04-06-25 Dal mondo
4 Giugno 2025 2025-06-04 7:5404-06-25 Dal mondo
Geopolitica
—I negoziati di Istanbul, l’attacco alla Russia e il genocidio di Gaza
—Il punto sulla guerra in Ucraina
—Ucraina. A Istanbul è Kiev a dettare alla Russia le condizioni per la tregua
—Il Generale Boni: Operazione Spider web, americani e inglesi non potevano non sapere
—Kerch: simbolo e nervo scoperto -la strategia ucraina e il peso britannico nell’attacco
—Cosa c’è dietro il faccia a faccia tra la flotta di Mosca e quella della NATO nel Baltico
—La comunicazione strategica di Starmer e l’illusione della vittoria
—Olanda, sui migranti cade il governo Schoof
–🇬🇧Relative Superiority in the Drone Age: McRaven’s Playbook Meets Ukraine’s Airfield Assaults
–🇬🇧Russia’s Northern Fleet Not Targeted by Massive Ukrainian Drone Attack Contrary to Initial Reports
–🇬🇧Comparing the Size and Capabilities of the Russian and Ukrainian Militaries
–🇬🇧Small Craft, Big Impact: Ukraine’s Naval War and the Rise of New-Tech Warships
–🇬🇧Fresh Ukraine, Russia demands show no interest for actual peace
–🇬🇧The EU’s New Black Sea Security Strategy: Right Goals, Unclear Means
–🇬🇧Trumpism finds a home in Poland
–🇬🇧How China and Pakistan Work Against India
Geoeconomia
—I dazi di Trump: gli effetti sull’economia americana
—Italia-USA, accordo sul gas: strategia o dipendenza?
Difesa
—I nuovi bandi per progetti di ricerca del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS)
—Europa: come spendere per la difesa
—Nuovo patto tra sicurezza e crescita economica. Patalano (Kcl) spiega la difesa secondo il Labour
–🇬🇧The US Navy’s five roads to ruin
–🇬🇧Implications of the 2025 Strategic Defence Review for the Royal Navy
–🇬🇧How to Build Back the Navy: Unmanned Missile Ships Teamed with Larger Ships
–🇬🇧UK SDR’s ‘NATO First’ Posture Underscores Royal Navy Role in Deterring Russian Threat
Sintesi Geopolitica e Geoeconomica (focus su quanto accaduto il 3 giugno)
La giornata del 3 giugno 2025 ha rappresentato un momento di drammatica accelerazione e acuta tensione. L’audacia militare ucraina ha raggiunto nuove vette, scuotendo le fondamenta della deterrenza russa, mentre gli Stati Uniti, sotto la presidenza Trump, hanno impresso significative ricalibrature alla loro postura strategica globale.
Contemporaneamente, l’Europa è attraversata da fibrillazioni politiche interne, e crisi persistenti in Medio Oriente, Africa e oltre, dipingono un quadro di crescente instabilità, frammentazione e competizione multipolare. Le dinamiche di potere e le strategie economiche si intrecciano in un gioco complesso, prefigurando un futuro incerto e carico di sfide.
Evento Clou della Giornata
L’evento che ha catalizzato l’attenzione mondiale è stata l’inedita offensiva strategica ucraina contro la Russia, denominata “Operazione Spider Web” (condotta il 1° giugno, ma i cui dettagli, analisi e rivendicazioni sono emersi con forza il 3 giugno). Questa operazione ha visto l’impiego coordinato di droni FPV (First Person View), lanciati da camion civili posizionati in prossimità degli obiettivi, contro almeno quattro basi aeree russe situate in profondità nel territorio nemico. Sono stati colpiti e danneggiati numerosi bombardieri strategici russi (modelli Tu-160, Tu-95, Tu-22M) e aerei da allerta precoce A-50. Parallelamente, l’SBU (Servizio di Sicurezza Ucraino) ha rivendicato un attacco con potenti esplosivi sottomarini al Ponte di Kerch, infrastruttura cruciale per la logistica russa e simbolo dell’annessione della Crimea. Contrariamente a report iniziali, la Flotta Russa del Nord, con base nella Baia di Kola, non sembra essere stata tra gli obiettivi. Queste azioni, definite da analisti come Ian Bremmer e l’ex capo della DIA Mike Flynn (quest’ultimo parlando di azione “sfacciata” più che “audace”, con rischi di escalation globale), dimostrano una capacità ucraina senza precedenti di proiettare potenza e ridefiniscono i contorni della guerra asimmetrica, mettendo seriamente in discussione l’inviolabilità del territorio russo e la sua deterrenza strategica.
