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02-05-25 Dal mondo

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02-05-25 Dal mondo

–🇬🇧Experts see rise of powerful non-state groups as US retreats from global stage

Alla ‘fine del mondo’: eredità di Francesco e prospettive per il Global South

Anti-terrorismo e presenza strategica. Perché la Turchia si rafforza in Somalia

India-Pakistan: venti di guerra, potenzialmente termonucleare

Harvard è un campo di battaglia

–🇬🇧US, Ukraine minerals deal: A tactical win, not a turning point

–🇬🇧Kyiv’s Mayor Suggests Ceding Land to End the War with Russia

–🇬🇧Is the EU Beating the U.S. in Central Asia?

–🇬🇧Reports: Trump fires embattled hawk Mike Waltz from White House

–🇬🇧Putin’s Proxy Diplomats Are Undermining the Coherence of Russian Foreign Policy

–🇬🇧The China-Korea Yellow Sea Dispute

–🇬🇧Tipping points: South Sudan on the brink of collapse?

BRICS. A Rio unità fragile, ambizioni globali

La guerra spaziale tra Elon Musk e Jeff Bezos

Pil Difesa: 9 stati membri della NATO su 32 nel 2024 non hanno raggiunto il 2 per cento

–🇬🇧Europe pushing delusional US-style rearmament plan

–🇬🇧An Insider’s Guide to Cyber Readiness

–🇬🇧The Democratization of Sea Warfare

–🇬🇧Trump National Security Advisor Mike Waltz Departs for UN Ambassador Job Amid Maritime Policy Momentum

–🇬🇧The Department of the Navy’s Science and Technology Board Accelerates the Journey to Achieve a “Hybrid Fleet”

–🇬🇧Royal Navy establishes new Disruptive Capabilities and Technologies Office

–🇬🇧Countering China’s navy: the US air fleet’s growing anti-ship role

Panoramica Globale: Tensione e Riadattamento nell’Era Trump 2.0
Il 1° maggio 2025 si delinea come una giornata emblematica delle dinamiche globali attuali: un mix esplosivo di tensioni militari crescenti, manovre geoeconomiche aggressive trainate dalla dottrina “America First” di Trump, e riadattamenti strategici da parte degli altri attori internazionali. La parola chiave è incertezza, con focolai di crisi pronti a degenerare e alleanze storiche messe alla prova.
Evento Clou. La firma dell’accordo USA-Ucraina sui minerali critici emerge come evento simbolo. Sebbene presentato come partnership economica per la ricostruzione e l’accesso alle risorse, rappresenta una mossa geopolitica significativa, volta a legare Kiev a Washington e a finanziare lo sforzo bellico, in un contesto dove Zelensky sembra pagare un prezzo politico per il sostegno americano (“svendesi” l’Ucraina, secondo alcune analisi critiche) e le avance russe nel Donbass proseguono. Parallelamente, le purghe interne all’amministrazione USA (rimozione di Mike Waltz dal NSC) segnalano la volatilità della politica estera americana.

  • Geopolitica e Strategia Marittima. Il Mar Rosso e lo Stretto di Bab el-Mandeb rimangono incandescenti. L’escalation delle tensioni nello Yemen vede il Regno Unito unirsi ufficialmente ai bombardamenti USA contro gli Houthi (Op. Rough Rider), mentre Teheran viene ammonita da Washington per il suo supporto ai ribelli. Gli Houthi stessi trattengono navi commerciali a Ras Isa, acuendo i rischi per la navigazione. Altrove, si registrano le dispute marittime irrisolte tra Cina e Corea del Sud nel Mar Giallo e la visita del Segretario alla Marina USA in Corea del Sud per rafforzare i legami. La Danimarca vara un fondo da 1 miliardo di dollari per assicurazioni marittime in situazioni di guerra, segno della percezione di un rischio globale crescente. Si nota anche un focus sul riarmo navale russo, forse sottostimato.
  • Geoeconomia. Dominano le politiche tariffarie di Trump. Nonostante una “pausa” sui dazi reciproci più estremi, la pressione rimane alta, colpendo anche alleati asiatici (Giappone, Corea del Sud, Vietnam) e causando allarme nei porti della West Coast USA. La Cina vede COSCO aumentare i profitti grazie alle spedizioni anticipate pre-tariffe. La competizione tecnologica si accende con la “guerra spaziale” tra Bezos (Kuiper) e Musk (Starlink). I BRICS, riuniti a Rio, cercano di porsi come alternativa all’ordine occidentale, pur con una coesione fragile.
  • Difesa. L’Europa accelera sulla difesa comune: l’European Defence Fund stanzia nuovi fondi per ricerca (droni, ipersonico, AI), ma persiste il problema dei 9 membri NATO (Italia inclusa) sotto il target del 2% del PIL per le spese militari nel 2024. Gli USA rafforzano la cooperazione con la Corea del Sud e discutono alternative all’AUKUS. La competizione sull’IA militare è destinata ad acuirsi sotto Trump.
    • Mediterraneo Allargato. La Siria rimane un mosaico di instabilità, tra sfide di cittadinanza e riesplosioni di violenza settaria (scontri a Jaramana). LoYemen è in piena escalation (vedi Marittima). L’instabilità persiste nel Sahel (attacco in Niger/Borno). Significativo il disimpegno diplomatico USA dall’Africa, con la pianificata chiusura di ambasciate, che apre spazi ad altri attori (come la Russia in Africa Orientale). Le tensioni USA-Iran persistono nonostante i colloqui a Muscat.
    • Heartland Euro-asiatico. La guerra in Ucraina prosegue tra avanzate russe e dinamiche diplomatico-economiche complesse legate al supporto USA (accordo sui minerali). La pressione su Mosca aumenta con proposte di nuove sanzioni USA. La Russia cerca di proiettare influenza (propaganda sportiva, espansione in Africa), ma affronta sfide interne (coerenza diplomatica, affidabilità statistica) e tensioni nel vicinato (consolidamento pro-russo in Georgia).
    • Teatro Boreale-Artico. Nessuna notizia di rilievo pervenuta per il 1° maggio.
    • Teatro Australe-Antartico. Nessuna notizia di rilievo pervenuta per il 1° maggio.
    • Indopacifico. Altissima tensione tra India e Pakistan dopo l’attacco terroristico in Kashmir, con venti di guerra (potenzialmente nucleare) che soffiano forti. Entrambi i paesi valutano il rispettivo potenziale bellico. La regione subisce l’impatto dei dazi USA. Le dinamiche USA-Cina rimangono centrali, con sondaggi che indicano una popolazione cinese desiderosa di buone relazioni ma diffidente sull’uso della forza per Taiwan.
  • Conclusioni: Il 1° maggio 2025 fotografa un mondo sull’orlo di crisi multiple (Indo-Pacifico, Yemen, Ucraina), dominato dall’imprevedibilità della politica estera USA sotto Trump, che alterna accordi mirati (Ucraina) a disimpegni strategici (Africa) e pressioni economiche (tariffe). L’Europa cerca una maggiore autonomia strategica (difesa comune), i BRICS tentano di consolidarsi come polo alternativo, mentre le potenze regionali navigano in acque sempre più agitate. La stabilità globale appare un miraggio lontano.

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