21-10-25 Dal mondo
21 Ottobre 2025 2025-10-21 8:1521-10-25 Dal mondo
Geopolitica
—L’Europa cambia le regole per Kiev: come nasce l’adesione senza diritto di veto
—UE prepara dichiarazione marittima per ispezionare la ‘flotta ombra’ russa
—Trump-Zelensky, alla Casa Bianca un vertice di fuoco per Kiev
—Ucraina, i russi sono entrati a Pokrovsk e il Donbass sta per cadere
—Corruzione al centro del dibattito: Zelensky sotto accusa
—Budapest potrebbe essere un punto di svolta per il conflitto in Ucraina. Ecco perché
—Qatar, da nano geografico a mediatore strategico nei conflitti internazionali
—Perché Trump alza lo scontro con la Colombia
—Trump minaccia dazi, Petro ritira l’ambasciatore da Washington
—Una storia di spie. La presenza della Cia in Venezuela
–🇬🇧Trump Blames China for Supporting Russia’s Invasion of Ukraine
–🇬🇧Trump’s Humanitarian Stress Test in Venezuela
–🇬🇧Seventh Strike on Suspected Narco Boat Kills 3
–🇬🇧US returning survivors of strike to home countries, Trump says
Geoeconomia
—Mar Rosso, il lento ritorno delle compagnie
—🇬🇧Mystery Tanker Explosion Near Yemen Sparks Renewed Security Concerns for Red Sea Shipping
Difesa
—L’Europa verso una militarizzazione senza una bussola strategica
—Accordo Fincantieri-Defcomm per navi autonome e droni di superficie
—La Marina francese testa in segreto un drone norvegese a Tolone
—Svezia, ritardi nel programma dei nuovi sottomarini
–🇬🇧Is the US Navy Unprepared? Yes and No
–🇬🇧The US Army Has Plans to Produce 10,000 Drones Per Month
–🇬🇧Army General Calls for US to Get Shahed-like Suicide Drones
–🇬🇧Echoes of the Flower-class corvettes – Royal Navy’s plans to increase anti-submarine warfare mass
–🇬🇧Naval Group delivers first FDI frigate to the French Navy
Scenari Geopolitici
L’alba del 21 ottobre 2025 rivela uno scenario geopolitico globale caratterizzato da profonde tensioni e una riconfigurazione degli equilibri di potere, con il dominio marittimo che emerge come teatro cruciale di competizione strategica. Le dinamiche marittime riflettono e amplificano le crisi terrestri, dalle operazioni militarizzate nei Caraibi alle minacce persistenti nel Mar Rosso, dall’innovazione tecnologica navale alla competizione sino-americana nell’Indopacifico.
Eventi principali
La giornata del 20 ottobre 2025 è stata segnata da tre sviluppi critici. Negli Stati Uniti, oltre 7 milioni di cittadini hanno partecipato al “No King’s Day”, manifestando contro l’amministrazione Trump in circa 2500 città. Questa polarizzazione interna mina la capacità di proiezione internazionale americana e la coesione delle sue alleanze.
Nel teatro latinoamericano, il Segretario alla Difesa Pete Hegseth ha annunciato il settimo “lethal kinetic strike” contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico nei Caraibi, uccidendo tre persone affiliate all’organizzazione colombiana ELN. Dal 2 settembre, sette attacchi hanno causato almeno 30 morti, prevalentemente colpendo imbarcazioni venezuelane. L’amministrazione Trump classifica queste operazioni come autodifesa militare, definendo i trafficanti “combattenti illegali”, ma legislatori di entrambi i partiti esprimono preoccupazioni sulla legalità. Il Presidente colombiano Gustavo Petro ha confermato l’uccisione di cittadini colombiani, generando una profonda crisi diplomatica con Washington.
Sul fronte ucraino, un vertice burrascoso alla Casa Bianca tra Trump e Zelensky ha visto il presidente americano ammonire l’omologo ucraino ad accettare le condizioni russe, avvertendo che altrimenti la Russia avrebbe “distrutto” l’Ucraina. L’incontro, freddo e formale, ha preannunciato un imminente bilaterale Trump-Putin a Budapest, orientato verso una “pace trumpiana” che potrebbe non favorire Kiev.
Dimensione marittima. Mar Rosso e Mediterraneo allargato
Nel Mar Rosso, si registra una cauta ripresa del traffico commerciale, con compagnie di navigazione come CMA CGM e SEALEAD che gradualmente ritornano a transitare nell’area, nonostante rimanga classificata ad alto rischio. Questa timida stabilizzazione segue i recenti accordi di pace, ma l’esplosione misteriosa della nave cisterna LPG FALCON, a est di Aden, riaccende immediatamente le preoccupazioni per la sicurezza marittima.
