del Passaggio a Nordovest, con il disgelo che ha reso navigabile la rotta e ha messo in luce le vulnerabilità strategiche degli Stati Uniti contro le rivendicazioni di Russia e Cina. In Europa, l’avvertimento del Generale Mandon su un possibile “test” russo entro 3-4 anni ha sottolineato l’urgenza di una maggiore preparazione europea e di un rafforzamento della deterrenza. La posizione internazionale della Russia è apparsa in deterioramento, nonostante gli sforzi diplomatici, a causa delle nuove sanzioni USA e di un fronte europeo unito a supporto di Kyiv.
A livello economico, la frammentazione selettiva della globalizzazione ha portato a controlli sulle esportazioni di tecnologie sensibili e a politiche di “friend-shoring”, ridefinendo le interdipendenze globali. L’ascesa del “Sud globale”, con l’India che si afferma come hub commerciale vitale e portavoce dei paesi emergenti, ha evidenziato uno spostamento del baricentro economico mondiale verso Asia e Africa, spinto da dinamiche demografiche e dal controllo di minerali critici. La missione del viceministro italiano Rixi in India e Qatar, volta a posizionare l’Italia come hub logistico chiave nel Corridoio IMEC, riflette l’ambizione del paese di capitalizzare su queste nuove rotte e di rafforzare la propria influenza nel Mediterraneo Allargato.
Tecnologicamente, la corsa all’innovazione è frenetica, con un focus sulla sicurezza nazionale. Lo sviluppo russo del sistema di sorveglianza sottomarina “Harmony” e i progressi di Fincantieri con il sistema “Deep” per la protezione delle infrastrutture subacquee dimostrano la centralità delle tecnologie AI e dei droni in ambito militare e di sicurezza. Il dibattito sulla sovranità cognitiva e l’importanza di sviluppare Large Language Models nazionali per l’Italia, come sottolineato da Pasquale Preziosa, evidenziano la necessità di proteggere l’autonomia intellettuale e culturale nell’era digitale. Tuttavia, l’Europa affronta una vulnerabilità significativa nelle “guerre sui minerali rari”, dipendendo dalla Cina per il raffinamento di materiali cruciali per tecnologie di difesa e green.
Energeticamente, l’Europa è rimasta vulnerabile a causa delle “strane coincidenze” delle esplosioni nelle raffinerie che processano petrolio russo, che hanno evidenziato le fragilità delle sue catene di approvvigionamento e la necessità di una politica energetica più autonoma e pragmatica. La ricerca globale di sicurezza energetica ha rilanciato l’interesse per il nucleare e ha spinto paesi come la Bolivia a cercare investimenti stranieri per le loro riserve di litio e gas naturale.
Le conseguenze marittime hanno mostrato una crescente militarizzazione, con il dispiegamento di portaerei USA nei Caraibi e nel Mediterraneo, e una competizione serrata per il controllo delle rotte strategiche artiche e del Mar Cinese Meridionale. L’innovazione tecnologica marittima, con l’uso diffuso di droni subacquei e navali come i “Sea Baby” ucraini, ha dimostrato come le tecnologie asimmetriche possano alterare gli equilibri di potere navale. Per l’Italia, ciò ha significato l’opportunità di rafforzare la propria posizione geopolitica ed economica attraverso la diversificazione dei partner e delle rotte commerciali, ma anche di affrontare sfide significative in termini di sicurezza energetica, autonomia tecnologica e stabilità regionale, bilanciando la solidarietà europea con la protezione dei propri interessi nazionali in un mondo sempre più incerto e imprevedibile.
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