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21-07-25 Dal mondo

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21-07-25 Dal mondo

Ungheria e Ucraina ai ferri corti per gli arruolamenti forzati in Transcarpazia  

Moldavia: l’ombra lunga della NATO e la strategia del Cremlino

Berlino cerca la guerra con Mosca? La NATO punta sulla Moldavia

Ucraina, Starace: ‘Aprire negoziato multilaterale su modello di Helsinki’

Francia. Il governo taglia i finanziamenti all’UE

Parolin: “raid su chiesa a Gaza, dubito sia errore”

Gaza. Il Papa condanna la ‘barbarie’. Israele uccide altri 73 palestinesi in cerca di cibo

L’incertezza del futuro del Mediterraneo Orientale. Ricco di gas, ma crocevia di troppi interessi globali

Le elezioni che scuotono il Giappone

Giappone: boom di consensi per il partito populista Sanseito

USA e Cina, tensione alle… stelle

L’occhio americano

Gabbard: “Processate Obama e Hillary Clinton”

–🇬🇧How Russia Ended the Taliban’s Isolation

–🇬🇧Greek-Managed Tankers Divert Around Africa to Avoid Red Sea Attacks

La calda estate dei dazi. L’incertezza e i suoi danni secondo Atradius

–I mercati non credono al presidente Donald Trump?

Nel Rapporto Censis l’Italia tra conflitti, riarmo e difesa della Patria

F-35 e un Iron Dome ellenico, la lunga corsa al riarmo della Grecia

–🇬🇧SECDEF to Replace Naval Academy Superintendent with Marine General

–🇬🇧DARPA Releases First Official Video of NOMARS USX-1 Defiant USV

–🇬🇧Insights on the French ‘Clemenceau 25’ Indo-Pacific Deployment

–🇬🇧Subic Bay Carrier Support Potential Praised by French Navy

–🇬🇧The Navy’s Next-Gen DDG(X) Destroyer Can’t Come Soon Enough

–🇬🇧Aircraft Carriers USS George Washington, HMS Prince of Wales Team Up off Australia

–🇬🇧Indian Navy Inducts New Diving Support Vessel, To Serve As Mothership For DSRV

Il fine settimana del 19-20 luglio 2025 è stato dominato da una crescente frammentazione dello scenario globale, con tensioni che si acuiscono su più fronti, dalla competizione tecnologico-militare alla crisi delle istituzioni democratiche e delle alleanze tradizionali. L’incertezza politica in hub strategici come Giappone e Stati Uniti, unita all’aggressività di attori regionali e non statali, delinea un quadro di instabilità diffusa.
Sullo sfondo, la corsa al riarmo e la competizione per le risorse energetiche e le materie prime critiche, come le terre rare, definiscono le nuove linee di frattura del potere mondiale.

Evento clou del fine settimana
L’evento più significativo è stato il fallimento elettorale della coalizione di governo in Giappone, che ha perso la maggioranza anche alla Camera Alta. Questo risultato, abbinato alla precedente perdita della maggioranza alla Camera Bassa, getta il governo del premier Shigeru Ishiba in una profonda crisi di stabilità, proprio mentre il Paese affronta crescenti pressioni economiche e la minaccia espansionistica della Cina. L’ascesa del partito populista e nazionalista Sanseito, che ha visto un notevole aumento dei suoi seggi, segnala una svolta a destra nell’elettorato e una crescente sfiducia verso l’establishment politico tradizionale. Questa instabilità interna in un attore chiave dell’Indo-Pacifico rischia di avere ripercussioni significative sugli equilibri di sicurezza regionali e sulle strategie di contenimento di Pechino.

Geo-strategia e conflittualità
Il panorama strategico è caratterizzato da una corsa globale al riarmo e all’innovazione militare. L’ampia diffusione di droni guidati dall’intelligenza artificiale sta rivoluzionando i teatri di guerra, come dimostrato nei conflitti in Ucraina e Gaza, offrendo a nazioni meno potenti e ad attori non statali capacità asimmetriche in grado di sfidare la superiorità militare convenzionale. Gli Stati Uniti accelerano sullo sviluppo di nuove piattaforme come il cacciatorpediniere DDGX e i droni navali autonomi USX-1 “Defiant”, in risposta diretta alla crescita della marina cinese.
In Europa, la NATO vara un nuovo piano per rafforzare il fianco orientale contro la Russia, con un focus particolare sulla Moldavia, vista come potenziale nuovo teatro di confronto. La Germania adotta una linea sempre più dura verso Mosca, mentre la Grecia, grazie anche ai fondi UE, ha avviato un imponente piano di riarmo da 28 miliardi di euro per modernizzare le sue forze armate. Tuttavia, la vulnerabilità strategica dell’Occidente rimane critica: le sue tecnologie militari più avanzate dipendono pesantemente dalle terre rare controllate dalla Cina.
La Russia, da parte sua, ha annullato il suo principale salone degli armamenti per timore di attacchi ucraini e ha rafforzato il controllo interno sanzionando la diffusione privata di segreti di stato. Sul piano diplomatico, Mosca ha rotto l’isolamento dei Talebani, riconoscendo il loro governo in Afghanistan e consolidando la propria influenza in Asia Centrale.