L’incidente della LPG FALCON assume particolare gravità: se confermato come attacco Houthi, rappresenterebbe il primo episodio ostile dopo il cessate il fuoco tra Israele e Hamas, segnalando una potenziale ripresa delle minacce a un corridoio vitale per il commercio globale attraverso il Canale di Suez. L’evento evidenzia la vulnerabilità persistente delle navi che operano in queste acque e sottolinea la necessità di un monitoraggio continuo e di operazioni di scorta, come quelle condotte da EUNAVFOR ASPÌDES.
La fragilità degli accordi di pace e l’instabilità endemica della regione emergono con chiarezza. L’Iran mantiene il supporto a gruppi come gli Houthi, Hezbollah e Hamas, alimentando il proprio isolamento ma anche la capacità di proiezione regionale. La persistenza delle minacce Houthi, nonostante la cauta ripresa del traffico, dimostra come la sicurezza marittima nel Mar Rosso rimanga precaria e soggetta a improvvise escalation.
Per l’Italia, questo scenario ha implicazioni dirette. La ripresa del traffico nel Mar Rosso è un segnale positivo per le rotte commerciali che attraversano il Canale di Suez, essenziali per l’economia italiana. Tuttavia, la persistenza di minacce richiede un impegno continuo nella sicurezza marittima, con la partecipazione attiva italiana a missioni come EUNAVFOR ASPÌDES.
Il “Patto per il Mediterraneo” dell’UE, ispirato al Piano Mattei italiano, rappresenta un’opportunità strategica per l’Italia di proiettare influenza e promuovere stabilità nell’Africa settentrionale e nel Vicino Oriente, affrontando le cause profonde della migrazione. Questo consolida il ruolo italiano come ponte tra Europa e sponda sud del Mediterraneo.
Militarizzazione dei Caraibi
L’intensificarsi dei “colpi cinetici letali” della Marina USA contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico nei Caraibi rappresenta una militarizzazione senza precedenti della lotta alla droga. Otto navi della Marina USA operano nella regione, inclusa l’unità anfibia Iwo Jima, modificando profondamente la presenza navale e le dinamiche di sicurezza nel sotto-teatro caraibico.
L’amministrazione Trump giustifica queste azioni come autodifesa militare, ma le preoccupazioni espresse dal presidente colombiano Petro sulla legalità e il rispetto della sovranità sono significative. Il rischio di errori di identificazione e coinvolgimento di civili è elevato, come suggerito dall’attacco contro cittadini colombiani.
Strategicamente, l’uso di forze armate in missioni di ordine pubblico oltre i confini, senza chiaro consenso internazionale, crea un precedente pericoloso e mina il principio di sovranità statale. Questo approccio potrebbe alienare gli stati latinoamericani, spingendoli verso partnership alternative con la Cina, che consolida la propria influenza nella regione attraverso un approccio più pragmatico e investimenti strategici in risorse chiave come il litio in Bolivia e Perù.
L’autorizzazione della CIA a condurre “operazioni letali” in Venezuela evidenzia ulteriormente la militarizzazione aggressiva della politica estera americana nel proprio “cortile di casa”, con rischi concreti di destabilizzazione regionale e ripercussioni umanitarie critiche.
Indopacifico, competizione e cooperazione navale
Nell’Indopacifico, la US Navy è al centro di un dibattito sulla propria prontezza per un conflitto navale del XXI secolo. Nonostante carenze in dimensioni, munizioni e manutenzione, la Marina americana ha accumulato vasta esperienza operativa in deterrenza e combattimento. La superiorità tecnologica e la capacità di operare in scenari complessi rimangono fattori chiave.
La cooperazione tra la Guardia Costiera USA e quella Filippina, attraverso un’iniziativa di sicurezza marittima triennale, costituisce una mossa strategica per rafforzare le capacità di Manila nel Mar Cinese Meridionale, area ad alta tensione con Pechino. Il programma mira a modernizzare la flotta filippina e aumentare la sua forza attiva, proiettando una maggiore presenza “a scafo bianco” nelle acque contese.
Questo rafforzamento delle capacità della Guardia Costiera Filippina, con supporto USA, evidenzia la strategia americana di contenimento dell’influenza cinese attraverso il potenziamento degli alleati regionali. La corsa agli armamenti navali nell’area riflette la competizione tecnologica e militare tra USA e Cina, con l’India che si trova sotto pressioni americane per ridurre gli acquisti di petrolio russo, pressioni che potrebbero spingere Mosca verso un mercato ombra.
Innovazione tecnologica marittima
L’innovazione tecnologica nel dominio marittimo procede a ritmo accelerato, ridefinendo capacità navali e strategie operative. La Cina ha varato le prime due navi portarinfuse alimentate ad ammoniaca, segnando un passo storico verso lo shipping a zero emissioni. Queste navi di classe Newcastlemax, con portata di 210.000 tonnellate, consolidano il ruolo cinese di pioniere nella decarbonizzazione del commercio marittimo, con ricadute positive sulla sostenibilità del settore e cambiamenti nelle dinamiche dei carburanti alternativi.
