18-07-25 Dal mondo
18 Luglio 2025 2025-07-18 7:4318-07-25 Dal mondo
Geopolitica
—Non solo Mar Nero. Adesso Kyiv punta ai droni fluviali
—Il ruolo della Turchia come mediatore tra l’Ucraina e la Russia
—Tutto sulla guerra ombra contro la flotta fantasma di Mosca
—Il successo dell’operazione Eastwood e la guerra ibrida di Mosca. La lettura di Irdi
—Cina e India si parlano. Ma le distanze strategiche restano
–🇬🇧The Geopolitics of Code: Artificial Intelligence and the Future of American Soft Power
–🇬🇧Six Ways AI Could Cause the Next Big War, and Why It Probably Won’t
Geoeconomia
—Von der Leyen e la lunga corsa al bilancio europeo del riarmo
–🇬🇧Reindustrializing America: Wisdom from the Father of the Nuclear Navy
–🇬🇧U.S. Shipbuilding, Maritime Dominance Requires a New Ecosystem
–🇬🇧Is Taxation the Way to Resolve the Climate Crisis?
–🇬🇧How Environmental Progress and Domestic Innovation Are Reshaping Kurdistan
Difesa
—Il servizio di leva torna di moda ma non serve
—Il Censis e lo spirito bellico degli italiani
–🇬🇧Will Firing Top-Level Navy Leadership Hurt US Military Power?
–🇬🇧Marine 3-Star to Lead Naval Academy, Davids Heading to OPNAV Staff
–🇬🇧United States Navy Force Structure
–🇬🇧AUKUS will be worth the work. China’s alarm shows why Trump should get onboard
–🇬🇧Scientific Systems Introduces VENOM Autonomous sUSV
–🇬🇧Next-generation destroyers to pack more missiles, energy weapons
–🇬🇧Royal Navy’s XLUUV Excalibur to demonstrate remote control from Australia
–🇬🇧South Korea’s New Naval Base Throws a Jab, But Should Train for a Haymaker
–🇬🇧Indian Navy to induct remaining six Nilgiri-class Frigates by 2026
Scenari Geopolitici
La giornata del 17 luglio 2025 si delinea come un momento di intense frizioni e riallineamenti strategici su scala globale. Le tensioni interne ai blocchi di potere, come l’Unione Europea, si intrecciano con conflitti regionali sempre più instabili e una competizione tecnologica e industriale che ridefinisce le gerarchie globali. Dall’instabilità post-conflitto in Siria alla guerra economica tra potenze, emerge un quadro di crescente multipolarismo in cui attori di medie dimensioni, come la Turchia, acquisiscono un peso determinante, mentre le superpotenze sono costrette a ricalibrare le proprie strategie.
Evento clou della giornata
La proposta di bilancio UE 2028-2034 scatena una tempesta politica. La presentazione da parte della Commissione Europea di un ambizioso bilancio pluriennale da quasi 2.000 miliardi di euro ha provocato un’immediata e feroce reazione contraria. Il piano, che mira a finanziare nuove priorità come la difesa e l’autonomia strategica attraverso tasse su grandi imprese e rifiuti elettronici, prevede un taglio drastico di oltre il 20% ai fondi della Politica Agricola Comune (PAC). Questa decisione ha scatenato la protesta degli agricoltori a Bruxelles e ha incontrato l’opposizione frontale di Eurocamera e di Stati membri chiave come Germania e Olanda, che lo hanno definito inaccettabile e troppo oneroso, prefigurando un negoziato lungo e conflittuale.
Geo-strategia e conflittualità
Il panorama strategico globale è dominato da una logica di conflitti a intensità variabile e da una corsa al riarmo tecnologico.
• Il paradigma della “guerra limitata”: L’analisi delle tensioni tra Iran e Israele evidenzia una preferenza condivisa per conflitti circoscritti che evitano un’escalation totale. Teheran utilizza la sua rete di proxy e le capacità missilistiche per proiettare influenza, mantenendo la violenza sotto una soglia critica, mentre Israele risponde con raid mirati in Siria contro obiettivi di Hezbollah per contenere l’espansione iraniana.