Geo-economia, industria, mercati e marittimità
Le tensioni geopolitiche si traducono in crescenti frizioni economiche. Venti di guerra commerciale soffiano tra Stati Uniti ed Europa, con la minaccia di nuovi dazi che potrebbero costare all’Italia oltre 140.000 posti di lavoro. Anche i rapporti tra UE e Cina si deteriorano, con Bruxelles che ha sanzionato banche cinesi per il loro presunto sostegno alla Russia.
Nel settore tecnologico, la competizione è feroce. Mentre Nvidia (azienda tecnologica statunitense) supera i 4.000 miliardi di capitalizzazione grazie alla domanda cinese di chip per l’IA, gruppi di hacker legati a Pechino hanno intensificato gli attacchi contro l’industria dei semiconduttori di Taiwan, un’azione di guerra ibrida mirata a sabotare un settore cruciale.
La sicurezza marittima è sotto pressione. Nel Mar Rosso, gli attacchi Houthi spingono le petroliere a deviare la rotta intorno all’Africa, aumentando costi e tempi di trasporto. Nell’Indo-Pacifico, invece, si assiste a un rafforzamento delle collaborazioni navali. La Marina francese ha concluso la storica missione “Clemenceau 25”, proiettando la sua portaerei nel Pacifico e consolidando i legami con marine alleate, con Subic Bay nelle Filippine che emerge come hub logistico chiave. Contemporaneamente, una task force di portaerei statunitensi e britanniche ha condotto esercitazioni congiunte al largo dell’Australia come chiaro segnale di deterrenza verso la Cina.

Geopolitica e relazioni internazionali
Il quadro delle relazioni internazionali è segnato da una profonda polarizzazione. Negli Stati Uniti, la politica è avvelenata da scontri giudiziari e accuse reciproche, con l’ex candidata presidenziale Tulsi Gabbard che chiede di processare Obama e Clinton per un presunto complotto contro Trump, e quest’ultimo che fa causa a Rupert Murdoch e al Wall Street Journal. I mercati finanziari mostrano crescente scetticismo verso la leadership di Trump.
In Europa, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen affronta una mozione di sfiducia in un clima di accuse di ingerenze russe e divisioni interne. La Francia, in preda a tensioni sociali per i tagli alla sanità, ha annunciato anche una riduzione dei suoi contributi all’UE, segnando un’ulteriore crepa nell’unità del blocco.

Analisi per Teatro Operativo
• Mediterraneo Allargato. L’area è un concentrato di tensioni. Lo sfruttamento delle ingenti risorse di gas nel Mediterraneo orientale è frenato da conflitti e rivalità, in particolare tra Grecia e Turchia e per l’instabilità a Gaza. Israele prosegue la costruzione di muri in Cisgiordania mentre aumentano le violenze dei coloni. La crisi umanitaria a Gaza si aggrava, con il Papa che condanna la “barbarie” degli attacchi e il Cardinale Parolin che esprime dubbi sulla versione israeliana riguardo al bombardamento della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza. L’Egitto di Al Sisi punta a rafforzare la sua influenza in Africa attraverso la cooperazione militare. In Senegal, il nuovo governo ha avviato lo scioglimento delle basi militari francesi, ridisegnando gli equilibri di sicurezza regionali.
• Heartland euro-asiatico. La Russia consolida la sua sfera d’influenza riconoscendo i Talebani e intensificando la pressione sulla Moldavia. Le tensioni tra Ungheria e Ucraina si acuiscono a causa degli arruolamenti forzati nella regione della Transcarpazia.
• Teatro operativo Boreale-Artico. Sebbene non siano emersi eventi specifici nei giorni analizzati, questo teatro rimane un’area di crescente competizione strategica tra Russia, Stati Uniti, Canada e nazioni nordeuropee per il controllo delle rotte marittime e delle risorse rese accessibili dallo scioglimento dei ghiacci. La militarizzazione della regione è una tendenza consolidata.
• Teatro operativo Australe-Antartico. La Nuova Zelanda ha dispiegato droni navali nelle acque delle Figi per contrastare la pesca illegale e il narcotraffico, rafforzando la cooperazione regionale nel Pacifico meridionale. In America Latina, la Costa Rica ha lanciato una maxi operazione contro la gang transnazionale “Tren de Aragua”, mentre in Brasile le vicende giudiziarie dell’ex presidente Bolsonaro alimentano uno scontro sulla sovranità nazionale.
• Indopacifico. È il teatro della massima competizione strategica. La crisi politica in Giappone crea un vuoto di potere che potrebbe essere sfruttato dalla Cina. Tokyo ha avvertito le sue aziende che non potrà intervenire in caso di invasione di Taiwan. In risposta alla crescente assertività cinese, Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno intensificato le loro attività navali nella regione. La Marina indiana ha potenziato le sue capacità di soccorso sottomarino, e nel Myanmar le forze governative hanno riconquistato una città strategica dopo mesi di combattimenti. La Cina prosegue la sua strategia di pressione su Taiwan con attacchi hacker e minaccia le catene di approvvigionamento globali con il suo dominio sulle terre rare.

Conclusioni e possibili sviluppi
Il quadro che emerge è quello di un disordine globale multipolare, dove le tensioni non si placano ma si moltiplicano su diversi scacchieri. I giorni a venire saranno probabilmente caratterizzati da un’ulteriore escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti, Europa e Cina, con possibili ritorsioni a catena. La crisi politica in Giappone è un fattore di instabilità da monitorare con la massima attenzione, poiché potrebbe alterare gli equilibri di potere nell’Indo-Pacifico e incoraggiare mosse più aggressive da parte di Pechino.
La guerra in Ucraina continuerà a essere un catalizzatore di instabilità, con il rischio che la pressione russa sulla Moldavia e le frizioni tra Kiev e Budapest possano aprire nuovi fronti di crisi. Infine, la crescente dipendenza tecnologica dell’Occidente dalle terre rare cinesi si confermerà come una vulnerabilità strategica di primo piano, che potrebbe spingere i governi occidentali ad accelerare la ricerca di catene di approvvigionamento alternative per non rimanere ostaggio di Pechino. La corsa all’innovazione militare, specialmente nel campo dei droni e dell’IA, non farà che accelerare, rendendo i conflitti futuri ancora più imprevedibili e letali.


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