Geo-strategia e Conflittualità
Il fronte ucraino rimane il più incandescente. I colloqui diretti a Istanbul tra delegazioni russe e ucraine si sono conclusi con un sostanziale nulla di fatto, limitandosi a un accordo per un nuovo scambio di prigionieri (mille per parte, più 200 giovani/feriti gravi) e al recupero di 6.000 salme per parte. Proposte di cessate il fuoco incondizionato sono state respinte, con entrambe le parti che, secondo diverse fonti, avrebbero presentato richieste massimaliste (Kiev avrebbe chiesto smobilitazione russa e nuove elezioni sotto osservatori OSCE). Il Cremlino, per bocca del portavoce Peskov, ha definito “improbabile” un vertice a tre Putin-Trump-Zelensky, nonostante la disponibilità turca.
La guerra di comunicazione strategica prosegue parallela al conflitto armato, con dichiarazioni contrapposte da parte di figure come Donald Trump e il premier britannico Keir Starmer. Il senatore USA Lindsey Graham è visto come un sostenitore di un approccio più duro da parte di Kiev. Per sostenere lo sforzo bellico, la Russia ha quasi raddoppiato la produzione di polvere da sparo tra il 2022 e il 2024, pur affrontando limiti infrastrutturali e dipendenza da importazioni di materie prime critiche come la cellulosa di cotone. Il generale Boni ha suggerito che USA e UK “non potevano non sapere” dell’operazione “Spider Web”.
Nel Medio Oriente, la situazione a Gaza resta drammatica e umanitariamente catastrofica. L’ONU ha condannato l’uccisione di almeno 27 palestinesi in attesa di aiuti presso siti gestiti dalla neonata Gaza Humanitarian Foundation (supportata da USA e Israele e con contractor privati americani), paventando possibili crimini di guerra per l’impedimento all’accesso degli aiuti. Le trattative per un cessate il fuoco, mediate da USA, Qatar ed Egitto, sono in stallo: Hamas critica la proposta americana per la mancanza di garanzie sulla fine definitiva della guerra e la propria sopravvivenza politica, mentre il premier israeliano Netanyahu appare restio ad accettare modifiche che limitino l’obiettivo di smantellare Hamas e continua a resistere all’adozione di un piano per il “giorno dopo”.
La tensione tra USA e Iran è altissima, con Teheran sempre più vicina a sviluppare un’arma nucleare e la finestra per la diplomazia che si restringe pericolosamente; il “rift” tra Trump e Netanyahu riguarda anche la gestione del dossier iraniano.
In Siria, mentre gli USA pianificano di ridurre la loro presenza militare a una sola base, il nuovo capo dell’intelligence, Hussein al-Salama, naviga la complessa questione curda in un contesto di fragile transizione post-Assad. Si segnala l’attività della milizia filo-iraniana Harakat al-Abdal. Nello Yemen, l’ONU ha reiterato l’appello per il rilascio “immediato e incondizionato” di decine di membri del personale ONU e ONG detenuti arbitrariamente dagli Houthi da un anno, condannando la morte in detenzione di un operatore del WFP. Un cessate il fuoco tra USA (amministrazione Trump) e Houthi, mediato dall’Oman, ha fermato le ostilità dirette ma non gli attacchi Houthi contro navi legate a Israele, mantenendo alta la tensione nel Mar Rosso.
In Africa, si registra una preoccupante recrudescenza di Al-Shabaab in Somalia, con il gruppo jihadista che ha riguadagnato terreno in vaste aree del centro e sud del paese, invertendo i progressi governativi. In Mali, un massiccio attacco del JNIM (Gruppo di Sostegno all’Islam e ai Musulmani, affiliato ad Al-Qaeda) contro la base militare di Boulkessi ha causato la morte di oltre trenta soldati maliani, evidenziando la persistente e crescente minaccia estremista nel Sahel. In Sudan, il neopremier Kamil Idris ha sciolto il governo il giorno dopo l’insediamento, aggravando l’instabilità nel pieno di una guerra civile che ha già causato 14 milioni di sfollati; l’UNHCR segnala il triplicarsi dei rifugiati sudanesi nel vicino Ciad. L’Angola emerge come un “crocevia silenzioso della Nuova Guerra Fredda”, con il presidente João Lourenço che cerca legami più stretti con l’India per bilanciare la crescente influenza cinese nel paese ricco di risorse. L’amministrazione USA sta riconsiderando la struttura e le missioni di Africa Command, inclusa la possibile dissoluzione di USAID e dei suoi programmi nel continente. Nella Repubblica Democratica del Congo, ribelli M23, sostenuti dal Ruanda, avrebbero giustiziato almeno 21 civili.
