23-07-25 Dal mondo
23 Luglio 2025 2025-07-23 7:5823-07-25 Dal mondo
Geopolitica
—Ucraina. Possibile a settembre un incontro di Trump con Putin e Xi
—La Siria e quei giorni di ordinaria follia
—Giappone. Ishiba perde la maggioranza ma non si dimette
—La sfida di Nuova Delhi alla Cina per il ‘Global South’
—Klaus Schwab, il re di Davos, sotto accusa
–🇬🇧Black Sea battle: how Ukraine’s drones overpowered the Russian Navy
–🇬🇧ICC Arrest Warrant Prevents Putin’s BRICS+ Summit Attendance
–🇬🇧Syria’s Faultlines and Regional Implications
–🇬🇧Israel blindsides Trump in self-serving effort to break up Syria
–🇬🇧U.S. Treasury Sanctions Key Houthi Petroleum Network in Yemen and UAE
Geoeconomia – Tecnologia
—Ecco le prossime sfide per l’economia mondiale
—Il taglio della UE che colpisce 770 mila aziende italiane
—È il rame il vero tallone d’Achille dell’America di Trump
—L’importanza delle risorse naturali libiche
–🇬🇧Are Trump’s aggressive policies weakening the dollar?
–🇬🇧Trump’s Critical Minerals Obsession Reignites Deep-Sea Mining
–🇬🇧Navies are Our Guide for Space Strategy
–🇬🇧Rosatom to Build Kazakhstan’s First Nuclear Power Plant (Part Two)
Difesa
–🇬🇧Titans, Trailblazers, and Translators: Forging a Unified Defense Industrial Paradigm
–🇬🇧The United States is Falling Behind in Drone Technology
–🇬🇧Navy Inks New Logistics Deal with Japan, Australia
–🇬🇧The US Air Force’s New Drones Are a Game Changer
–🇬🇧SIMETRAN: A New Global Brand for Simulation and Training
–🇬🇧HMS Astute launches and recovers UUV from torpedo tube
Scenari Geopolitici
La giornata del 22 luglio 2025 è dominata da situazioni che attraversano i principali teatri globali. Dalla catastrofe umanitaria a Gaza all’acuirsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti ed Europa, passando per l’instabilità politica in potenze chiave come il Giappone, emerge un quadro di crescente frammentazione e competizione strategica.
Evento clou della giornata
L’offensiva israeliana su Deir al-Balah e la catastrofe umanitaria a Gaza. L’esercito israeliano (IDF) ha lanciato per la prima volta un’offensiva di terra a Deir al-Balah, nel centro di Gaza, con l’obiettivo di creare un terzo corridoio militare per dividere la Striscia. L’operazione ha scatenato un esodo di massa di circa 100.000 sfollati, aggravando una situazione umanitaria già disperata. L’ONU e l’OMS hanno denunciato attacchi diretti alle loro strutture, nonostante la condivisione delle coordinate. La pressione internazionale su Israele è ai massimi livelli, con 25 nazioni, tra cui alleati chiave come Italia e Francia, che hanno chiesto la fine immediata delle ostilità, denunciando violazioni del diritto internazionale e una sofferenza “inammissibile” per i civili. Questa crisi si accompagna a una profonda frattura interna a Israele, evidenziata dai 44 casi di suicidio tra i soldati dell’IDF e dalle proteste dei familiari degli ostaggi, che accusano il governo di mettere a repentaglio la vita dei loro cari.
Geo-strategia e conflittualità
Il panorama strategico globale è in rapida evoluzione, con un’accelerazione nella corsa agli armamenti e un ripensamento delle dottrine militari. La guerra in Ucraina prosegue con una logica di logoramento che, secondo analisi di Chatham House, sta lentamente erodendo la macchina bellica russa. In questo contesto, l’Ucraina ha dimostrato come l’uso innovativo di droni navali possa neutralizzare la superiorità convenzionale della flotta russa nel Mar Nero.
La tecnologia dei droni è al centro delle nuove strategie militari. La Corea del Nord sta espandendo pericolosamente il suo arsenale di droni letali, creando una minaccia asimmetrica nella penisola coreana. Al contempo, gli Stati Uniti, pur riconoscendo di rischiare un ritardo tecnologico rispetto ai competitor, pianificano esercitazioni su larga scala con droni FPV e sviluppano nuove piattaforme aeree avanzate.
