06-06-25 Dal mondo
6 Giugno 2025 2025-06-06 7:5106-06-25 Dal mondo
Geopolitica
—Cisgiordania occupata, coloni ed esercito per ‘gazificarla’
—Trump, Putin e Papa Leone XIV: telefonate incrociate
—Perché Orban stringe i rapporti con la Serbia
—Bulgaria. Nella zona euro? Pressioni dall’alto, resistenze dal basso
—Francia. Lula in visita per spostare gli equilibri globali
—Lee Jae-myung nuovo presidente della Corea del Sud
—Vanuatu: il segreto peggiore del Pacifico
—Duecento miliardi per ‘salvare’ l’Africa o per incatenarla?
—La guerra delle PMC: violenza e marketing nei conflitti moderni
—Narcosommergibili nel Brasile Settentrionale: nuove minacce perla sicurezza globale
–🇬🇧Ukraine’s War Is America’s Warning
–🇬🇧Lithuania Warns Against Engagement With Georgia Over Democratic Backsliding
Geoeconomia
—A Intermarine il contratto per il mantenimento delle capacità operative dei cacciamine italiani
–🇬🇧Saudi-Russian Differences Surface as Saudi Arabia Seeks to Accelerate Oil Shift
–🇬🇧Securing America’s Digital Lifelines
Difesa
—Leadership italiana per la stabilità del Medio Oriente. Abagnara alla guida di Unifil
—Roma si prepara al vertice dell’Aia: un Piano per la Difesa Italiana
—USA non forniranno aerei militari ai Volenterosi UE
—Così Porto è diventata la nuova capitale europea dello spionaggio
–🇬🇧A Digitized, Efficient Model of War
–🇬🇧Canada hosts pre-NATO rearmament affirmation confab
–🇬🇧A Guide to Refactoring the Defense-Industrial Base
–🇬🇧Strategic Defence Review 2025: UK outlines ambitious vision for defence amid fiscal challenges
–🇬🇧Five important ideas from Britain’s defence review
–🇬🇧Danish Chief of Defence recommends abandoning frigate upgrade
–🇬🇧Why Sailors on the USS Gerald R Ford Are Now Wearing Oura Rings
Sintesi Geopolitica e Geoeconomica (focus su quanto accaduto il 5 giugno)
La giornata del 5 giugno 2025 ha impresso una forte accelerazione alle dinamiche globali, segnando un punto di non ritorno su due fronti cruciali. Gli effetti di una scossa tecnologico-militare, con l’Ucraina che ha sferrato un colpo da manuale di guerra ibrida alla Russia, ha svelato la fragilità delle superpotenze tradizionali e riscritto le regole della deterrenza. Parallelamente, una scossa politico-economica, guidata dal decisionismo muscolare di un’amministrazione Trump assertiva, sta erodendo le alleanze storiche e ridisegnando le catene del valore globali. Il mondo assiste a una riconfigurazione febbrile, in un clima di instabilità pervasiva, riarmo generalizzato e massima allerta.
Evento Clou della Giornata
L’evento catalizzatore, che ha dominato l’agenda globale e le analisi delle agenzie di stampa internazionali rimane ancora la sofisticata operazione ibrida ucraina contro la Russia. Non un semplice attacco, ma un’azione combinata che segna un’escalation qualitativa del conflitto. Un audace raid di droni a lungo raggio, denominato “Operazione SpiderWeb”, ha colpito basi strategiche in profondità nel territorio russo, distruggendo, secondo fonti d’intelligence statunitensi, almeno dieci bombardieri strategici. Questo attacco cinetico è stato amplificato da un’operazione cibernetica, rivendicata dall’intelligence militare di Kiev (HUR), contro i sistemi informatici della Tupolev, il gigante dell’aviazione strategica russa.
Questa azione rappresenta uno shock strategico per il Cremlino e una “sveglia” per le cancellerie occidentali. Ha dimostrato come armi a basso costo, tecnologicamente agili e facilmente reperibili possano infliggere danni sproporzionati, sfidare la deterrenza di una superpotenza e rendere obsolete le dottrine di difesa tradizionali. L’immediata reazione di Mosca è stata una minaccia, comunicata da Putin a Trump, di una risposta “molto forte”, innescando un’intensa attività diplomatica triangolare che ha coinvolto anche il Vaticano nel tentativo di disinnescare una spirale di violenza potenzialmente incontrollabile.
Geo-strategia e Conflittualità
L’attacco ucraino ha innescato una corsa globale al riarmo e a una febbrile ricalibrazione strategica. L’Occidente corre ai ripari: il Regno Unito ha pubblicato un nuovo e ambizioso Strategic Defence Review (SDR) per riorientare le forze armate verso un conflitto ad alta intensità “peer-on-peer”; la US Navy accelera la produzione di sottomarini classe Virginia; la Germania acquista missili d’attacco per i suoi F-35. La guerra si fa anche più asimmetrica e privatizzata, come dimostra la taglia posta da una compagnia russa sugli F-16 destinati all’Ucraina, un segnale inquietante della frammentazione del monopolio statale della violenza.