Sul fronte India-Pakistan, Nuova Delhi ha ammesso perdite di propri jet da combattimento durante scontri con il Pakistan avvenuti nel maggio precedente.
Geo-economia, Industria, Mercati e Marittimità
L’OCSE ha rivisto al ribasso le stime di crescita economica globale, citando le ripercussioni negative delle guerre commerciali promosse dall’amministrazione Trump sull’economia statunitense e mondiale. L’aumento del debito pubblico globale continua a destare preoccupazione tra gli investitori. Gli USA hanno imposto una scadenza ravvicinata ai partner commerciali per presentare le loro “migliori offerte” nelle negoziazioni in corso. A partire dal 4 giugno, entreranno in vigore i dazi USA sull’acciaio, innalzati al 50% dal presidente Trump, una mossa protezionistica che impatta particolarmente le relazioni con alleati come il Giappone e l’UE. L’Italia, attraverso il ministro Lollobrigida, cerca un dialogo con Washington per affrontare il problema dell’uso ingannevole dell'”Italian sounding” nel settore agroalimentare.
La Cina continua la sua espansione economica e culturale, rafforzando il suo “soft power” attraverso auto futuristiche, smartphone competitivi, serie televisive e videogiochi. Pechino interpreta le tensioni commerciali con gli USA anche attraverso la lente storica delle “Guerre dell’Oppio”. Il ruolo della Cina nella Belt and Road Initiative (BRI) sta evolvendo: da generoso prestatore a esattore più stringente del debito globale, come evidenziato da un report del Lowy Institute.
Nel settore dell’industria della difesa e tecnologica, la Commissione Europea ha dato luce verde alla joint venture trinazionale (Leonardo, BAE Systems, Mitsubishi) per il Global Combat Air Program (GCAP), mirato allo sviluppo di un caccia di sesta generazione. L’Italia promuove la sovranità tecnologica con nuovi bandi di ricerca del Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS). Il ROI dell’Intelligenza Artificiale generativa stenta a decollare, con l’eccezione notevole del settore dello sviluppo software. Le case automobilistiche cinesi affrontano pressioni dai concessionari a causa dell’eccesso di offerta in un contesto di intense guerre dei prezzi.
In Svizzera, UBS si attende l’introduzione di nuove e più stringenti regole sul capitale. Il CEO del colosso della difesa russo Rostec, Sergej Chemezov, starebbe cercando la rimozione delle sanzioni USA a suo carico attraverso studi legali americani.
Il settore marittimo è in fermento: al Nor-Shipping 2025 sono state premiate innovazioni come navi a zero emissioni e vele a suzione. Shell Marine sta introducendo soluzioni basate sull’IA (Shell LubeMonitor) per rivoluzionare la manutenzione delle navi, mentre ABS esplora il concetto di data center nucleari galleggianti per sostenere la crescente domanda energetica dell’IA. Le tariffe di trasporto container sulla rotta transpacifica hanno registrato un forte aumento. Si segnala un allarmante incremento delle vittime e degli incidenti marittimi, attribuito in parte all’invecchiamento della flotta globale. Höegh Autoliners ha avviato un progetto per l’upcycling di navi dismesse in materiali da costruzione certificati. Il Porto di Corpus Christi (USA) ha completato un importante progetto di espansione del canale navigabile. Panama ha cancellato almeno 214 navi dal suo registro per migliorare la conformità alle sanzioni, in particolare quelle relative all’Iran.
L’India sta perseguendo una strategia energetica focalizzata sulle rinnovabili per garantirsi maggiore autonomia geopolitica e ridurre la dipendenza dalle importazioni, promuovendo anche la sua nascente economia spaziale. Negli USA, si diffonde preoccupazione per una “crisi sanitaria silenziosa” dovuta all’influenza aviaria H5N1, che ha iniziato a infettare anche i mammiferi, inclusi i bovini da latte.