Si assiste a un rafforzamento delle alleanze industriali e militari. Stati Uniti, Giappone e Australia hanno siglato un accordo logistico navale trilaterale per l’Indo-Pacifico. L’India ha affidato a un’azienda statunitense l’ammodernamento dei suoi caccia MiG-29, riducendo la dipendenza da Mosca. Anche in Europa, Francia e Regno Unito esplorano una cooperazione rafforzata nel settore spaziale per garantire un’autonomia strategica. Questo si inserisce in una tendenza più ampia verso la produzione condivisa di armamenti tra alleati per incrementare la resilienza industriale collettiva.
Geo-economia, industria, mercati e marittimità
Le tensioni commerciali definiscono il clima economico globale. L’amministrazione Trump minaccia l’imposizione di nuovi dazi generalizzati sui prodotti europei, mettendo l’UE, divisa e priva di una risposta coesa, in una posizione di vulnerabilità. L’Europa si trova stretta tra la pressione commerciale statunitense e la competizione industriale cinese. Parallelamente, Trump ha siglato un accordo con le Filippine che prevede un dazio del 19% sulle merci filippine.
La competizione per le risorse critiche si intensifica. L’amministrazione USA ha rilanciato l’interesse per l’estrazione mineraria in acque profonde (deep-sea mining) per assicurarsi minerali come cobalto e terre rare, sollevando forti preoccupazioni ambientali. Il rame è identificato come un “tallone d’Achille” per l’economia americana, essenziale per la difesa e la tecnologia. In questo scenario, la scoperta di un nuovo giacimento petrolifero in Polonia assume un valore strategico per l’indipendenza energetica del paese.
Sul piano finanziario, si nota una spinta al consolidamento bancario in Italia e Spagna per creare “campioni nazionali” più competitivi. Intanto, una nuova legge federale negli Stati Uniti (GENIUS Act) introduce una prima regolamentazione per le criptovalute, in particolare gli stablecoin, portando a un nuovo massimo storico del Bitcoin.
Geopolitica e relazioni internazionali
Il multilateralismo è in crisi, come simboleggiato dal nuovo ritiro degli Stati Uniti dall’UNESCO, motivato da una presunta “agenda globalista e ideologica”. In questo vuoto, emergono nuove configurazioni. L’India si propone come leader alternativo del “Sud Globale”, sfidando l’influenza cinese attraverso autonomia tecnologica e alleanze strategiche con l’Occidente. La Russia, invece, vede la sua influenza limitata, come dimostra l’impossibilità di Putin di partecipare al summit dei BRICS a causa del mandato di arresto della CPI.
Si delinea la possibilità di un vertice trilaterale a settembre tra Trump, Putin e Xi Jinping per discutere della crisi ucraina, un evento che potrebbe ridisegnare gli equilibri di potere globali. Mentre la Russia cerca di colmare i vuoti lasciati da agenzie occidentali come USAID, la Cina prosegue con i suoi mega-progetti infrastrutturali, come la diga da 167 miliardi di dollari, che altererà la geopolitica delle risorse idriche in Asia.
Analisi per Teatro Operativo
- Mediterraneo Allargato. Questo teatro è epicentro di crisi multiple. Il conflitto a Gaza domina la scena, con l’offensiva israeliana a Deir al-Balah e una catastrofe umanitaria che compatta la pressione diplomatica internazionale su Israele. Le tensioni si estendono alla Siria, dove Israele continua i suoi raid contro la presenza iraniana in un contesto di crescente caos interno che fa temere uno scenario “afghano”. La Turchia mantiene un ruolo ambiguo, cercando di plasmare una “nuova Siria” favorevole ai propri interessi. La Libia rimane cruciale per la sicurezza energetica europea grazie alle sue vaste risorse di idrocarburi, il cui controllo è ancora al centro di contese interne. In Europa meridionale, la Grecia inasprisce le politiche migratorie, mentre le economie di Italia e Spagna affrontano sfide strutturali, tra cui il consolidamento bancario e l’impatto dei tagli ai fondi UE su centinaia di migliaia di aziende. Nei Balcani, la Bosnia-Erzegovina affronta un crescente rischio di secessione serba, alimentando l’instabilità regionale.
- Heartland euro-asiatico. La Russia è impegnata in una guerra di logoramento in Ucraina, dove la sua macchina bellica mostra segni di declino. All’interno, il Cremlino reprime il dissenso, come dimostra l’annullamento di una manifestazione contro la guerra in Ossezia Settentrionale-Alania. Mosca affronta anche le conseguenze del cambiamento climatico e cerca di usare l’energia come arma geopolitica, ma le sanzioni e l’isolamento diplomatico ne limitano l’influenza, come evidenziato dall’assenza di Putin al summit BRICS. La Cina, definita da 40 “red hackers” che ne hanno plasmato l’ecosistema cyber, si muove su più fronti: sfida l’India per la leadership del Sud Globale, consolida la sua presa sull’Asia Centrale (come nel caso della centrale nucleare di Rosatom in Kazakistan) e si propone come mediatore globale, come suggerisce l’ipotesi di un vertice con USA e Russia.