Nel frattempo, il Medio Oriente è una polveriera sull’orlo dell’esplosione. Il governo israeliano di Netanyahu è paralizzato da una profonda crisi istituzionale che contrappone l’esecutivo populista ai vertici dei servizi di sicurezza (Shin Bet), e annuncia una massiccia espansione degli insediamenti in Cisgiordania, dove si registra un record di violenze da parte dei coloni. A questo si aggiungono il veto USA a una risoluzione ONU per il cessate il fuoco a Gaza, la continua escalation nucleare dell’Iran e la minaccia di un allargamento del conflitto con gli Houthi. La pianificata riduzione delle basi USA in Siria rischia inoltre di creare un vuoto di potere, favorendo una recrudescenza dell’ISIS. Nel Sahel, infine, si consolida la minaccia di un “califfato” jihadista.
Geo-economia, Industria e Marittimità
Sul fronte geoeconomico, la guerra commerciale infuria e si combatte su più livelli. L’amministrazione Trump ha raddoppiato al 50% i dazi su acciaio e alluminio e ha proclamato un nuovo, più esteso “travel ban” contro 12 nazioni. Queste mosse, mirate a colpire avversari strategici, generano un’onda d’urto globale, colpendo anche alleati come il Canada e causando un’estrema volatilità nelle rotte container transpacifiche, con picchi storici dei noli.
La vera guerra fredda del XXI secolo si gioca però sulle risorse strategiche e tecnologiche. La Cina sta usando la sua posizione dominante sulle terre rare come arma per “strangolare” l’industria tecnologica europea, mentre estende la sua penetrazione nelle infrastrutture digitali dei Balcani e dell’Asia Centrale. L’Occidente risponde a fatica: l’UE vara fondi per il riarmo (Regolamento SAFE) e cerca di diversificare i partner (come visto nel forum economico Italia-India), mentre gli USA dibattono su come “re-industrializzare” la propria base economica e recuperare terreno sulle materie prime.
La sicurezza marittima è minacciata da nuovi rischi: l’incendio sulla nave cargo Morning Midas, carica di 800 veicoli elettrici al largo dell’Alaska, ha evidenziato la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento della transizione energetica. Intanto, la “flotta ombra” russa torna a caricare GNL e i cartelli brasiliani utilizzano narcosommergibili per il traffico transoceanico.
Analisi dei Teatri Operativi
• Mediterraneo Allargato. È il teatro più incandescente e frammentato. Un arco di crisi che va dalla crisi di governo e militare in Israele/Palestina alla minaccia Houthi nel Mar Rosso (ora con l’Eritrea che rafforza l’asse anti-occidentale con Russia, Cina e Iran), passando per la fragilità della Libia, le dispute petrolifere in Iraq e la minaccia terroristica che si espande nel Sahel.
• Heartland Euro-asiatico. È il laboratorio della guerra del futuro. L’innovazione tecnologica ucraina sfida la massa russa, mentre l’Europa accelera la sua produzione bellica (Repubblica Ceca) pur mostrando crepe politiche al suo interno (Slovacchia, Ungheria). La regione è anche un campo di battaglia per l’influenza infrastrutturale e digitale tra Cina, Russia e Occidente.
• Teatro Boreale-Artico. È il fronte del riarmo NATO. La revisione strategica britannica, la conferenza CANSEC in Canada e l’orientamento generale dell’Alleanza sono focalizzati sulla deterrenza contro la Russia in un confronto ad alta intensità. Il viaggio inaugurale del nuovo rompighiaccio USA e la ripresa dei trasporti russi di GNL segnalano il crescente interesse strategico per la regione.
• Teatro Australe-Antartico. La “tirannia della distanza” è finita. L’Australia, scioccata dall’attacco ucraino, ha preso coscienza della propria vulnerabilità, riconoscendo l’urgenza di accelerare le difese contro minacce asimmetriche che potrebbero colpire il paese “in qualsiasi momento”. La competizione per l’influenza tra Cina e Occidente è visibile anche in arcipelaghi remoti come Vanuatu.
• Indo-Pacifico. È il cuore della competizione strategica tra USA e Cina, in pieno riarmo navale e aereo (AUKUS, Thailandia, Filippine). L’elezione di un nuovo presidente in Corea del Sud, descritto come “transazionale” e più incline a una politica estera pragmatica, introduce un elemento di incertezza critica nella rete di alleanze statunitensi, mettendo alla prova la tenuta del fronte anti-cinese.
Conclusioni e Possibili Sviluppi
Il mondo trattiene il fiato, consapevole che il 5 giugno ha preparato il terreno a sviluppi potenzialmente drammatici. Nei prossimi giorni, l’attenzione del lettore dovrà essere puntata su tre fronti critici, che definiranno l’agenda globale:
- La rappresaglia russa. La risposta di Mosca all’umiliazione subita è l’incognita più pericolosa. Potrebbe assumere forme imprevedibili, da un’escalation militare convenzionale in Ucraina ad attacchi asimmetrici o cibernetici su vasta scala contro l’Occidente. La sua natura e portata saranno un test cruciale per la stabilità globale.
- L’esplosione della polveriera mediorientale. La combinazione tra la crisi politica interna israeliana (con il voto di dissoluzione della Knesset previsto per l’11 giugno) e le tensioni regionali potrebbe portare la regione a un punto di non ritorno. Un errore di calcolo da parte di qualsiasi attore potrebbe incendiare l’intera area.
- La corsa globale agli armamenti asimmetrici. L’attacco ucraino ha reso la difesa da sciami di droni, spyware e sistemi a basso costo una priorità assoluta per ogni esercito moderno. Si attende un’ondata di investimenti urgenti, lo sviluppo di nuove dottrine militari e una nuova fase della guerra tecnologica. La stabilità di domani dipenderà dalla capacità di adattarsi alla guerra di oggi.