09-07-25 Dal mondo
9 Luglio 2025 2025-07-09 7:5509-07-25 Dal mondo
Geopolitica
–-I russi sfondano a ovest di Pokrovsk e avanzano a Kharkiv, Sumy e Zaporizhia
—Confermato il blocco per l’invio di armi all’Ucraina
—Azerbaigian e Russia: tensioni crescenti in un Caucaso che cambia
—Mar Rosso, torna la minaccia Houthi. Ma il messaggio è per Trump e Netanyahu?
—IndoMed, così i laser cinesi disturbano la missione Aspides
—L’Europa è inadeguata di fronte a un mondo pericoloso
—L’articolo 5 del Trattato Atlantico è una minaccia soprattutto per noi
–🇬🇧Russia-Azerbaijan Tensions Escalate to Unprecedented Level
–🇬🇧NATO ACT deploys unmanned vehicles for surveillance in the Baltic Sea
–🇬🇧Germany Blames Chinese Warship for Laser Attack on Aircraft in the Middle East
–🇬🇧Why the Israel-Iran Ceasefire Feels Like a Strategic Failure
–🇬🇧Trump, Netanyahu take victory lap over strikes on Iran nuclear sites
–🇬🇧Why Israel is now turning its sights on Turkey
–🇬🇧The Islamic Republic’s New Lease on Life
–🇬🇧The Limits of Russia’s Friendship: How Moscow Sees the Iran Crisis
–🇬🇧Central Asia: Caught in the Crossfire
–🇬🇧President Trump’s “Carrot and Stick” Approach to Africa
–🇬🇧From Gallipoli to the Strait of Malacca: Why maritime choke points still decide the fate of nations
Geoeconomia
—India. Il motore asiatico per l’internazionalizzazione italiana
—Com’è andato il summit dei BRICS (senza Xi e Putin)
—Dazi, Trump tassa per trattare e chiede il ‘biglietto d’ingresso’ al mercato USA
—BlackRock si ritira dalla ricostruzione dell’Ucraina
–🇬🇧Europe’s Green Delusion Meets Geopolitical Reality
–🇬🇧Connecting the Globe After “Globalization”
Difesa
—Sulla difesa gli europei non spendono poco, spendono male
–🇬🇧Fincantieri Lays Keel of First FREMM EVO for Italian Navy
–🇬🇧The Importance of the Battle of Cannae
Scenari Geopolitici
L’evento dominante di martedì 8 luglio è la drastica e imprevedibile inversione di rotta della politica estera statunitense sotto l’amministrazione Trump. In un’unica giornata, la Casa Bianca ha prima confermato il blocco delle forniture militari all’Ucraina per poi annunciare, poche ore dopo, la ripresa degli invii, inclusi i vitali missili Patriot. Parallelamente, ha svelato un nuovo e complesso schema di dazi doganali contro 14 nazioni, estendendo però i termini per i negoziati. Questa oscillazione tra isolazionismo punitivo (“America First”) e un interventismo pragmatico e condizionato riflette una strategia volutamente caotica, volta a massimizzare la leva negoziale americana. Tale approccio genera profonda incertezza tra alleati e avversari, rendendo la politica di Washington il principale fattore di instabilità e il motore degli eventi globali.
Geo-strategia e conflittualità
Il quadro strategico globale è segnato da un’escalation su più fronti. In Ucraina, il via libera alle armi USA arriva in un momento critico, con le forze russe che avanzano a ovest di Pokrovsk e nelle regioni di Kharkiv e Sumy. La decisione di Trump, motivata dall’intransigenza di Putin sui negoziati, trasforma il conflitto in una guerra di logoramento ancora più dipendente dalle catene di approvvigionamento occidentali. La morte sospetta dell’ex ministro russo Roman Starovoit, legata a scandali di corruzione sui fondi di guerra, evidenzia le tensioni e le fragilità interne al regime del Cremlino.
Nel Mar Rosso, la ripresa degli attacchi Houthi, con l’uccisione di quattro marinai, e l’incidente del laser cinese puntato contro un aereo da ricognizione tedesco segnano una pericolosa militarizzazione di questa arteria marittima. Non si tratta più solo di un’azione di disturbo da parte di un proxy iraniano, ma di un confronto diretto, seppur a bassa intensità, tra potenze globali (Cina) e alleanze occidentali (NATO/UE).
Nel Caucaso, le tensioni senza precedenti tra Russia e Azerbaigian minacciano di aprire un nuovo fronte di instabilità, mentre in Myanmar la violenza tra fazioni anti-giunta aggrava la crisi umanitaria, con ripercussioni dirette sulla vicina India.
Geo-economia, industria, mercati e marittimità
La geo-economia è dominata da due temi: la guerra commerciale di Trump e il consolidamento industriale cinese. I nuovi dazi americani, definiti una “tassa per trattare”, mirano a forzare l’apertura dei mercati e a imporre le condizioni di Washington. La proroga dei negoziati, soprattutto con l’UE, suggerisce che l’obiettivo è ottenere concessioni piuttosto che chiudere le frontiere.
In parallelo, l’approvazione della fusione tra i colossi statali CSSC e CSIC crea il più grande costruttore navale del mondo, consolidando il dominio di Pechino sulla cantieristica globale, un settore strategico per il commercio e la proiezione di potenza. Questa mossa avrà implicazioni a lungo termine sulla logistica marittima e sulle capacità navali.
La marittimità è al centro delle cronache anche per la richiesta di risarcimento da 1,1 miliardi di dollari dell’India contro MSC per un disastro ambientale e per l’approvazione in Italia dell’emendamento “salva porti”, a testimonianza della centralità strategica delle infrastrutture marittime.