Geopolitica e Relazioni Internazionali
L’Europa assiste a una rinnovata spinta delle destre sovraniste e populiste. In Polonia, il candidato conservatore Karol Nawrocki, sostenuto da Diritto e Giustizia (PiS) e apprezzato dall’amministrazione Trump e dal CPAC americano, ha vinto le elezioni presidenziali. Questo risultato, che conferma profonde faglie interne tra visioni “popolari” ed “élitarie”, ha gettato il paese sull’orlo di una crisi istituzionale, con il premier Donald Tusk che ha annunciato l’intenzione di chiedere un voto di fiducia al Parlamento, mossa interpretata come una “dichiarazione di guerra istituzionale” al nuovo presidente. Nonostante ciò, la politica estera e di sicurezza polacca (pro-NATO, pro-USA, forte impegno per la difesa) non dovrebbe subire grandi cambiamenti.
Nei Paesi Bassi, il governo di Dick Schoof è caduto a seguito del ritiro dalla coalizione del Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders, a causa di dissidi insanabili sull’immigrazione; il paese si avvia verso probabili elezioni anticipate ed è scosso anche dalla crescente minaccia della criminalità organizzata (“Mocro Maffia”).
In Ungheria, il premier Viktor Orbán prepara un nuovo braccio di ferro con l’UE attraverso una proposta di legge sulla “Trasparenza della vita pubblica”, che mira a regolare i fondi stranieri alle ONG. In Germania, il partito Alternative für Deutschland (AfD) si prepara a una battaglia legale sulla sua presunta incostituzionalità. Tendenze simili di affermazione delle destre si osservano nel Regno Unito, Germania e Portogallo, nonostante recenti insuccessi di forze “MAGA-style” in Romania e Albania.
Negli Stati Uniti, l’amministrazione Trump sta imprimendo una chiara direzione alla politica di difesa ed estera. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha ordinato il cambio di nome della nave militare USNS Harvey Milk, segnalando un cambiamento nelle politiche DEI (Diversity, Equity, and Inclusion) nelle forze armate. Hegseth ha anche dichiarato esplicitamente che l’America andrebbe in guerra per difendere Taiwan da un’invasione cinese, indicando un chiaro “pivot verso l’Asia” e un impegno a contrastare l’ascesa di Pechino. Si discute di un possibile ritiro di 4.500 truppe dalla Corea del Sud e del loro ricollocamento a Guam e in altre basi.
Il Direttore dell’FBI Kash Patel è al centro di polemiche per i suoi precedenti legami consulenziali con il Qatar. Il capo della FEMA ha destato sconcerto per una presunta ignoranza sull’esistenza di una stagione degli uragani. Il governo USA ha anche dato il via libera al piano della nuova leadership siriana per integrare migliaia di ex combattenti jihadisti nell’esercito nazionale, a condizione di trasparenza.
Si registra un atto di terrorismo interno con movente d’odio in Colorado. Viene messa in discussione la sostenibilità dell’impegno USA per la sicurezza europea (“America Can’t Afford to Protect Europe”).
In Corea del Sud, gli exit poll indicano una netta vittoria del candidato progressista Lee Jae-myung, che potrebbe inaugurare una fase di maggiore vicinanza alla Cina e un nuovo capitolo, seppur difficile, nelle relazioni inter-coreane, dopo il deterioramento sotto la presidenza Yoon.
Il Regno Unito, sotto il governo laburista di Keir Starmer, ha presentato la sua nuova Strategic Defence Review (SDR), improntata al concetto di “war-fighting readiness”. Il piano prevede un significativo riarmo, con un focus su droni, sottomarini e caccia F-35 capaci di trasportare armi nucleari.
La Georgia ha condannato aspramente il MEGOBARI Act statunitense (che prevede sanzioni per il regresso democratico), etichettandolo come “ostile” e “fattualmente errato”, intensificando la retorica anti-occidentale e segnalando un possibile ulteriore allineamento con potenze autoritarie come Russia e Cina.
L’Oman prosegue la sua energica diplomazia regionale, ricevendo una visita del presidente iraniano Massoud Pezeskhian per rafforzare la cooperazione bilaterale.