• Il fronte ucraino: Kiev intensifica le operazioni anfibie sul fiume Dnipro per minare le retrovie russe e consolidare la propria posizione nel Mar Nero. Nel frattempo, gli alleati occidentali (USA, UE, NATO) rafforzano il supporto militare con sistemi di difesa aerea Patriot, mentre si rincorrono voci su una possibile maxi-offensiva russa. Mosca, dal canto suo, continua la sua guerra ibrida, utilizzando la “politica della memoria” per reclutare combattenti Cosacchi e impiegando reti di bot per la disinformazione nelle aree occupate.
• La guerra dei droni: La supremazia nei conflitti moderni dipende sempre più dalla capacità di produzione industriale di droni. Emerge la necessità di sviluppare non solo sistemi tecnologicamente avanzati come il nuovo SUSV VENOM o il carro armato sudcoreano K3 a guida autonoma, ma anche di garantire una produzione di massa resiliente, spingendo nazioni come l’Australia a puntare su industrie nazionali indipendenti.
• Proliferazione e deterrenza: La memoria del primo test atomico, a 80 anni di distanza, funge da monito in un’epoca di nuove tensioni nucleari. Si discute del rischio crescente che conflitti convenzionali possano degenerare con l’uso di armi nucleari tattiche, rendendo più complessa la gestione della deterrenza.
Geo-economia, industria, mercati e marittimità
La competizione economica si combatte su più fronti: dal controllo delle rotte marittime alla supremazia tecnologica, fino alle politiche protezionistiche.
• Crisi e rinascita della cantieristica: Gli Stati Uniti affrontano una grave crisi della cantieristica navale, con una produzione commerciale scesa sotto l’1% globale, una vulnerabilità che mette a rischio la sicurezza nazionale. Figure come Fincantieri sollecitano un intervento di Washington, mentre l’ammiraglio Rickover viene citato come modello per una reindustrializzazione strategica. In netto contrasto, l’India accelera la produzione delle sue fregate classe Nilgiri, rafforzando la propria autosufficienza.
• Guerra per le infrastrutture critiche: La competizione tra USA e Cina si manifesta nel controllo delle infrastrutture digitali e fisiche. Washington, tramite la FCC, mira a bandire la tecnologia cinese dai cavi sottomarini per timori di spionaggio. Pechino, a sua volta, esercita pressioni per garantire la partecipazione della sua compagnia COSCO in un accordo portuale strategico a Panama.
• Tensioni commerciali ed energetiche: Il mercato globale del trasporto container si avvia verso una significativa sovraccapacità che potrebbe durare fino al 2028, segnalando incertezza economica. Nel settore energetico, la Russia fatica a trovare acquirenti per il suo GNL artico nonostante l’impiego di una “flotta ombra” per aggirare le sanzioni. L’UE aumenta i dazi sui fertilizzanti russi, mentre il Canada impone limiti alle importazioni di acciaio per proteggersi dalle tariffe americane, evidenziando un clima di crescente protezionismo.
Geopolitica e relazioni internazionali
I riallineamenti diplomatici riflettono la ricerca di nuovi equilibri di potere.
• La mossa di Mosca in Asia Centrale: La Russia è diventata il primo Paese a riconoscere ufficialmente il governo dei Talebani in Afghanistan, una mossa volta a stabilizzare la regione, costruire un blocco di influenza anti-occidentale e rafforzare la cooperazione economica e di sicurezza.
• La strategia pragmatica dell’Asia: Il Giappone, pur diffidando di Trump, teme maggiormente la Cina e sta costruendo una rete di alleanze di sicurezza con India, Australia e Paesi NATO per premunirsi. Il dialogo tra India e Cina migliora sul piano diplomatico, ma le tensioni strategiche di fondo rimangono irrisolte.
• L’attivismo della Turchia: Ankara si conferma un attore chiave, mediando nel conflitto ucraino e, soprattutto, espandendo in modo massiccio la sua influenza in Somalia. Attraverso accordi di difesa decennali, la Turchia fornisce droni, addestra l’esercito locale e si appresta a costruire basi militari e piattaforme per il lancio di satelliti e missili, consolidando una presenza strategica nel Corno d’Africa.
