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13-06-25 Dal mondo

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13-06-25 Dal mondo

Esiste una strategia nella nuova strategia USA per l’Iran?

Verso il G7 canadese: il direttorio dell’Occidente alla prova delle incertezze del mondo

UE. Ruolo più rilevante dei paesi per la sicurezza

Meloni, Rutte e il patto dei 100 miliardi

Non solo Russia. Verso dove guarda la politica estera di Tbilisi

Perù. La politica si divide sul Trattato D’Alto Mare

Perù, si allarga il contrasto tra Lima e il resto del Paese

–🇬🇧A Hidden Force in the Middle East

–🇬🇧After the Iran Deal

–🇬🇧The terrible cost of bringing Ukraine’s bodies home

–🇬🇧Why Russia Should Fear Ukraine’s Advanced Intelligence Network

–🇬🇧If America Abandons Europe, Will the Continent Fragment or Unify?

–🇬🇧US commitment to the Indo-Pacific: peace through strength

Alto Adriatico: i porti italiani e crisi del Mar Rosso

–🇬🇧President Trump’s National Energy Dominance Council Sets Its Sights on Alaska’s Energy Potential

Cultura della Difesa e spesa militare sostenibile. Crosetto e Giorgetti a confronto

–🇬🇧The US Navy’s uncrewed future

–🇬🇧Necessity of Evolution: CSG Deployment After Highmast

–🇬🇧Choking the Artery: The Naval Dimension of a Future India–Pakistan Conflict

–🇬🇧Turkiye’s Kayaci Defence Exhibits “OKHAN” USV for Coast Guard Missions

Il 12 giugno 2025 si chiude lasciando il mondo con il fiato sospeso. Una tempesta perfetta di crisi militari, economiche e politiche minaccia di travolgere l’ordine globale, con l’imprevedibile presidenza Trump che agisce da catalizzatore.
Le alleanze storiche scricchiolano, mentre un asse di potenze autoritarie consolida la propria influenza, sfruttando le debolezze e le divisioni di un Occidente in piena crisi d’identità.
Evento Clou della Giornata
L’evento che ha catalizzato l’attenzione globale è la drammatica accelerazione della crisi tra Stati Uniti e Iran. La decisione di Washington di evacuare il personale non essenziale dall’ambasciata di Baghdad e da altre basi strategiche nella regione è stata interpretata dalle cancellerie di tutto il mondo come il segnale inequivocabile di un’imminente azione militare. La possibilità di un raid israeliano sui siti nucleari iraniani non è più un’ipotesi, ma una minaccia concreta che potrebbe materializzarsi in pochi giorni. Con l’ultimatum americano a Teheran in scadenza domenica, la finestra per una soluzione diplomatica si sta chiudendo a una velocità allarmante, spingendo il Medio Oriente sull’orlo di un conflitto le cui onde d’urto sarebbero globali.

Geo-strategia e Conflittualità
La giornata ha messo a nudo una frattura strategica globale. Da un lato, si consolida un’alleanza militare ed economica tra regimi autoritari; dall’altro, le democrazie occidentali appaiono sotto pressione, sia internamente che esternamente.
• L’Asse Russia-Iran-Corea del Nord si salda. Un’inchiesta ha svelato la profonda integrazione dell’industria bellica tra Mosca, Teheran e Pyongyang. L’impianto russo di Alabuga, nato per assemblare droni Shahed iraniani, è ora autonomo e trasferisce il proprio know-how direttamente alla Corea del Nord. Questo network permette alla Russia di sostenere una campagna di attacchi devastanti in Ucraina con un’efficienza che l’industria europea non riesce a eguagliare, al punto che persino aziende come Renault stanno valutando di produrre droni direttamente sul suolo ucraino per necessità.
• L’Occidente sotto assedio. L’Occidente è assediato su più fronti. Negli Stati Uniti, le proteste contro i raid dell’immigrazione si sono estese a numerose città, con un preoccupante dispiegamento della Guardia Nazionale e dei Marines. In Europa, focolai di tensione sociale, come le rivolte in Irlanda del Nord, minano la stabilità interna. Nel Pacifico, la tensione militare sale con Taiwan che denuncia le manovre “espansioniste” di Pechino, la cui marina opera simultaneamente con due portaerei, una chiara dimostrazione di forza.

Geo-economia e Marittimità
La debolezza strutturale delle economie occidentali è emersa con prepotenza. Nonostante i massimi storici degli indici azionari, un deflusso record di capitali dai fondi statunitensi e la debolezza del dollaro rivelano una profonda sfiducia nel debito e nelle politiche americane.
Questa vulnerabilità ha avuto una conseguenza strategica immediata: pressata dalla leva cinese sulle terre rare, l’amministrazione Trump ha dovuto fare una significativa concessione a Pechino, allentando le restrizioni sull’export di tecnologia sensibile.
A questa fragilità fa da contraltare un’allerta massima nel settore marittimo, con avvisi di sicurezza diramati per il Golfo Persico e lo Stretto di Hormuz. La tragedia del volo Air India, un Boeing Dreamliner, riaccende inoltre i riflettori sulla crisi di sicurezza e industriale di un gigante occidentale come Boeing, simbolo delle difficoltà dell’intero blocco.