L’Unione Europea sta sviluppando una nuova strategia di sicurezza per la regione del Mar Nero, i cui mezzi di attuazione appaiono però ancora poco chiari.
All’Assemblea Generale dell’ONU, la tedesca Annalena Baerbock è stata eletta Presidente per l’80ª sessione. La cooperazione internazionale trova spazio nel IV Incontro delle Agenzie Spaziali dei Paesi membri dell’Istituto Italo-Latino Americano (IILA) a Roma, focalizzato su azioni concrete per sfide comuni, e nella 170° riunione del Consiglio dell’Osservatorio Europeo Australe (ESO), tenutasi sempre a Roma. Italia e Lussemburgo (incontro Tajani-Bettel) hanno ribadito l’eccellente stato della loro cooperazione.
Analisi dei Teatri Operativi:
• Mediterraneo Allargato. Quest’area rimane un epicentro di crisi interconnesse e complesse. Il conflitto ucraino ha un impatto diretto sul Mar Nero (escalation militare, negoziati falliti, strategia UE in definizione) e sulla Turchia (ruolo di mediazione). Il Vicino Oriente è dominato dalla catastrofe umanitaria di Gaza, dalle trattative di pace bloccate e dalla persistente tensione USA-Iran, con Teheran che prosegue il suo programma nucleare. La Siria è in una fase di transizione critica, con la possibile riduzione della presenza USA e la complessa gestione della questione curda. Lo Yemen e il Mar Rosso sono teatro delle azioni degli Houthi e di una fragile tregua con gli USA. L’Africa settentrionale e il Sahel sono destabilizzati dalla crisi sudanese (con ricadute sul Ciad) e dalla recrudescenza jihadista in Mali. L’Europa meridionale è toccata dalle dinamiche migratorie e dalla crisi politica nei Paesi Bassi, che ha implicazioni per la sicurezza interna a causa della minaccia della “Mocro Maffia”. L’Iran è un attore chiave anche attraverso le dinamiche sanzionatorie (vedi Panama). La Turchia è attiva nei Balcani con una presunta “rete segreta” e cerca di posizionarsi come acquirente di nuovi aerei cisterna.
• Heartland Euro-asiatico. È il cuore delle tensioni globali, con la guerra russo-ucraina che ha visto un salto di qualità nell’offensiva di Kiev (“Operazione Spider Web”) e una Mosca colpita profondamente nel suo territorio e costretta ad aumentare la produzione bellica. La Cina continua la sua proiezione geoeconomica attraverso la Belt and Road Initiative (con un cambio di approccio da creditore a esattore) e l’espansione del suo soft power. Le relazioni della Cina con gli attori regionali, inclusa la nuova leadership sudcoreana, sono attentamente monitorate. Le tensioni geopolitiche coinvolgono anche la Georgia, che si allontana dall’Occidente.
• Teatro Operativo Boreale-Artico. La Russia è direttamente sotto pressione per gli attacchi ucraini nel suo territorio, sebbene la Flotta del Nord sembri essere stata risparmiata dall’operazione “Spider Web”. L’Europa settentrionale e occidentale è in fibrillazione politica, con la crisi di governo nei Paesi Bassi e l’ascesa delle destre sovraniste. Il Regno Unito ha definito una nuova postura militare più aggressiva (SDR). Gli Stati Uniti stanno ricalibrando le loro posture globali, con possibili impatti sulle alleanze NATO, e gestiscono questioni interne (politiche DEI, polemiche sull’FBI, crisi H5N1). La Polonia emerge come perno della sicurezza orientale della NATO, pur affrontando una grave crisi politica interna. La cooperazione industriale militare UK-Italia-Giappone (GCAP) ha una forte valenza strategica anche in questo teatro.
• Teatro Operativo Australe-Antartico. L’Africa meridionale è segnata dalla violenza nella Repubblica Democratica del Congo. L’Angola emerge come teatro di competizione geostrategica, con l’India che cerca di rafforzare i legami per contrastare l’influenza cinese. Il Messico (America Latina) è menzionato per un’elezione giudiziaria a bassa affluenza e per la valutazione da parte di Washington di un intervento militare contro i cartelli della droga. L’Australia è presente nelle cronache per un caso giudiziario di risonanza nazionale (omicidio con funghi velenosi). L’incontro IILA sulle agenzie spaziali evidenzia tentativi di cooperazione tra Italia e America Latina.