Infine, il ritiro di BlackRock dal piano di ricostruzione ucraino lancia un segnale negativo sulla fiducia degli investitori privati in contesti ad alto rischio geopolitico.
Geopolitica e relazioni internazionali
Il summit dei BRICS a Rio de Janeiro, pur senza Xi e Putin, ha cercato di promuovere un’agenda alternativa all’ordine a guida occidentale, focalizzata sulla de-dollarizzazione e sul ruolo del Sud Globale. Tuttavia, le assenze eccellenti e le posizioni divergenti (come quelle sul conflitto a Gaza, duramente condannato dal presidente brasiliano Lula) ne evidenziano i limiti e le fratture interne.
La crisi dei rifugiati afghani, con le espulsioni di massa da Iran, Pakistan e ora anche dalla Germania, segnala un’ondata globale di sentimenti anti-immigrazione che mette sotto pressione la stabilità dell’Afghanistan e le organizzazioni umanitarie.
Sul piano tecnologico, il summit AI for Good di Ginevra ha messo in luce il rischio di un “divario digitale” che potrebbe acuire le disuguaglianze globali, mentre la censura di account social in India da parte del governo riaccende il dibattito sul controllo dell’informazione e sulla libertà di espressione.
Analisi per Teatro Operativo
- Mediterraneo Allargato. Questo teatro è un mosaico di crisi interconnesse. La ripresa degli attacchi Houthi e l’incidente del laser cinese nel Mar Rosso alzano il livello della contesa. La crisi umanitaria a Gaza persiste, con i piani di Netanyahu per “esportare” i palestinesi e la condanna di Lula che polarizza il dibattito internazionale. Le tensioni tra Russia e Azerbaigian nel Caucaso, l’attivismo diplomatico dell’Iran e la crisi migratoria gestita in modo frammentato (come dimostra l’incidente del “Team Europe” in Libia) confermano la regione come l’epicentro dell’instabilità globale. L’Italia risponde rafforzando le proprie capacità difensive (progetto “cupola”, fregate FREMM EVO).
- Heartland euro-asiatico. Il fulcro rimane la guerra in Ucraina, dove la decisione americana sulle armi potrebbe ricalibrare gli equilibri sul campo. La cooperazione sino-russa si approfondisce a livello tecnologico-militare (componenti cinesi per droni russi), mentre l’Asia Centrale diventa un’arena di crescente rivalità per il controllo della “Via della Seta”. La crisi afghana, alimentata dalle deportazioni, rischia di destabilizzare ulteriormente la regione, mentre la Russia affronta le conseguenze interne del conflitto, tra corruzione e purghe politiche.
- Teatro operativo Boreale-Artico. Il teatro è dominato dalle implicazioni della politica di Trump. L’incertezza sulla leadership americana spinge l’Europa a un “bagno di realtà”, come evidenziato da diverse analisi critiche sulla sua inadeguatezza strategica e sull’inefficienza della spesa per la difesa. La NATO reagisce proattivamente, schierando F-35 e droni di sorveglianza nel Baltico per proteggere il fianco orientale. L’accordo per estendere i prestiti UE per la difesa a UK e Canada segnala un tentativo di rafforzare il coordinamento tra alleati occidentali al di là delle tensioni politiche.
- Teatro operativo Australe-Antartico. Le dinamiche principali sono la spinta del Sud Globale per un ordine multipolare, incarnata dal summit BRICS a Rio, e la competizione per l’influenza in Africa. L’approccio “carota e bastone” di Trump in Africa e la riconciliazione nazionale in Liberia sono eventi significativi.
- Indopacifico. È il teatro principale della competizione strategica tra Stati Uniti e Cina. Washington adotta misure dirette per contenere Pechino, come il divieto di acquisto di terreni agricoli. La Cina risponde consolidando il suo potere industriale (fusione cantieristica) e mostrando i muscoli militari (laser nel Mar Rosso). L’India si trova in una posizione complessa: partner economico per l’Occidente, ma al centro di controversie sulla libertà di stampa (scontro con X) e impegnata a gestire le ricadute delle crisi regionali (profughi dal Myanmar). La crescita del Vietnam, presentata al World Economic Forum, indica l’emergere di nuovi attori economici rilevanti in questa macro-area.
Conclusioni e possibili sviluppi
La giornata dell’8 luglio 2025 delinea un quadro globale di frammentazione accelerata e crescente imprevedibilità, guidato dalle erratiche ma impattanti decisioni dell’amministrazione Trump. La competizione tra grandi potenze si intensifica su tutti i fronti – militare, economico e tecnologico – mentre le istituzioni multilaterali faticano a governare le crisi.
Nei prossimi giorni, l’attenzione dovrà concentrarsi su tre sviluppi imminenti:
- La politica commerciale USA. Il Segretario al Tesoro ha promesso annunci entro le prossime 48 ore. Le decisioni che verranno prese (un accordo con l’UE o nuove tariffe) influenzeranno direttamente i mercati globali e le relazioni transatlantiche.
- L’impatto militare in Ucraina. L’arrivo dei missili Patriot e delle altre forniture americane sarà decisivo. Si dovrà monitorare se questo sostegno riuscirà a contenere l’avanzata russa o se arriverà troppo tardi per invertire la tendenza sul campo di battaglia.
- L’escalation nel Mar Rosso. La ripresa degli attacchi Houthi e l’incidente sino-tedesco potrebbero innescare una risposta militare internazionale più robusta per proteggere una delle rotte commerciali più vitali del mondo. Il rischio di un confronto diretto è tangibilmente aumentato.