- Teatro operativo Boreale-Artico. In questo teatro, le dinamiche strategiche sono guidate da una ridefinizione delle alleanze e delle capacità militari. Gli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Trump, stanno mobilitando l’industria pesante per la difesa e rivedendo la propria strategia energetica, con impatti globali. Si discute di un nuovo paradigma industriale della difesa, unificato e sinergico tra alleati. La cooperazione si manifesta nell’accordo satellitare franco-britannico, un passo verso l’autonomia spaziale europea. Il Regno Unito, post-Brexit, si sta riposizionando strategicamente, rafforzando i legami con USA e partner dell’Indo-Pacifico. In Russia, gli effetti del cambiamento climatico, con un inverno insolitamente caldo, sollevano allarmi per la sicurezza alimentare.
- Teatro operativo Australe-Antartico. L’Australia emerge come attore chiave, rafforzando la sua partnership strategica con Stati Uniti e Giappone attraverso un accordo logistico navale trilaterale. Canberra vede in Taiwan un partner cruciale per la sicurezza e la prosperità dell’Indo-Pacifico. In America Latina, il Brasile cerca di ritagliarsi un ruolo di primo piano all’interno dei BRICS, navigando tra divergenze interne al blocco e pressioni economiche. La Malesia, quasi in sordina, si è trasformata da potenza regionale a protagonista globale, grazie a riforme economiche e una nuova centralità nelle rotte commerciali.
- Indopacifico. Questo è il teatro della competizione strategica tra grandi potenze. Il Giappone attraversa una grave crisi politica dopo che il premier Ishiba ha perso la maggioranza in entrambe le camere, creando instabilità in un momento critico per le relazioni con USA e Cina. Le Filippine rafforzano l’alleanza militare ed economica con gli Stati Uniti, in risposta diretta all’assertività cinese nel Mar Cinese Meridionale. La Corea del Nord intensifica la minaccia con il suo programma di droni. L’India si afferma come un concorrente strategico della Cina, siglando accordi di difesa con gli USA (upgrade dei MiG-29) e promuovendo la propria visione per il “Sud Globale”. La rivalità tecnologica è un altro fronte caldo, con gli alleati che cercano di ridurre la dipendenza dai fornitori cinesi di ICT. Taiwan è riconosciuta come un perno per la stabilità regionale, con l’Australia che ne sottolinea il ruolo centrale.
Conclusioni e possibili sviluppi
Il quadro globale del 22 luglio 2025 è segnato da una profonda instabilità e da una competizione strategica che si manifesta su più fronti: militare, economico e tecnologico. La frammentazione dell’ordine liberale prosegue, con l’indebolimento delle istituzioni multilaterali e l’ascesa di alleanze a geometria variabile.
Nei prossimi giorni, diversi temi richiederanno un’attenzione particolare:
- La crisi di Gaza. L’offensiva su Deir al-Balah potrebbe portare a un ulteriore collasso umanitario e a un’escalation regionale. La crescente pressione internazionale e le divisioni interne a Israele potrebbero costringere a un cambiamento di strategia, ma il rischio di un’esplosione di violenza rimane altissimo.
- Il vertice Trump-Putin-Xi. Se confermato, questo incontro potrebbe segnare una svolta storica. Le discussioni sull’Ucraina e sui nuovi equilibri globali avranno implicazioni profonde. La sua preparazione e gli eventuali esiti saranno al centro dell’agenda diplomatica globale.
- L’instabilità politica in Giappone. La debolezza del governo Ishiba potrebbe paralizzare la terza economia mondiale e creare un vuoto di potere in un’area strategica. Le lotte per la leadership interna e la gestione delle delicate relazioni con Cina e Stati Uniti saranno cruciali.
- Le tensioni commerciali USA-UE. L’imminente scadenza per l’imposizione di nuovi dazi americani minaccia di scatenare una guerra commerciale transatlantica. La capacità dell’Europa di trovare una risposta unitaria determinerà la sua vulnerabilità economica e politica.
- La corsa alla tecnologia militare. Lo sviluppo e l’impiego di droni e sistemi autonomi continueranno ad accelerare, cambiando la natura dei conflitti. La competizione per la supremazia nell’intelligenza artificiale e nello spazio plasmerà le future gerarchie di potere.