• Indopacifico. Le elezioni in Corea del Sud, con la probabile vittoria del progressista Lee Jae-myung, rappresentano l’evento catalizzatore, con potenziali significativi riallineamenti regionali, in particolare nei rapporti con la Cina, il Giappone e gli Stati Uniti, e per il futuro del dialogo inter-coreano. Gli USA rafforzano la loro deterrenza a favore di Taiwan, con dichiarazioni esplicite del Segretario alla Difesa Hegseth. La Cina è protagonista con la sua crescente influenza economica e culturale (soft power). L’India persegue strategie di autonomia energetica e di sviluppo del suo settore spaziale. L’Indonesia mostra una politica estera ancora poco definita sotto la nuova presidenza. Le dinamiche dell’alleanza AUKUS (Australia, UK, USA) rimangono attive. L’IISS (International Institute for Strategic Studies) segnala l’impatto potenzialmente destabilizzante delle politiche di “coercive economic statecraft” dell’amministrazione Trump. Si registrano possibili accordi di difesa tra Francia e Indonesia.
Conclusioni
La giornata del 3 giugno 2025 ha confermato e accelerato le dinamiche di un mondo multipolare, altamente instabile e interconnesso, dove le crisi regionali hanno immediate ripercussioni globali. L’audacia ucraina ha aperto una nuova, imprevedibile fase del conflitto, mentre le scelte strategiche dell’amministrazione americana e le turbolenze politiche europee promettono di rimodellare ulteriormente gli equilibri internazionali. Tra i temi analizzati, hanno particolare possibilità di ulteriori sviluppi e novità nei giorni e nelle settimane successive:
- Conflitto Ucraino e Risposta Russa. L’escalation militare da parte di Kiev, con gli attacchi in profondità (“Operazione Spider Web”) e al Ponte di Kerch, preannuncia una fase ancora più cruenta e imprevedibile. La risposta di Mosca è l’incognita maggiore e sarà determinante: potrebbe variare da un’ulteriore intensificazione degli attacchi convenzionali, a operazioni ibride, fino a un possibile innalzamento della retorica e della postura nucleare. L’efficacia della strategia asimmetrica ucraina e la tenuta del supporto occidentale saranno osservati speciali.
- Politica Estera USA e Riallineamenti Globali. Le decisioni dell’amministrazione Trump, in particolare il pivot strategico verso l’Asia (con dichiarazioni esplicite sulla difesa di Taiwan), il possibile ritiro di truppe dalla Corea del Sud, e la riconsiderazione dell’impegno in Africa (Africa Command, USAID), avranno profonde conseguenze sugli equilibri regionali e sulla percezione dell’affidabilità degli Stati Uniti da parte di alleati e avversari. Le negoziazioni commerciali e l’uso dei dazi continueranno a generare tensioni.
- Instabilità Politica Europea e Coesione Occidentale. La crisi di governo nei Paesi Bassi e le elezioni anticipate, la profonda crisi istituzionale in Polonia tra presidenza e governo, e la generale ascesa delle destre sovraniste potrebbero ridefinire gli equilibri interni all’Unione Europea e le sue politiche estere, inclusi i rapporti con USA, Russia e Cina, e il sostegno all’Ucraina. Anche le frizioni tra Georgia e Stati Uniti potrebbero testare la coesione occidentale.
- Focolai di Crisi in Medio Oriente e Africa. La situazione umanitaria a Gaza è destinata a peggiorare senza interventi decisi, con crescenti pressioni internazionali. Le tensioni legate all’Iran, la precarietà della tregua nello Yemen, la recrudescenza di Al-Shabaab in Somalia e del jihadismo nel Sahel (Mali), e la guerra civile in Sudan rappresentano bombe a orologeria con elevato potenziale di destabilizzazione regionale e spillover.
Il quadro generale suggerisce una persistenza delle frizioni geostrategiche e geoeconomiche, con l’innovazione tecnologica bellica che gioca un ruolo sempre più determinante nei conflitti moderni. Il lettore deve prepararsi a giorni di alta tensione, dove le scelte strategiche di pochi attori potrebbero avere conseguenze a catena sull’intero sistema internazionale, richiedendo un monitoraggio costante degli sviluppi nei teatri chiave.