In Italia, Fincantieri ha siglato un accordo con Defcomm per lo sviluppo di unità autonome di superficie, mirando a droni dual-use per sorveglianza e pattugliamento. Questi sistemi ad alto contenuto innovativo integrano capacità di deployment e posizionano l’Italia all’avanguardia in un settore strategico, rafforzando l’industria della difesa nazionale e la sua competitività internazionale.
La Marina francese ha ricevuto la consegna della fregata FDI “Amiral Ronarc’h” e sta testando droni di sorveglianza marittima norvegesi a Tolone, indicando una tendenza globale verso l’integrazione di mezzi unmanned per migliorare efficienza e ridurre rischi per il personale.
La Royal Navy, con il Project CABOT Fase Due (Bastion Atlantic), sta esplorando l’uso di Large Uncrewed Surface Vessels (LUSV) e Extra-Large Uncrewed Underwater Vehicles (XLUUV) per rafforzare le capacità antisommergibile nel GIUK Gap. Il progetto si ispira alle corvette classe Flower della Seconda Guerra Mondiale per economicità e capacità di massa, un concetto che evidenzia l’evoluzione verso flotte di sistemi non presidiati per la guerra antisommergibile.
L’accordo Olanda-USA nel programma “Loyal Wingman” (Collaborative Combat Aircraft) per droni in teaming manned-unmanned riflette la priorità di sviluppare e integrare tecnologie avanzate. La General Atomics Aeronautical Systems Inc. è stata selezionata dalla US Navy per i design di velivoli unmanned, guidando l’innovazione in questo settore.
Tuttavia, la dipendenza europea dalla leadership tecnologica statunitense in AI e droni solleva questioni cruciali sulla sovranità tecnologica e sulla capacità europea di sviluppare capacità autarchiche. L’esigenza dell’Esercito USA di droni kamikaze simili agli Shahed russi, economici ed efficaci, evidenzia un’area di ritardo per Washington ma anche una priorità di investimento in armamenti asimmetrici.
Implicazioni strategiche marittime
La transizione strategica verso l’integrazione di sistemi pilotati e non pilotati (“teaming manned-unmanned”) mira a migliorare l’efficienza operativa, ridurre i rischi per il personale e aumentare la massa delle forze. Questo approccio ridefinisce le capacità navali ma solleva anche questioni etiche e di sicurezza, specialmente riguardo all’autonomia decisionale delle “navi robot killer”.
La pianificazione NATO di utilizzare autostrade come piste per caccia in potenziali conflitti con la Russia (strategia ACE), provata nell’esercizio Tarassis 2025, dimostra consapevolezza della vulnerabilità delle basi fisse e necessità di dispersione delle forze. Questa tattica risponde all’evoluzione delle minacce, inclusi missili ipersonici e attacchi preventivi.
Il rafforzamento delle capacità navali di Francia e Italia riflette crescente consapevolezza della necessità di proiettare potere e proteggere interessi marittimi in aree ad alta intensità. Per l’Italia, il porto di Livorno conferma il proprio ruolo strategico registrando un incremento dell’11,8% nel traffico container nel primo semestre 2025, il migliore risultato nazionale, rafforzando la posizione di Livorno come nodo logistico per l’Italia centro-settentrionale.
Dimensione energetica e logistica
Sul fronte energetico, la crisi delle riserve di gas tedesche (76% della capacità, inferiori alla media europea) evidenzia la persistente vulnerabilità europea alla sicurezza energetica, nonostante gli sforzi di diversificazione post-Ucraina. La continua dipendenza da gas russo per il 70% delle importazioni UE rimane un fattore critico.
La Sierra Leone, con la nuova campagna 3D e un “reset” normativo, cerca di posizionarsi come “frontier energetico” dell’Africa Occidentale, aprendo canali con partner russi. Il Perù punta su una strategia energetica per attrarre investitori in petrolio e litio, con accordi previsti con Chevron e Arabia Saudita.
Conclusioni
Il dominio marittimo emerge come teatro di crescente competizione, con proliferazione di sistemi unmanned, militarizzazione delle rotte commerciali e intensificazione della cooperazione tra alleati per contrastare minacce regionali. Le innovazioni tecnologiche nella propulsione e nei droni stanno ridefinendo le capacità navali a ritmo accelerato.
La sicurezza marittima nel Mar Rosso rimane precaria e ogni incidente potrebbe scatenare una nuova ondata di minacce al traffico. L’escalation USA in America Latina richiede attento monitoraggio per evitare ulteriori destabilizzazioni. La corsa agli armamenti e l’innovazione tecnologica, specialmente in droni e navi autonome, continueranno a progredire rapidamente, trasformando costantemente il panorama della difesa e della sicurezza marittima.
Per l’Italia, la capacità di agire come mediatore nel Mediterraneo, unita agli investimenti in tecnologie di difesa innovative e alla resilienza del sistema portuale, sono elementi chiave per affrontare le sfide geopolitiche e rafforzare la propria posizione in un contesto globale in rapida evoluzione.
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