• Spostamenti nell’emisfero occidentale: La Colombia ha annullato il suo status di partner della NATO, segnalando un cambiamento di orientamento diplomatico in America Latina.
Analisi per Teatro Operativo
• Mediterraneo Allargato. Questo teatro è un concentrato di instabilità. La Siria post-Assad è una polveriera, con violenze settarie tra drusi e beduini e un massacro di alawiti attribuito a forze governative che rischiano di innescare un conflitto regionale più ampio, con Israele e Iran pronti a intervenire. La Turchia consolida la sua proiezione di potenza nel Corno d’Africa con una presenza militare e strategica senza precedenti in Somalia. In Europa meridionale, la crisi del bilancio UE e le sfide della BCE dominano l’agenda. L’asse energetico tra Italia e USA si rafforza con l’accordo ENI-Venture Global sul GNL.
• Heartland euro-asiatico. La Russia consolida il suo asse strategico riconoscendo i Talebani in Afghanistan, cercando di creare un’area di stabilità e influenza al riparo dalle pressioni occidentali. La Cina prosegue la sua espansione geoeconomica, come dimostra la pressione su Panama, mentre gestisce un dialogo complesso con l’India. La tensione politica interna in Georgia, con l’arresto di figure dell’opposizione, segnala instabilità ai confini della Russia.
• Teatro operativo Boreale-Artico. La principale dinamica in quest’area è legata alle risorse energetiche. La Russia tenta di aggirare le sanzioni occidentali sul suo progetto LNG artico utilizzando una “flotta ombra”, ma incontra difficoltà nel commercializzare il prodotto, dimostrando l’efficacia delle pressioni internazionali.
• Teatro operativo Australe-Antartico. Si notano segnali di un riposizionamento strategico. In America Latina, la decisione della Colombia di uscire dalla partnership con la NATO segna una presa di distanza dalle alleanze tradizionali a guida occidentale. In Africa meridionale, il Sudafrica contrasta l’estremismo politico respingendo un partito legato all’ISIS. L’Australia si conferma un pilastro della strategia occidentale nell’Indo-Pacifico, rafforzando la cooperazione AUKUS e i test congiunti di droni con il Regno Unito.
• Indopacifico. È il cuore della competizione strategica globale. La strategia del Giappone di costruire una “coalizione di democrazie” (con Australia, India, NATO) per bilanciare la Cina è l’elemento centrale. Questa dinamica è rafforzata dall’importanza dell’alleanza AUKUS. La modernizzazione militare è febbrile: l’India vara nuove fregate, la Corea del Sud progetta carri armati di nuova generazione e costruisce una nuova base navale, e Taipei affina le sue capacità di controspionaggio contro Pechino.
Conclusioni e possibili sviluppi
La giornata analizzata delinea tre faglie di tensione destinate a generare sviluppi imminenti:
- La crisi del bilancio UE. La netta opposizione alla proposta della Commissione, soprattutto per i tagli all’agricoltura, preannuncia uno scontro politico durissimo a Bruxelles. Nei prossimi giorni e settimane, ci si possono attendere ulteriori proteste, negoziati tesi e possibili crisi di governo in alcuni Stati membri, mettendo a rischio l’ambizioso programma di riarmo e autonomia strategica dell’Unione.
- L’instabilità in Siria. Il caos post-Assad è una bomba a orologeria. La violenza settaria e i massacri potrebbero innescare interventi militari esterni più diretti da parte di Israele, Iran o Turchia. La gestione della sicurezza delle minoranze sarà il banco di prova per il governo di transizione e un fattore chiave per la stabilità dell’intero Medio Oriente.
- La proiezione di potenza turca. L’espansione militare e strategica della Turchia in Somalia è un evento di portata geopolitica. Occorrerà monitorare attentamente la reazione delle altre potenze regionali (Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia) e globali, poiché la creazione di una base missilistica turca nel Corno d’Africa potrebbe alterare significativamente gli equilibri di potere nell’Oceano Indiano occidentale.
Infine, la preparazione di una possibile maxi-offensiva russa in Ucraina rimane l’incognita più grave sul piano militare, il cui esito dipenderà in larga misura dalla rapidità e consistenza del continuo supporto occidentale a Kiev.