Geopolitica e Relazioni Internazionali
Le alleanze occidentali sono al punto di rottura. Il disperato appello del Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, per un riarmo massiccio contro una minaccia russa percepita come imminente (entro 5 anni), si scontra con le dinamiche di un’alleanza logorata dalla presidenza Trump. Questa situazione non rafforza la NATO, ma ne erode la fiducia, spingendo gli alleati a reazioni disordinate. Il Canada, che aumenta le spese militari ma valuta alternative europee all’F-35, e la revisione di patti come l’AUKUS, sono il sintomo di una ricerca di autonomia strategica in un mondo senza più un garante americano affidabile.

Analisi dei Teatri Operativi
• Mediterraneo Allargato. È l’epicentro della crisi globale. La tensione USA-Iran ha trasformato il Golfo Persico in una polveriera. L’intera regione è un mosaico di instabilità: dalla crisi umanitaria a Gaza all’influenza russa in Siria e Libia, fino all’instabilità nel Sahel che alimenta crisi securitarie e migratorie verso l’Europa.
• Heartland Euro-asiatico. Qui si sta cementando il blocco strategico avversario dell’Occidente. L’asse Russia-Cina-Iran-Corea del Nord integra le proprie capacità militari ed economiche. Mentre la guerra in Ucraina si cronicizza, Mosca consolida la sua presa sull’Asia Centrale e Pechino sfrutta la sua potenza per ottenere concessioni da Washington.
• Indo-Pacifico. È l’arena principale del confronto tra Stati Uniti e Cina. La crescente aggressività cinese (incidenti nel Mar Cinese Meridionale, pressione su Taiwan) si scontra con un’America la cui credibilità come partner di sicurezza è messa in discussione (revisione dell’AUKUS). In questo scenario, l’India tenta di agire da “bilanciere” tra Quad e BRICS+.
• Boreale-Artico. Lo scioglimento dei ghiacci ha trasformato l’Artico in una nuova frontiera di competizione per rotte marittime e risorse. La corsa al riarmo è guidata dalla contrapposizione tra una Russia proattiva, che controlla la rotta del Mare del Nord, e una NATO che intensifica la sua presenza.
• Australe-Antartico. Un terremoto politico scuote l’America Latina con la condanna definitiva dell’ex presidente argentina Cristina Kirchner, un evento che riscrive gli equilibri del paese. Sullo sfondo, la competizione geoeconomica si intensifica per le risorse chiave come il litio, dove la Cina espande la sua influenza a scapito degli interessi occidentali.

Conclusioni e Possibili Sviluppi
Il 12 giugno 2025 ha cristallizzato l’immagine di un mondo multipolare e caotico, dove la competizione tra potenze ha sostituito il multilateralismo. Il lettore dovrà monitorare con massima attenzione i seguenti sviluppi:

  1. La Scadenza Iraniana (Domenica). Rischio di Conflitto Imminente. L’esito dei negoziati finali a Muscat è decisivo. Un fallimento potrebbe scatenare un’azione militare israeliana e una violenta rappresaglia iraniana nel Golfo Persico entro pochi giorni.
  2. Le Alleanze Occidentali al Bivio (G7 e NATO). Il G7 in Canada (prossima settimana) e il Summit NATO all’Aia (fine mese) saranno i momenti della verità. Misureranno la reale distanza tra gli USA e i suoi alleati e la volontà dell’Europa di dotarsi di un’autonomia strategica credibile.
  3. La Crisi Interna Americana. Le proteste “No Kings Day” previste per sabato e la parata del 4 luglio saranno un termometro della stabilità interna degli Stati Uniti e di una potenziale crisi costituzionale tra amministrazione federale e alcuni Stati.
  4. Escalation USA-Cina su Due Fronti. La rivalità si intensificherà sia sul piano militare (il rischio di “incidenti calcolati” nel Mar Cinese Meridionale è altissimo) sia su quello tecnologico, con una nuova ondata di sanzioni e controlli sull’export che costringerà l’Europa a una difficile scelta di campo.
  5. Focolai Regionali. In Argentina, le reazioni alla condanna di Cristina Kirchner potrebbero scatenare una grave instabilità politica. In parallelo, le prime risultanze dell’inchiesta sull’incidente del Dreamliner – avvenuto in India in fase di decollo – avranno ripercussioni immediate su Boeing, aggravando la crisi di un campione industriale occidentale.

Evento anteprima del ciclo “Conversazioni di Geopolitica: Comprendere un Mondo in Rapida Trasformazione”.

Prima di diventare uno dei personaggi più noti sulla scena mondiale, Volodymyr Zelens’kyj era già una celebrità in Russia e Ucraina. Ma possiamo davvero dire di conoscerlo? Dalla sua elezione nel 2019, ha interpretato ruoli diversi e spesso contraddittori: riformatore, leader in tenuta militare, democratico che si appoggia all’estrema destra. Con audacia e schiettezza, Fulvio Scaglione ci guiderà alla scoperta della parabola di Zelens’kyj, tra luci, ombre e consensi.


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